Scale Greche

 

Le Scale Modali

 

Per completare questi argomenti, trattiamo ora le scale Modali; esse non hanno riscontro nell’attuale mondo musicale ( si parla di quello europeo), in quanto non rispecchiano le esigenze del nostro modo di sentire musica. Nei precedenti capitoli, abbiamo parlato delle scale Tonali che fanno parte del sistema detto appunto Tonale, con tutti i meccanismi visti. Esso è una prerogativa esclusivamente europea, che dura da qualche secolo. Nel mondo intero e, prima del sec XVII, anche in Europa, la musica era strutturata su scale modali ( da modo o maniera; quella è in quel modo, quell’altra, in un altro modo ecc.) Naturalmente per capire cos’è la scala Modale, bisogna capire cos’è la scala Tonale e non soltanto i suoi meccanismi, come abbiamo fatto finora, ma i suoi principi.

 

 I Principi Fondamentali Della Scala e Della Musica Tonale

 

Come già si è detto, quasi tutti i suoni ( o note), a causa di determinate leggi fisiche e acustiche, portano con sé, tanti altri piccoli suoni detti suoni armonici, altri suoni invece (più rari), ad esempio il diapason, non portano con essi questa gamma di suoni armonici. La nota che porta con sé i “suoni armonici”, è considerata un suono “impuro” , quella che non li porta invece, un suono “puro”; naturalmente questa definizione non vuol dire che il suono “impuro” sia meno bello dell’altro, anzi è esattamente il contrario, in quanto detto suono è indubbiamente più ricco, più caratteristico ed interessante, basta ascoltare il suono di uno strumento qualunque e quello di un diapason. Questi suoni accompagnano il suono principale detto generatore non a caso, ma secondo criteri precisi non stabiliti dall’uomo, ma dalla natura stessa ovvero, da queste leggi fisiche. La grande differenza fra la musica Tonale e quella Modale è che nella prima, il disegno melodico fa un continuo riferimento ai suoni armonici ( esempio, se un brano è nella tonalità di DO, considerando che il SOL è uno dei suoi armonici più importanti, questo SOL può appare spesso). Nella seconda invece (quella Modale), il disegno melodico non tiene conto dei suoni armonici, procedendo per i fatti suoi). Non si può dire che l’una è più bella dell’altra, ma soltanto sono due modi diversi di sentire e fare musica. Praticamente nella musica tonale, i gradi importanti di una scala, sono gli armonici della prima nota , ovvero del primo grado…
 
L’VIII grado, può anche essere considerato I grado dell’ottava superiore. Il VII grado è pure importante perché rientra negli armonici, ma essendo “sensibile”, subisce l’attrazione dell’ottavo grado (o primo grado dell’ottava superiore) che è il suono generatore o “tonale” della scala in questione perciò, molto influente sulle altre note soprattutto sul SI che gli sta più vicino, considerando che la scala è intesa in senso ascendente.

 

I Principi Fondamentali Delle Scale e Della Musica Modale

 

I principi fondamentali su cui si basa la musica, sono quelli di non tenere minimamente conto dei suoni armonici per conseguenza, se nel movimento melodico troviamo qualche riferimento ai suoni armonici, la cosa è puramente casuale. In tanti canti africani, vediamo sovente l’evoluzione melodica snodarsi su scale tonali, oppure in alcuni canti gregoriani (medioevo), come ad esempio la Messa degli angeli, la cui struttura melodica, in effetti, è su una scala Maggiore, ma come è stato detto, questo è del tutto casuale. La scala Tonale è una (anche se la si può spostare su altre tonalità; da qui il nome), le scale Modali invece, sono tantissime. Praticamente tutte le scale che non tengono conto dei suoni armonici, sono scale Modali.
 
Daremo ora una rapida occhiata alle scale modali che ci riguardano più da vicino (dei nostri antenati), una panoramica alle principali scale orientali, alle scale del Blues, nonché quelle ideate da Schoemberg chiamate Dodecafoniche Iniziamo pertanto, il nostro rapido percorso dalle antiche scale modali greche

 

Le Scale Modali Greche

 

Le scale della Grecia antica, non si chiamavano scale ma Armonie, ed erano formate da due piccole scale scomponibili chiamate tetracordi (solo quattro suoni), inoltre avevano la caratteristica di scendere verso il basso anziché salire; questo in riferimento al loro credo religioso, in quanto ritenevano che dall’Olimpo, gli dei lasciassero cadere le note sulla terra, allo scopo di rallegrare gli esseri umani. Le scale greche erano tre, da cui derivavano tante altre scale. Esse erano le seguenti:
 
Dorica, ritenuta valida per infondere coraggio, senso del dovere ed amore per la Patria ( molto incoraggiata da Platone). Frigia, ritenuta utile per portare una giusta allegria e stimolare una sana ed equilibrata voglia di svago. Lidia ritenuta trasgressiva ed assai dannosa alla gioventù di allora ( considerata un po’ come la discoteca di oggi) pertanto, le musiche strutturate su questa scala, erano biasimate dai saggi greci soprattutto da Platone. Ora vediamo come sono fatte queste principali scale musicali del mondo greco antico. 

 

Modo Dorico

1° Tetracordo 
2° Tetracordo

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L’intervallo di semitono si trova fra la 3° e 4°nota di ogni tetracordo. L’intervallo di un tono che separa il SI dal LA, è un tono speciale che divide i due tetracordi; si chiama Diazeusi che in Greco vuole dire: “Separazione” (Separazione dai due tetracordi)

 

Modo Frigio

1° Tetracordo 
2° Tetracordo

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L’intervallo di semitono si trova fra la seconda e terza nota di ogni tetracordi

 

Modo Lidio

1° Tetracordo
2° Tetracordo

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L’intervallo di semitono è fra la prima e la seconda nota di ogni tetracordo; sembra di origine orientale. Se osserviamo bene, questa scala è uguale a quella moderna di DO Maggiore discendente Ecco riproposti le tre scale più importanti della Grecia antica

 

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Gli Ipermodi e Gli Ipomodi

 

Se da una delle tre scale principali esposte qui sopra, si prendeva il tetracordo superiore e lo si poneva nella parte bassa della scala, si avevano gli ipomodi (ipodorico, ipofrigio ipolidio). Se al contrario, si prendevano i tatracordi della parte inferiore di ognuna di queste tra scale e li si ponevano nella loro parte alta, si avevano gli ipermodi (iperdorico, iperfrigio e iperlidio), come noteremo più avanti. Se nei modi normali, si aveva l’intervallo chiamato Diazeusi (separazione), negli ipomodi e ipermodi vi sarà la nota chiamata Sinafè, che vuol dire unione; infatti univa i due tetracordi; essa era l’ultima nota del tatracordo superiore e al tempo stesso, la prima di quello inferiore.

 

Scale  o Armonie Greche e Derivati

 

Gli ipomodi

 

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Gli ipermodi

 

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Se ad una armonia ( scala) dorica, considerata la più importante, veniva aggiunto un tetracordo nella parte acuta ed un altro nella parte bassa, si aveva il sistema perfetto. Fu illustrato per la prima volta da Euclide nel IV sec. a. C.  Alla fine dell’armonia (scala ), si metteva un’altra nota fuori dal contesto per chiudere, chiamata Proslambanomenos. Osserviamo nell’esempio come si presenta:

 

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