Il concetto portante di tutto questo argomento, che comprende diversi argomenti intrinsecamente legati fra loro, risiede nel fatto che la scala musicale è come fosse uno scheletro o una impalcatura dove si basa tutta una costruzione o, nel nostro caso, una melodia. Essa ha una importanza capitale per quanto riguarda la musica, in quanto le imprime il suo carattere, come fosse una specie di DNA. Notiamo infatti, quando ascoltiamo alcune melodie che si articolano su scale gregoriane; esse ci saltano subito agli occhi (o meglio alle orecchie) in quanto notiamo un percorso melodico “strano” (perché non ci siamo abituati), lo stesso per un brano cinese o indiano ecc. Questo è dovuto al fatto, che tali scale musicali cinesi, indiane, o gregoriane, erano impostate su scale assai diverse dalle nostre. La diversita a cui mi riferisco, riguarda la disposizione degli intervalli che, come detto, rappresentano la distanza (sonora) fra una nota e l’altra; è quello che imprime al tutto il suo carattere.
Quindi, dalla successione delle note e quindi degli intervalli, verranno costruite le melodie. Poiché siamo in Europa, sarà naturale approfondire le scale sulle quali si fondano i nostri brani. Quello che a noi interessa particolarmente, sarà, più ancora che la successione delle note, quella degli intervalli. Ecco quindi questa successione di intervalli |
1° | intervallo | formato da un tono |
2° | intervallo | formato da un tono |
3° | intervallo | formato mezzo tono |
4° | intervallo | formato da un tono |
5° | intervallo | formato da un tono |
6° | intervallo | formato da un tono |
7° | intervallo | formato mezzo tono |
Vediamo se quanto detto è vero prendendo come primo esempio la scala più conosciuta; quella di DO |
Vediamo che in effetti, la successione degli intervalli sopra indicata è proprio quella; tranne l'intervallo fra il MI FA e il SI DO gli altri sono di un tono completo, ma sarebbe più esatto dire: l'intervallo fra il III e IV grado e quello fra il VI e VII grado sono di 1/2 Tono e gli altri di uno intero perché ora si devono considerare le note come gradi....vediamo il perché...altra esempio di scala con la stessa successione di intervalli |
Come possiamo notare, utilizzando le alterazioni (in questo caso ascendenti #) abbiamo ampliato o ristretto alcuni intervalli allo scopo di creare la famosa successione che ormai conosciamo ovvero: 1 Tono 1 Tono 1/2 Tono 1 Tono 1 Tono 1 Tono e 1/2 Tono Ecco perché le note verranno chiamate Gradi perchè potendo incominciare da una nota qualunque per fare questa scala, tutto viene continuamente spostato per cui quello che conta rimane solo la successione cronologica di queste note |
Per terminare questa prima parte dell'argomento, facciamo ancora un esempio su un'altra scala ovvero, incominciando da un'altra nota ancora, rispettando però la stessa successione di intervalli |
Se noi ascoltiamo queste tre scale, ci accorgeremo che sono sempre uguali anche se incominciano su note diverse |
Riepilogo
La scala musicale vista ora si chiama Maggiore...quindi scala di DO Maggiore, di LA Maggiore, di RE Maggiore ecc. Dipende da quale nota incomincia. Si dice Maggiore perchè esiste pure la scala minore della quale ci occuperemo in altre sezioni e anche perchè si chiama minore e questa Maggiore Per maggior chiarezza ora vedremo un'altra scala maggiore con aterzioni discendenti....la sequenza degli intervalli sarà sempre la stessa. |
E’ possibile quindi incominciare da una nota qualunque, non solamente da DO che è la più conosciuta, e procedere verso l’alto formando un’altra scala maggiore; per fare questo, sarà necessario utilizzare le alterazioni ascendenti o discendenti in base alle necessità, realizzando sempre la stessa sequenza di intervalli. La scala maggiore, che abbiamo appena visto (dopo vedremo quella minore) fa parte del sistema tonale: Che cosa è il sistema tonale? Bella domanda vero? Ora cercheremo di spiegarlo nelle dispense successive. |