Lettura rapida degli intervalli

 

1° Argomento Lettura rapida degli intervalli

 

L’argomento degli intervalli in questo capitolo viene ripreso e visualizzato non più sulla tastiera, ma sul pentagramma con alcuni accorgimenti che consentono una rapida lettura dello spartito. A tal fine vi verranno presentate delle attività mirate al raggiungimento degli obiettivi prefissati . 

 

Intervalli di terza Maggiore e minore

 

In precedenza, abbiamo visto cosa sono e come vengono disposti gli intervalli, adesso vediamo in particolare modo, quelli formati da due tono e quelli da un tono e mezzo. I primi sono chiamati intervalli di terza maggiore; esempio

 

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Gli altri invece sono chiamati intervalli di terza minore; esempio

 

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L’unione di questi due intervalli ne forma un altro chiamato quinta giusta; intervallo fondamentale nella musica tonale; esempio

 

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Intervallo di 3° Maggiore + Intervallo di 3° minore = 5° Giusta

 

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Gli intervalli di quinta e quarta, vengono chiamati rispettivamente, “quinta giusta” e “quarta giusta”, quando la seconda nota si trova nella scala maggiore o minore della prima nota

 

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La 4° Giusta è come se la prima nota, in questo caso il DO, facesse riferimento al FA (alla quarta nota) e che quindi fosse la sua Dominante che si ritrova fra i suoi armonici

 

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Potrete divertirvi voi stessi nel scegliere una nota e di quella trovare la 5° o la 4° Giusta

 

Denominazione ed Ampiezza Degli Intervalli

 

Gli intervalli prendono il nome dal numero delle note che li formano Esempio

 

6° Maggiore

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6° Maggiore

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La nota LA, si trova nella scala di DO Maggiore per cui l’intervallo è di 6° Maggiore. Pure la nota SOL si ritrova nella scala di SIb Maggiore quindi, per questo motivo anche il secondo intervallo è di una 6° Maggiore

 

6° Maggiore

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Nella scala di DO minore (relativa di MIb Maggiore) troviamo il LAb per cui l’intervallo è di 6° minore

 

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Nella scala di RE minore, relativa di FA Maggiore, troviamo il SIb per cui l’intervallo è di 6° minore
 
Se la seconda nota è abbassata di mezzo tono rispetto a quello che sarebbe nella scala maggiore, l’intervallo viene detto minore, mentre se è abbassato di due semitoni (ovvero un tono), si dirà diminuita.

 

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La considerazione dei concetti “Diminuita” ,“Eccedente” è puramente teorica; infatti la quarta diminuita ( DO FAb), è in realtà una terza maggiore identica a DO MI.  A mio avviso, continuando in questo ordine di idee, si arriverà ad una teoria puramente fine a se stessa quando invece, la musica è una disciplina decisamente pratica infatti si può studiare e approfondire questi argomenti, ma se l’orecchio non sente suoni, non ci sarà mai musica; comunque sia, è sempre bene avere una base teorica per padroneggiare meglio la disciplina. Naturalmente ci stiamo avventurando in un argomento complesso che potrà essere sviluppato solo da coloro che avranno il desiderio di conoscerlo e approfondirlo, magari continuando gli studi in un Conservatorio o in un Liceo Musicale.

 

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In teoria, l’accordo di 2° Maggiore, potrebbe essere considerato anche minore in quante lo troviamo sia nella scala Maggiore che in quella minore, ma per distinguere meglio, poiché il Tono è più grande del semitono, si dirà Maggiore l’uno e minore l’altro. A mio avviso (è una considerazione personale) questi sono solo dettagli perché sarebbe sufficiente dire Di 1 Tono o dire 1/2 Tono Vediamo ora una tecnica di lettura rapida degli intervalli ideata da uno che a mio avviso, può essere considerato un grande nel campo della didattica moderna Roberto Goitre

 

Lettura rapida degli intervalli

 

Lettura degli intervalli secondo la metodologia di R. Goitre

 

Uno dei problemi principali nell’apprendimento della musica per il principiante, è quello di riuscire a leggere le note in modo rapido, senza perdere il ritmo della melodia che si sta suonando o cantando. Il procedimento graduale della conoscenza della musica ci consente di leggere e suonare brani a prima vista, via via sempre più complessi. Per acquisire dimestichezza con il programma, faremo in parte, riferimento, alla metodologia di Roberto Goitre, musicologo contemporaneo
 
Anziché considerare le note nella loro naturale successione es. DO RE MI FA SOL LA SI DO, le collocheremo in modo alterno, una si e una no, es. DO - MI - SOL - SI - RE - FA - LA - DO. La sequenza delle note, disposte in questo modo sarà riportata integralmente sulle righe e sugli spazi.

 

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In questo caso, non deve interessare più di tanto sapere se questi intervalli di 3° sono Maggiori o minori; quello che potrebbe essere utile per il principiante è questo: se le due note che confrontiamo per sapere il tipo di intervallo sono entrambe sulle righe (oppure entrambe sugli spazi) l’intervallo è un numero dispari, se invece le note che formano tale intervallo una è sulle righe e l’altra sugli spazi (o viceversa) l’intervallo forma un numero pari ….ecco a voi ora, altri esempi.

 

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Ecco ora il tipo di esercizio che non sarebbe male fare per sveltire l’occhio nella lettura degli intervalli…Tenendo sempre in mente che l’intervallo di numero pari è formato da una nota che si trova sulla riga e l’altra sullo spazio ( o viceversa) e l’intervallo di numero dispari ha le due note entrambe sugli spazi o entrambe sulle righe, il discente internauta dovrà abituarsi a leggere questi intervalli aritmicamente e, sempre aritmicamente declamare, in concomitanza con il battito delle mani, l’intervallo che sta leggendo….una cosa di questo genere:

 

Terza….Seconda…Sesta…Settima…ecc.

 

Al battito delle mani, ritmato, deve corrispondere la declamazione dell’intervallo come sopra è dimostrato. Ora vi riporteremo alcune sequenze di intervalli che, per ricordare che si tratta solo di esercitazioni e non di musica vera e propria, i pallini (le note) saranno scritte in piccolo….Buon divertimento

 

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Volendo potrete preparare voi stessi dei lavori tipo questo appena visto; come esercizio…In tal caso lascio una bella pagina tutta pentagrammata, in cui potrete scrivere, dopo averla magari scaricata, questi intervalli a vostro piacere, e poi accingervi a declamarli ritmicamente

 

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