Credo che al giorno d’oggi soffriamo tutti (o quasi) di una grande crisi di identità che si riflette, fra le altre cose, anche e soprattutto nell’ascolto musicale.
Questo tipo di imbarazzo, che nasce dalla difficoltà di fruire di un tipo di musica in cui ognuno si possa riconoscere e sentirsi a suo agio, probabilmente deriva dalla società stessa, così ricca di contraddizioni e ancora…contro-contraddizioni (non ho intenzione di elencare tutte le contraddizioni che ho riscontrato da quando sono al mondo, ma posso assicurare che sono tante)
Ricordo ad esempio, il contrasto che provavo da giovane quando, con altri ragazzi della mia età, si ascoltava la musica dei Beatles e per i fatti miei, considerando che frequentavo il Conservatorio, ascoltavo pure la musica di Mozart, Beethoven, Bach ecc. nonché del disagio che provavo, a causa dell’impossibilità che avevo di comunicare con i miei coetanei di questa musica (Bach Mozart ecc); di tale musica chiamata "classica", di cui non ci capivano niente. Quello che trovavo destabilizzante, era che i due generi musicali mi piacevano ma, in modo diverso.
Ricordo che all’epoca, con questi miei coetanei passammo davanti ad una osteria frequentata da vecchi alpini reduci dell’ultima guerra (o magari della penultima) i quali cantavano, tra l’altro molto bene e in coro, le tipiche canzoni degli alpini. Al sentire tali canzoni, noi che eravamo così ricolmi di musica dei Beatles, di Elvis Presley e di tutto il repertorio delle canzoni italiane ( e il sottoscritto, pure di Mozart, Beethoven ecc.), non sapendo dove e come collocare nel nostro catalogo fruitivo tali canzoni, fu davvero troppo e la cosa ci apparve oltre modo ridicola tanto che non potemmo trattenerci dal ridere in modo sguaiato facendo, come si direbbe oggi, un grande casino .
Ancora oggi mi chiedo come non sia possibile fruire dei vari generi musicali così differenti, ma altrettanto (a volte) così belli. Questa fruizione ovviamente, non deve avvenire in modo caotico ma in modo armonioso, ordinato...magari con un cenno storico dell’ambiente in cui nascono tali opere e brani musicali, secondo il momento che deve essere il più adatto altrimenti, finisce che ci priviamo da soli di un piacere unicamente per banali pregiudizi.
Certo è che bisogna sempre scegliere il momento giusto, infatti se ad un ritrovo mondano ci mettessimo a cantare qualche inno sacro, magari tratto dal repertorio gregoriano, certamente non sarebbe una buona idea e, allo stesso modo, non sarebbe una buona idea far cantare alla Scala di Milano, magari sotto la direzione di Claudio Abbado o Riccardo Muti, Vasco Rossi o Claudio Baglioni.
Si è tentato infatti, forse allo scopo di avvicinare le distanze, di abbinare artisti come Luciano Pavarotti, Zucchero, Lucio Dalla e Sting ma a parte l’amicizia che legava questi personaggi, e le indubbie qualità artistiche di ognumo, trovo che l’abbinamento fra questi artisti, così diversi nel loro modo di essere e nello stile di fare musica, sia stato piuttosto ibrido.
Secondo me, per avvicinare le distanze e gli stili, ognuno di essi (gli stili) dovrebbe uscire dal suo guscio statico, rigido, irremovibile quasi come fosse una fortezza inespugnabile; estrapolare il contenuto, ossia la musica, analizzarla e vederla come unica protagonista… Il guscio di cui parlo e che soffoca questa cosa bellissima che è la musica, è il contesto che la circonda e che la tiene come fosse prigioniera; ecco a cosa mi riferisco: l’immagine del cantante destinato ad un pubblico giovanile, della cosiddetta musica pop, è volutamente vestito male, con i pantaloni volutamente sgualciti senza contare l’atteggiamento del pubblico che tende ad essere il più volutamente possibile, trasgressivo; negli ambienti di musica seria ovvero classica invece, è tutto al contrario ma in modo decisamente eccessivo, dove l’ambiente stesso che ti circonda, è eccessivamente compassato, dove se a qualcuno non piace molto un brano musicale, questo qualcuno farà immediatamente la figura di una persona ignorante e un po’ cafona.
Tipica infatti è l’immagine di una persona che quando si addormenta durante un concerto classico, riceve una bella gomitata dalla persona che le sta al fianco, onde evitargli una brutta figura. Perché tutto questo? Perché queste preoccupazioni? Ci si riunisce per ascoltare della buona musica e tutto finisce li. Come, allo stesso modo, gli appassionati di musica pop ascoltano il loro pezzo preferito e dopo….tutto finisce li, nuovamente. Diciamo, per concludere, che la musica classica dovrebbe cadere meno dall’alto e quella leggera o pop, invece alzarsi un pochino.
Giulio...