Intonazione degli intervalli

 

 

Questo capitolo in un certo senso è la sintesi dei precedenti che riguardano gli intervalli. Infatti questi, gli intervalli, dopo averli visti sotto molti aspetti…ora li esamineremo dal punto di vista sonoro….Voi stessi vi renderete conto che gli intervalli, più ancora che la nota in se stessa, stanno alla base della melodia. Seguendo le tracce dei motivi guida, vi accorgerete con sorpresa, di essere in grado di intonare qualunque tipo di intervallo o perlomeno di migliorare notevolmente la vostra intonazione, nel caso siate stonati per natura.

 

Canticchiamo una melodia

 

Nei capitoli precedenti, abbiamo visto gli intervalli sotto diversi aspetti, prima attraverso la tastiera, al fine di stabilirne l’ampiezza, quindi, rappresentati graficamente ed infine, con un metodo finalizzato ad una lettura rapida degli stessi. Ora trattiamo gli intervalli per quello che sono realmente, ossia, due suoni di diversa altezza che voi dovrete riuscire ad intonare correttamente senza l’ausilio di uno strumento

 

Intonazione degli intervalli

 

Per memorizzare gli intervalli senza ricorrere all’aiuto di uno strumento, un metodo utilissimo è quello usato un tempo dal monaco aretino Guido d’Arezzo (995-1050) di cui parleremo nella storia della musica, da Zoltan Kodali e in tempi moderni, dal maestro Roberto Goitre. Quest’ultimo escogitò un metodo molto semplice: cantare una melodia per ricordarne gli intervalli, in modo tale da poterli utilizzare per altre melodie Nell’apprendimento della musica è molto utile stabilire una tecnica per l’intonazione,onde poter assimilare il rapporto delle note che costituiscono l’intervallo che praticamente è la cosa più importante.
 
Quando avremo memorizzato in modo completo gli intervalli, e saremo in grado di intonarli senza l’ausilio di uno strumento e senza confonderci quando un’altra voce intona una parte diversa, allora potremo dire di aver iniziato a capire qualcosa di musica, perché avremo incominciato ad interiorizzarla. Infatti qualunque melodia che si suona, è bene cantarla anche mentalmente prima e durante l’esecuzione; in questo modo si stabilisce un rapporto più stretto con la musica stessa. Ovviamente per cantare non si intende il canto a piena voce, ma solamente “intonare e canticchiare” interiormente la melodia. E’ un errore pensare che siano poche le persone portate per la musica e che le altre, magari solo perché un po’ stonate non lo siano. E’ chiaro che quelle intonate sono più facilitate, ma anche le meno dotate musicalmente, dopo un adeguato tirocinio, possono conseguire risultati positivi ed insperati. Guido d’Arezzo usava come ausilio mnemonico, allo scopo di far ricordare ai suoi allievi la successione degli intervalli, la prima nota di ognuna delle sei strofe di un canto a quei tempi famosissimo

 

L’Inno a S. Giovanni

 

L’Inno a S. Giovanni dal quale, oltre che gli intervalli, ricavò pure il nome delle note della scala attuale. Tale Inno è importante non solo perché ha dato il nome alle note che conosciamo, ma perché costituisce probabilmente la prima tappa di questa metodologia. A titolo di curiosità, vi presentiamo l’Inno di cui G. d’Arezzo si servì per le sue attività didattiche.

 

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Allo scopo di affrontare questa nuova esperienza, vi presentiamo una serie di “motivi guida” che hanno la funzione di aiutarvi a memorizzare ed intonare gli intervalli. Cominciamo l’attività cercando di cantare anche quelli per solo strumento; in tal caso potete “canticchiare” la melodia usando parole “non sense”, esempio trallallero….trallalà…,l’importante è stabilire il giusto rapporto voce-intervallo; del resto, per le nostre elaborazioni, sono sufficienti le prime note. Quando ci viene data una nota, ad esempio DO, sulla base di essa possiamo intonare il MI formando una terza maggiore (2 toni); in seguito, dopo aver intonato il MI, potremo intonare il SOL che in rapporto al MI, forma una terza minore.

 

 

Intoniamo il MI Sulla Base del DO

 

Per intonare in modo corretto il primo dei due intervalli (terza maggiore e terza minore), utilizziamo, come modello mnemonico, la canzone Marina

 

Mi sono innamorato di Marina     ( Prima parte)

 

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Le prime due note DO MI, cadono sulle sillabe mi so; intervallo di terza maggiore formato da due toni. Questo intervallo si ripete più di una volta

 

 

Intoniamo il SOL sulla base di MI

 

Per intonare una terza minore (1Tono e ½) utilizziamo il ritornello della stessa canzone che dice:

 

Marina, Marina  Marina … (Seconda parte)

 

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Nella seconda strofa, l’intervallo di 3° minore, cade sulla sillaba ri – na. Se dopo aver canticchiato queste due note ci accorgiamo di non aver commesso stonature, saremo sicuri di aver intonato l’intervallo desiderato

 

Intoniamo il SOL Sulla Base del DO

 

Per questo intervallo (5° Giusta) ci serviremo della nota canzone degli alpini “Sul Cappello” ecco i primi versi:

 

Sul cappello, sul cappello che noi portiamo…

 

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Le prime due sillabe sul cap cadono su due note la cui distanza forma una quinta giusta. Anche RE - LA oppure MI - SI o ancora SIb e FA formano una quinta giusta, ma come abbiamo detto prima, per comodità dei principianti, pensiamo come quinta giusta, solamente DO - SOL

 

 

Intoniamo il FA sulla base del DO   (Non c’è testo)

 

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Essendo che questo motivo ci è molto familiare in quanto è stato utilizzato come sigla dell’Eurovisione, esso ci facilita la memorizzazione dell’intervallo di quarta giusta (le prime due note DO FA). Il brano scelto, appartiene al genere dotto del sec XVIII oggi usato come sigla

 

 

Intoniamo il RE Sulla Base del DO

 

Questa canzone in stile Country, rievoca il Far West e noi la useremo per le nostre elaborazioni….Incomincia così:

 

Arrivai dall’Alabama con il banjo ed un cappel…..

 

into

 

Le prime due sillabe Ar – ri cadono su due note la cui distanza tra loro è di un tono ovvero, DO - RE Altri intervalli di un Tono sono: RE - MI - MI - FA# - FA - SOL - SIb - DO
 
Questa è una delle più celebri canzoni di Foster. Egli fu senz’altro uno dei più grandi interpreti di questo filone

 

 

Intoniamo il REb Sulla Base del DO    (Non c’è testo)

 

Per l’intervallo di 2° minore (1/2 Tono) utilizziamo il famoso brano di Beethoven Per Elisa. Le prime due note del motivo, formano un intervallo di 2° minore. (1/2 Tono) Altri intervalli di 1/2 Tono sono: MI - FA - SI - DO - LA - SIb ecc

 

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Nell’originale, le prima due note sono MI RE# anziché REb DO, da come risulta nell’esempio riportato, ma poiché in questa metodologia ci ispiriamo, in parte, a quella di Goitre, allo scopo di semplificare e rendere il tutto più semplice per il discente, riconduciamo ogni cosa alla base di DO e da li, faremo le nostre elaborazioni

 

 

Intoniamo il LA Sulla Base del DO

 

Per i nostri lavori, questa volta abbiamo scelto: La Traviata di Verdi

 

Libiam ne Lieti Calici…..

 

into

 

Nell’Opera La Traviata, i personaggi, a differenza di molte altre Opere di Verdi, rispecchiano la realtà ottocentesca della gente comune, quasi fosse una anticipazione del Verismo

 

 

Intoniamo il LAb Sulla Base del DO

 

Grazie amore mio…

 

into

 

Anche questa melodia è stata adattata alle nostre esigenze didattiche ispirate alla metodologia di Goitre che riconduce tutti gli intervalli sulla basa del DO. L’intervallo interessato, è formato dalle due prime note del brano (Gra-ziea) che poi si ripeterà ancora Questa canzone, è la colonna sonora del film omonimo che negli anni ’70, riscosse un notevole successo per la sua trama commovente

 

 

Intoniamo il FA# Sulla Base del DO

 

Maria…

into

 

L’intervallo che ci interessa, cioè quello di 4° eccedente formato da DO - FA# (tre Toni) si trova a cavallo della prima e seconda battuta. Il brano sarebbe in MIb ma per le nostre esigenze didattiche, è stato abbassato di qualche grado affinché la nota base risulti essere sempre DO. Questo intervallo è molto duro e poco piacevole all’udito, ma nel contesto di questo brano, ha il suo fascino.
 
Il salto diretto di tre toni (4° eccedente), nel medio-evo e anche molto più tardi, era proibito dalla chiesa perché considerato diabolico ( diabulus in musica ) a causa dell’ambiente sinistro che creava. Sembra che la colonna sonora di Profondo Rosso si sia ispirata ad un salmo di Baldassarre Vitali in cui è contenuto appunto, questo intervallo. Procedendo in questa metodologia, mentre ci divertivamo a cantare, abbiamo memorizzato gli intervalli, imparando la musica facendo musica. Ovviamente per tale scopo, si possono utilizzare anche altre canzoni purché siano famose ovvero, familiari al nostro udito e si prestino per i nostri scopi

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