Da quello che mi sembra di capire della filosofia Yin e Yang, il male nel contesto del Tutto, esiste (e questo lo possiamo verificare ogni giorno) ma quello che trovo estremamente interessante è che esso, il male, ha la sua ragione di essere. I motivi per il quale il male ha la sua ragione di esistere secondo me sono innumerevoli, tanto che diventerebbe estremamente lungo elencarli tutti. Quando ero ragazzo, sovente mi trovavo in disaccordo con Dio perché Lui, pur essendo Onnipotente, permetteva il male. Il mio ragionamento era che se Lui è Onnipotente, avrebbe potuto impedire il male quando e come voleva.
Ora però credo di aver capito (e questo, anche secondo la filosofia Yin e Yiang) che pure il male ha la sua ragione di essere, se non altro, per indurci ad apprezzare il bene che è il suo esatto opposto. E' per questo motivo che da un certo periodo di tempo ormai, il male esiste sul nostro pianeta. Secondo le Sacre Scritture, il male incomincia con la caduta di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden, e continua fino ai giorni nostri; esso si è andato a sviluppare in una miriade di ramificazioni, aspetti e caratteristiche, che è praticamente impossibile catalogarle tutte.
Una cosa però risulta molto lineare e semplice da codificare ovvero, quello che noi chiamiamo “male” fa capo ad un solo sentimento: l’ingratitudine; tutto parte da lì. Ecco perché Dio permette questo fenomeno chiamato…male, che ognuno di noi conosce …bene (gioco di parole)… Lo conosciamo molto bene un po’ perché lo pratichiamo noi stessi, un po’ perché lo subiamo da altri ma comunque….sempre male è, e sempre nella sua dimensione restiamo. Dio non entra in causa con il male, solo lo permette (è diverso), affinché da questo possiamo trarre le nostre conclusioni (e beati noi se le conclusione tratte, saranno quelle giuste, magari suggerite dalla nostra coscienza) e lo lascia sviluppare secondo il suo iter naturale, nel corso dei secoli, dei millenni, nella storia umana affinché possa servire, nelle epoche future, come monitor ed esempio assolutamente da non imitare….Per tutta l’Eternità, esso sarà un punto di riferimento che, per reazione e contrasto, esalterà il bene. Ecco un’altra delle utilità di questo fenomeno chiamato male.
Il male quindi, trae le sue remote origini dall’ingratitudine. E’ la mancanza di riconoscenza per un beneficio ricevuto, la prima cellula di questa pianta velenosa. Magari ci potrebbe anche essere un po’ di riconoscenza, ma se questa non è adeguata e proporzionata al beneficio ricevuto, nel contesto di una perfezione assoluta, si manifesta già uno squilibrio che avrà le sue ripercussioni negative nel suo immediato, o lontano futuro…praticamente è una legge scientifica; ad ogni azione corrisponde una reazione uguale di intensità, ma di direzione contraria. Se non c’è questa reazione (la reazione della riconoscenza), avviene come per l’equilibrista che perde l’equilibrio e cade fino ad arrivare a terra per farsi molto male. Per mantenerci in equilibrio psicologico quindi ed essere sempre in pace con noi stessi, è importante valorizzare tutto quello che abbiamo, poco o tanto che sia…fare come i gatti che sanno sfruttare le più piccole particelle di luce che si trovano nelle tenebre, per poter vedere (e noi, i più piccoli benefici ricevuti per restare di buon umore).
Ecco perché credo, Dio permette il male sulla terra, probabilmente per farci capire che non vi è niente di scontato. Non lo fa venire direttamente, ma lo permette, lasciando che si sviluppi secondo il suo decorso naturale nel corso della storia umana, allo scopo di istruire in questo modo, le sue creature (che siamo tutti noi). La mancanza di riconoscenza per un beneficio ricevuto quindi, si ripercuote immediatamente, in modo negativo, sulla persona interessata in quanto come primo risultato, lo priverà del buon umore che dovrebbe invece, accompagnare sempre la sua vita come fosse una colonna sonora. Questa persona non sarà più felice anche se sguazzerà nell’abbondanza, perché considererà le cose che possiede, come del tutto scontate e dovute perdendo così, pure la soddisfazione nell’averle. Egli crede che le siano dovute…e invece non è così; non sono affatto cose dovute, né scontate. Le cose che abbiamo, potremmo benissimo non averle…anche la nostra stessa vita non ci è dovuta. Sarebbe bastato che i nostri genitori avessero compiuto l’atto sessuale (quello che ci ha dato la vita), qualche giorno prima o dopo il momento giusto, o che avessero preso la pillola, o che la nostra mamma avesse abortito che noi, ricchi, poveri, potenti, deboli, furbi e meno furbi, semplicemente…..non esisteremmo….e la cosa significativa è, che nessuno se ne sarebbe mai accorto e tanto meno, sentito la nostra mancanza.
Credo che il male comunque, non sarà sempre sulla terra (anche perché nel Padre nostro si dice: Venga il Tuo Regno ecc.) ma come detto, resterà il suo ricordo nel futuro, per sempre, tanto che sarà come un tormento eterno di vergogna e di avvertimento…per tutti i tempi a venire. Come potrà sparire il male dalla faccia della terra? Non certo grazie agli uomini, anche se in molti, chi in un modo o in un altro, ci hanno provato…Il male verrà estirpato dalla terra tramite Gesù perché è Lui che paga un riscatto. In passato ho sempre avuto difficoltà a capire il senso del Riscatto, che Gesù paga (ad un prezzo piuttosto salato) per tutti noi al fine di darci una nuova possibilità perché, mi dicevo, se decide di perdonarci, ci perdona e basta. Che bisogno c’è anche di sacrificarsi sulla croce? Mi ha aiutato a capire tutto questo, una lettera che l’apostolo Paolo scrisse ad un suo amico di nome Filemone, al quale era fuggito uno schiavo di nome Onèsimo che tra l’altro, si era rifugiato proprio in casa di Paolo, perché anche lui era suo amico. Poiché Filemone aveva pagato una bella cifra per l’acquisto di quello schiavo, con la sua fuga viene a subire un danno economico piuttosto notevole per cui si arrabbia, e non poco.
Paolo allora dice a Filemone tramite una lettera, queste parole: “Se mi consideri un tuo amico, come più volte mi hai dimostrato di esserlo, ti chiedo di ricevere Onèsimo come se fossi io stesso, e se ti avesse fatto qualche torto, addebitalo a me” Questa frase mi ha aiutato a capire. Anche noi (forse) vorremmo vedere tutti i nostri nemici (speriamo di no) appesi ad un ramo, crocefissi, impalati, trucidati, lapidati ecc. ma ecco che Gesù ci dice: “Tu vuoi questo perché quel tale ti ha fatto tanto del male vero? E’ giusto…. questa punizione se la merita; allora facciamo così, la punizione che quello dovrebbe subire, la subisco Io (che non ti ho mai fatto del male e quindi non la merito) così gli equilibri sono rispettati e lui lo lasciamo libero. Se uno capisce questo meccanismo, si accorgerà ad un certo momento che questa “politica” in fondo gli conviene perché si renderà conto che, dopo tutto, anche lui/lei non è poi così “bianco come un giglio” e di conti da pagare ne avrebbe, e pure tanti. Diciamo che quando il “soggetto” capisce questo, è già sulla buona strada. Infatti è detto, sempre nel Padre Nostro: “Perdonaci come noi perdoniamo”. Questa è la grande lezione di vita che Dio sta insegnando, a volte anche a loro insaputa, agli esseri umani. Il meccanismo ora l’ho capito, e anche bene ma ahimé, come diceva Moogol in una sua famosissima canzone cantata da Lucio Battisti: “Il coraggio di vivere quello, ancora non c’è”; ce n’è soltanto un pochino….forse...spero.
Personalmente trovo davvero curiosa la mentalità umana (e quindi anche la mia). Infatti, ricordo che quando ero piccolo, ci facevano dire le preghiere a scuola prima di iniziare la lezione, e si doveva recitare a memoria, tutti i giorni, sempre la stessa frase che ormai, a causa di questo, ricordo perfettamente; ecco la frase: “…Io credo alla risurrezione della carne (e quindi non soltanto dell’anima), alla vita eterna (quindi, senza fine) Amen ( che vuole dire: “Cosi sia”). Ora, a parte l’assurdità di obbligarci a ripetere per tantissime volte la stessa frase, il bello era che se uno davvero ci credeva (a quella frase), faceva la figura del…cretino….Ma allora perché mi hai obbligato a ripeterla tante volte, e pure ad alta voce? Comunque sia, ritengo che se è scritto, se è una consuetudine il ripeterlo quotidianamente nelle preghiere...ci sarà davvero una resurrezione e se si tratta di una risurrezione della carne, non sarà in cielo ma sulla terra, con tanto di strutture tipo servizi igienici, cucine e fornelli per cucinare e tante cosette così …. Salomone, il terzo re d’Israele, dice che Dio ha messo nel cuore dell’uomo, a sua insaputa, la speranza dell’eternità (che non finisce tutto con la morte) e questo, a prescindere dalle sue personali convinzioni politiche, religiose ecc.
Questa speranza è un dono che Dio ha fatto a tutti. Ognuno, di questo dono, può farne quello che vuole; volendo, può utilizzarlo anche nel modo sbagliato. Più volte infatti si sono viste persone non più giovanissime, lasciarsi trascinare in contestazioni inutili, fare anche del male al prossimo, solo allo scopo di accaparrare di più del necessario (come se dovessero campare in eterno) e rovinarsi così la vecchiaia. Quello è un cattivo utilizzo di questo bellissimo dono di Dio che è la speranza, anche se inconsapevole, di una eternità... Altri invece questo dono lo sanno usare in modo più saggio, comunque rimane sempre il fatto che il dono è stato fatto…e Dio non illude e poi…delude; se promette, manterrà pure quindi…ci sarà una resurrezione per tutti da come è promesso anche nelle S. Scritture, e la possibilità di vivere eternamente sulla terra
Trovo molto interessante approfondire queste cose; per Dio, che è Onnipotente, far risorgere una persona anche se morta secoli fa, è assolutamente niente….il problema è dopo….Quando questa persona risorta rivedrà, con immensa gioia, indescrivibile addirittura, le persone amate, sarà davvero meraviglioso (è detto nelle Scritture, che dalla gioia i risuscitati salteranno come vitelli di stia che vedono la luce del giorno per la prima volta)…ma vedrà anche quelle persone dalle quali in passato ha subito dei danni, con le quali non andava per niente d’accordo e litigava spesso…ci si troverebbe così, nuovamente da capo, a ricominciare con i soliti, meschini e deprimenti problemi…Sarà li allora che bisognerà fare assolutamente riferimento al Sacrificio di Gesù che, avendo pagato di persona per tutti, offrirà l’occasione e gli stimoli ad ognuno, di fare quella cosa bellissima che si chiama perdono. Se non ci fosse il riscatto di Gesù, non si potrebbero mai trovare gli stimoli, e nemmeno le risorse morali per fare questo ovvero, perdonare e superare così, anche i difetti del nostro carattere.
Malgrado il perdono esercitato però, il male per un certo periodo, ci sarà ancora anche se in forma molto più ridotta, e dove? Nella nostra testa. E’ interessante analizzare una frase di Gesù che dice: “Non è quello che entra dentro l’uomo che lo contamina, ma quello che ne esce”…ed ecco la Sua spiegazione: se uno mangia qualche cosa di indigesto, starà un po’ male ma poi, dopo essersi liberato, starà meglio. Se uno invece dice una parola cattiva verso il suo prossimo, prima di averla detta, questa parola l’ha concepita nella sua mente, sporcando così i suoi neuroni (le cellule della memoria). Se la cosa la dice, li sporcherà molto, ma se la cosa la compie, li sporcherà maggiormente. Oggi giorno che viviamo nell’era del Computer e dell’informatica, queste cose volendo, le possiamo capire meglio.
Infatti sappiamo come è brutto quando il nostro compiuter prende dei virus…Il virus è un qualche cosa che entra nel nostro computer, o cervello elettronico, chiamato così perché più o meno, ha le stesse dinamiche e caratteristiche del nostro cervello, e lo contamina….a volte in modo irreparabile. La stessa cosa succede nel nostro cervello, quando facciamo del male a qualcuno. Il male, anche se è fatto a danno di altri, si incide in modo molto accentuato nella nostra mente (neuroni) contaminandola profondamente, divenendo noi stessi, una parte di male….Si dice: ”Siamo fatti di quello che mangiamo, ma maggiormente, siamo fatti di quello che pensiamo, diciamo e soprattutto facciamo. Queste contaminazioni che avvengono nel nostro cervello, per il soggetto in questione potranno diventare come delle vere e proprie ipoteche, piccole o grandi, che saranno un grande peso nel suo futuro. Perdonare alla fine, risulterà unicamente l'arma vincente; un vantaggio per noi stessi in quanto sarà un ottimo mezzo di liberazione, purificazione ed evoluzione mentale nonché, di liberazione dal male stesso…come fosse un contro-veleno. Da lì, avverrà una cosa davvero meravigliosa ovvero: il trionfo del bene sul male.... Tutto questo non avrebbe avuto luogo se non ci fosse stato il male, che ha offerto in questo modo l’occasione al bene di essere come…protagonista e vincitore, in modo così eccellente e sublime; diciamo che anche il male, alla fine …coopera al bene e per finire tutto sarà solo...bene.
Giulio...