Le Scale Maggiori e il Sistema Tonale
Il meccanismo del “Sistema Tonale” si serve in modo sistematico di quelle che vengono definite “Alterazioni” che è un discorso legato agli intervalli perché tramite queste, si posso allargare o restringere di conseguenza, manipolarli a piacere per cui, per prima cosa ci soffermeremo dettagliatamente su questi.
L’alterazione è un segno convenzionale che ha lo scopo di modificare l’ampiezza di un intervallo che, come si è detto, costituisce la base di una melodia. Volendo si possono cambiare le note di una melodia, ma se il rapporto degli intervalli rimane lo stesso, la melodia non cambia, solo risulterà più alta o meno alta. Da qui vediamo, nella musica, l’importanza che possono avere gli intervalli, ora, se questi intervalli si possono modificare con le alterazioni, vediamo che l0importanza di quelle, è pure notevole nell’ambito musicale |
L’alterazione quindi sposta una nota vero l’alto o verso il basso, di un mezzo tono, allargando quindi l’intervallo da un lato di 1/2 Tono e restringendolo dall’altro sempre di 1/2 Tono. Esistono quindi due categorie di alterazioni una che alza la nota e l’altra che l’abbassa. L’alterazione che alza la nota si chiama “diesis” e si scrive così # Quella che abbassa la nota si chiama “bemolle” e si scrive così b . Esiste oltre a questo, un’altra alterazione che, se vogliamo essere precisi, nemmeno si tratta di alterazione perché la sua funzione è quella di far tornare la nota al suo stato naturale; questo segno convenzionale si chiama “bequadro” e si scrive così |
Volendo, anche se questo segno riconduce allo stato naturale una note, lo si potrebbe anche interpretare come una vera alterazione perché ad esempio siamo nella scala di SOL la quale scala ha una nota alterata, il FA che diventa FA# e davanti a questa nota si mette il bequadro, considerando la posizione naturale del FA, in detta scala è appunto FA# , eliminando l’alterazione tramite il bequadro, è un po’ come “alterare” la sua posizione naturale modificandola. A parte queste “finezze”, quello che dovete ricordare è che quando appare il bequadro, il diesis o bemolle spariscono davanti alla nota |
Esistono anche le doppie alterazioni che ovviamente spostano la nota non più di 1/2 Tono, ma di 1 Tono completo. Il doppio diesis si scrive X
E il doppio bemolle si scrive così bb |
Alterazioni di Passaggio e Alterazioni in Chiave
Alterazioni di passaggio
L’alterazione di passaggio la si può trovare di tanto in tanto, durante l’esecuzione di un brano musicale, essa si trova appunto di “passaggio” nel senso che non fa parte della tonalità che si sta suonando, il suo scopo è quello di abbellire il brano, arricchirlo ecc |
L’alterazione in chiave
L’alterazione in chiave invece, fa parte dell’impalcatura armonica in cui si muove il brano, e ne costituisce praticamente l’ossatura. Queste alterazioni quindi, fanno parte di un sistema molto più complesso chiamato appunto “Sistema Tonale” Esso rappresenta praticamente il sunto di tutto quello che si è detto fino ad ora nel presente argomento |
Il Sistema Tonale
Abbiamo visto come è strutturata la scala musicale europea e la sua sequenza di intervalli che la rendono tipica; con le caratteristiche sonore che ben conosciamo; ora vedremo il meccanismo non di una sola scala di questo tipo, ma di tutto il meccanismo tonale che collega queste scale fra loro. Anche se, come si è detto, la cadenza non cambia in quanto il rapporto degli intervalli rimane sempre lo stesso, qualcosa di diverso rimane comunque in quanto queste scale si trovano ad altezze sonore diverse
Come in matematica la tabellina ha una sua struttura, così nella musica il sistema tonale (tutto il meccanismo che riguarda le alterazioni) ha delle regole fisse, pertanto riportiamo le due formule che potremo considerare come schemi guida, tramite i quali potremo fare i nostri lavori. Esse costituiscono la base per tutte le nostre attività rivolte in questo senso; per questo motivo dovranno essere memorizzate |
Formula A |
Formula B |
Alterazioni ascendenti diesis # |
Alterazioni discendenti bemolli b |
FA# DO# SOL# RE# LA# MI# SI# |
SIb MIb LAb REb SOLb DOb FAb |
La Scala di DO
La scala Maggiore più conosciuta (Poi diremo anche perché si chiamano “Maggiori”), è quella di DO ed è l’unica a non avere note alterate; alla tastiera viene eseguita solo con tasti bianchi. Eccola esposta graficamente |
Come possiamo notare, gli intervalli rispettano sempre l’ordine che abbiamo visto prima. A tale proposito, nelle pagine successive, vi verranno proposti argomenti che riguardano la diteggiatura pianistica e anche quella flautistica, in modo tale che possiate eseguire queste scale e le melodie costruite su esse, con questi strumenti. Sarà meno piacevole che non suonare una facile melodia, ma molto utile per acquisire la tecnica strumentale. Non dobbiamo dimenticare che per fare bene una cosa, ci vuole fantasia, musicalità, estro ecc. ma anche tecnica e metodo |
Diteggiatura Applicata Alla Tastiera e al Flauto
Per acquisire agilità con le dita, è opportuno eseguire la scala tante volte con lo strumento. Nell’esercizio che segue, la scala di DO verrà trattata con la diteggiatura per tastiera e anche per flauto, onde ottenere una padronanza maggiore di questi strumenti. |
Tastiera
Flauto
Scale Maggiori, con Alterazioni Ascendenti
Abbiamo detto che possiamo costruire una scala maggiore partendo da una nota qualunque, purché venga rispettata la successione degli intervalli vista prima. Per fare ciò, dobbiamo ricorrere alle alterazioni. Infatti se ad esempio partiamo dal RE Basso e terminiamo al RE acuto senza alterare alcuna nota, la scala ci risulterebbe poco gradevole e senza senso, almeno per l’orecchio e il gusto degli occidentali; proviamo a sperimentarlo con uno strumento, magari il piano |
E ora ci mettiamo le alterazioni e ci accorgeremo che decisamente, la cose andranno meglio |
Con le alterazioni messe al punto giusto, si può quindi manipolare la grandezza degli intervalli secondo le necessità, organizzando la sequenza degli intervalli secondo il modello della scala maggiore (appena visto), indipendentemente dalla nota su cui comincia o termina la scala. Ma come si è fatto per capire che nella scala di RE occorre alterare due note, il FA e il DO? Bella domanda vero? Niente di strano…c’è una precisa regola che ci consente di localizzare le note che in una scala devono essere alterate al fine di sentire il tutto gradevole |
Quello che sta alla base del “Sistema Tonale” , come regola fondamentale, frutto dello studio di illustri teorici e pure valenti musicisti del passato, sono praticamente due formule, di cui nelle pagine precedenti abbiamo avuto solo un’anteprima, che ovviamente dovranno essere memorizzate, esattamente come è per le tabelline pitagoriche. Per ricordare appunto che sono molto importanti, e per facilitarne la memorizzazione, ve le presenteremo molto evidenziate; ecco la prima |
Formula per le Scale con Alterazioni Ascendenti
Formula A |
FA# DO# SOL# RE# LA# MI# SI# |
Scale Maggiori Con Alterazioni Ascendenti (diesis)= #
Cosa vuole dire tutto questo? Vuole dire che la prima nota a subire l’alterazione ascendente, è il FA che diventerà FA#. La seconda nota sarà il DO che diventerà DO# ma, cosa molto importante da sapere, quando il DO è diesizzato, resterà diesizzato, in automatico, anche FA. La terza nota che sarà diesizzata sarà il SOL che diventerà SOL# ….Anche in questo caso, quando il SOL ha il diesis (#), in automatico pure il FA e il DO avranno sempre il loro diesis. Proseguendo l’argomento in questo ordine di idee, l’ultima nota ad essere diesizzata, sarà il SI e anche in questo caso, quando il SI è diesizzato, tutte le altre note che la precedono, avranno la loro alterazione ascendente ovvero il “diesis (#) da come si può osservare nella formula “A” che vediamo più in alto |
Il problema, come detto prima, è quello di sapere quali sono le note che in una scala di questo tipo (Maggiore), dovranno essere alterate e quali no, sempre per realizzare lo scopo di mantenere la stessa successione di intervalli desiderata. Dato che sarebbe leggermente complicato prendere gli intervalli uno per uno e vedere quale deve essere allargato o ristretto con l’alterazione, esiste un procedimento, sia per le alterazioni ascendenti che per quelle discendenti, atto a semplificare ogni cosa |
Il procedimento, per sapere quali note bisogna alterare in una scala appartenente al gruppo di quelle con alterazioni ascendenti, è il seguente: lapenultima nota della scala in questione (in questo caso il DO), viene considerata come l’ultima nota della formula “A” che riportiamo qui sotto |
Rimane evidente che la penultima nota della scala qui sopra riportata, è un DO
Stabilito questo, si esamina la formula “A” di cui si è detto, e si prenderanno in considerazione soltanto le note che precedono questo limite (del DO) al che, solo quelle risulteranno idonee per essere dirizzate; esse sono il FA e il DO |
Scala di LA Maggiore
Ecco ora una scala che incomincia sulla nota LA e pertanto darà il nome all’intera scala. Anche in questa scala tuttavia, i rapporti fra i diversi intervalli, saranno sempre gli stessi per cui, al nostro udito, nulla cambia |
Anche in questo caso, sentirla così come è scritta, non si adatta al nostro gusto perché gli intervalli non sono disposti secondo la nostra percezione abituale per cui, sempre seguendo lo stesso metodo ovvero, considerando la penultima nota della scala, che è SOL come ultima della formula, avremo tale risultato |
Eseguendo queste scale con le note alterate al flauto o alla tastiera secondo il procedimento illustrato, ci rendiamo conto che la successione degli intervalli si adatta al nostro gusto musicale. Per ottenere una buona padronanza dello strumento, sia al flauto che al piano, sarà molto utile fare diverse volte la scala e sarà anche molto divertente cercare di “indovinare” su quale scala musicale è costruita una melodia quando appunto suoniamo un brano musicale |
Considerando che la penultima nota di questa scala è un RE, le alterazioni saranno; |
Lo stesso meccanismo può essere applicato anche alle altre scale con alterazioni
ascendenti che sono le seguenti: |
SOL Maggiore | inizia e termina sulla nota SOL |
SI Maggiore | inizia e termina sulla nota SI |
FA# Maggiore | inizia e termina sulla nota FA# |
DO# Maggiore | inizia e termina sulla nota DO# |
Le due ultime scale hanno la particolarità di iniziare e terminare su una nota già alterata; tuttavia ciò non deve assolutamente creare confusione in quanto il meccanismo rimane sempre lo stesso; inoltre la scala di DO Maggiore comprende tutto la formula “A” al completo
Poiché non risulta migliore insegnante che noi stessi, ovviamente avvalendoci delle esperienze fatte e dalle tracce o imput ricevuti, credo sia una buona idea non proporvi tutte le scale di codesta categoria, ma solo una parte in modo che le altre, quelle elencate qui sopra, una volta acquisite le regole e i meccanismi, le possiate scrivere e magari poi, suonarle con lo strumento. Se ci riuscirete, potrete ritenervi piuttosto soddisfatti. Vediamo ora l’altra categoria di scale sintetizzata nella formula “B”; le scale con alterazioni discendenti….bemolle (b) |
Formula Per le Scale con Alterazioni Discendenti
Formula B |
SIb MIb LAb REb SOLb DOb FAb |
Scale Maggiori con Alterazioni Discendenti (bemolle) = b
Vediamo ora il procedimento da usare per localizzare le note che subiscono l’alterazione discendente ossia il bemolle b Innanzi tutto dobbiamo tenere presente che le scale di questa categoria iniziano tutte con una nota già bemollizzata, tranne una che vedremo più avanti. Per individuare queste alterazioni discendenti, seguiremo il seguente procedimento: esaminando la prima nota della scala che è già bemollizzata, la consideriamo come la penultima dello schema “B” che riportiamo qui sotto per intero; tutte quelle che stanno prima, compresa la penultima e l’ultima sono bemollizzate
Anche questa volta, come lo è stato per i diesis (#) cominceremo con la scala di RE prima senza alterazioni le dopo con le alterazioni (è vero che quella senza alterazioni, già vi è stata proposta, ma a me piace la precisione e per amore di quella, ripropongo la scala di RE senza alterazioni (tra l’altro tale scala, nel medio evo, era molto sentita dalla gente e a una sua precisa collocazione nelle scale modali ideate da Flacco Acuino, Consigliere e musico di Carlo Magno |
Ecco il metodo, o regola, per localizzare le note che in questa scala dovranno essere bemollizzate ovvero,che devono avere l’alterazione discendente: |
La prima nota della scala (in questo caso è un RE) dovrà essere considerata la penultima nota della formula quindi, tutte le note che nella formula la precedono inclusa quella che segue ( in quanto è penultima) dovranno avere l’alterazione discendente; il bemolle (b)…Considerando che la prima nota di questa scala è un RE che diventerà penultima delle note della formula…..ecco quello che succederà |
Passiamo ora ad un’altra scala di questa categoria …la scala di LAb Maggiore |
Stando alla presente regola, la prima nota della scala, il LA, diventerà penultima della formula per cui avremo: |
Nella scala di DO b Maggiore, tutte le note sono alterate; in questo caso allora, si utilizzerà la formula “B” al completo. La scala di DO ha le seguenti caratteristiche; nessuna alterazione, tutte le alterazioni ascendenti se è la scala di DO# (formula completa) o tutte le alterazioni discendenti se è la scala di DOb (formula completa). Le altre scale con alterazioni discendenti, oltre a quelle utilizzate per gli esempi sono: SI b Maggiore …..Mi b Maggiore ……SOL b Maggiore…..FA Maggiore.
La scala di FA Maggiore è l’unica, di questa categoria, che comincia su una nota non alterata, pertanto basta ricordare che possiede una sola nota bemollizzata, cioè il SI… per tutte le altre, il procedimento è quello che abbiamo seguito |
In Sintesi
Procedimento per localizzare le alterazioni nelle scale Maggiori
Alterazioni Ascendenti ( Diesis # )
La penultima nota della scala, diventa l’ultima nota della formula A
Formula A: |
Tutte le note che la precedono, inclusa quella, devono essere diesizzate. |
FA |
DO |
SOL |
RE |
LA |
MI |
SI |
Alterazioni Discendenti (Bemolle b)
La prima nota della scala, già bemollizzata, diventa la penultima della formula B
Formula B: |
Tutte le note che la precedono, la nota in questione e la prima che segue, devono essere bemollizzate.
|
SI |
MI |
LA |
RE |
SOL |
DO |
FA |
Scala di FA Maggiore
La scala di FA Maggiore, inizia e termina su una nota non alterata (naturale) ovvero, il FA; tale scala ha solamente la nota alterata; il SI, che sarà bemollizzata |
Sequenza degli intervalli nella scala Maggiore
1° |
Intervallo |
è formato da un tono |
2° |
Intervallo |
è formato da un tono |
3° |
Intervallo |
è formato da ½ tono |
4° |
Intervallo |
è formato da un tono |
5° |
Intervallo |
è formato da un tono |
6° |
Intervallo |
è formato da un tono |
7° |
Intervallo |
è formato da ½ tono |
Sperimentiamo
Ora vi presentiamo le scale Maggiori senza note alterate; per ognuna di esse voi dovrete trovare le note che dovranno essere alterate, evitando di guardare nelle pagine precedenti per ovvi motivi ma piuttosto, facendo riferimento agli schemi “A” e “B” che per facilitarvi il lavoro, vi riportiamo qui sotto; prima lo schema “A” e dopo quello “B” |
Incominciamo con le scale legate alla formula “A” quelle con alterazioni ascendenti di cui questo è lo schema o formula
FA - DO - SOL - RE - LA - MI - SI |
1° Esercizio
2° Esercizio
3° Esercizio
4° Esercizio
5° Esercizio
Continuiamo le nostre esercitazioni e utilizzano la formula “B” quella per indicare le alterazioni discendenti (bemolli = b)
SI - MI - LA - RE - SOL - DO - FA |
6° Esercizio
7° Esercizio
8° Esercizio
9° Esercizio
10° Esercizio
11° Esercizio