E’ nata prima la Musica o prima la Scuola?
Per fare musica, ci vuole prima una scuola da cui poterla imparare, ma se c’è una scuola, ci deve già essere un po’ di musica, affinché qualcuno la possa insegnare. Stranamente queste due cose Musica e Scuola, che sembrerebbero l’una il derivato dell’altra sovente, il più delle volte sono come in guerra fra loro, in un continuo contrasto e questo, a danno della musica stessa (e di quelli che la vogliono imparare) a dispetto dell’istituzione scolastica che avrebbe invece la pretesa di insegnarla; trovo che come paradosso, non sia male. Perché l’uomo (e la donna) ascolta la musica? Perché gli piace indubbiamente, ma perché gli piace? Bella domanda vero? Diciamo che la domanda è bella perché presumo, sia quasi impossibile dare una risposta logica ed oggettiva. Resta il fatto comunque che la gente ascolta musica e per questo, attorno ad essa ruotano miliardi e ancora miliardi. Alle menti non illuminate, tutto ciò può sembrare che quest’arte sia cosa amena e banale ma se, come detto, attorno ad essa ruotano i miliardi che sono di fatto, come potenzialità reali nell’ambito di una società, tanto banale non è.
La cosa interessante è che, malgrado quello che si andava dicendo fino a non molto tempo fa (e mi auguro che sia soltanto fino a non molto tempo fa), è che la musicalità sarebbe privilegio di pochi baciati in fronte dalla dea Musica, e destinati per questo, ad un avvenire roseo, fiabesco e leggendario (un po’ come per i rampolli delle Case Reali). La musica invece, è destinata a tutta l’umanità come il dono della parola, della riflessione, della capacità di intendere e volere ecc.
L’Olimpo della Musica... il Conservatorio
Infatti anche se non tutti sono musicisti (per esserlo, bisogna ovviamente impegnarsi negli studi previsti per questo scopo), tutta la gente è musicale altrimenti non ruoterebbe attorno ad essa, come detto, miliardi e miliardi; se c’è una circolazione commerciale, ci sarà anche un consumo e quindi, un interesse da parte degli utenti.
Tornando per un attimo a quella falsa concezione in cui si considerano idonei alla musica solo pochissime persone, in realtà può sembrare così solo perché alcune persone, oltre che godere delle circostanze favorevoli che le indirizzano su quella strada, hanno pure la volontà, il desiderio e la passione che le induce a scegliere tale disciplina, mettendola al di sopra delle altre.
Magari altri invece, pur avendo una buona musicalità, hanno altre preferenze e di conseguenza faranno altre scelte, ma non per questo tali persone saranno meno musicali. Vi è da dire inoltre, che non siamo tutti uguali; alcuni sono dei geni ovvero, le circostanze hanno favorito in loro uno sviluppo ulteriore delle loro possibilità rispetto ad altri. Alcuni scienziati sostengono che l’essere umano, a causa delle circostanze sfavorevoli che influenzano negativamente la sua vita, non usa che un millesimo delle sue potenzialità intellettive così che, se uno riuscisse ad usarne due millesimi, diventa altro che genio….super genio direi…e questo non solo nel campo musicale, ma in ogni altro campo delle discipline e del sapere.
Al di là di quanto detto però, la musicalità negli esseri umani, a prescindere dal loro quoziente intellettivo, ce l'hanno tutti. E' un qualche cosa che si ritrova in tutti i soggetti; l’esserne esclusi, non avere questa inclinazione, equivale ad avere dei seri problemi di tipo psicologico. In riferimento quindi al falso concetto che considera la musicalità come un segno di distinzione e di privilegio di pochi e per questo non di tutti, possiamo immaginare quanti errori (e dico errori perché voglio essere gentile) sono stati fatti nei Conservatori, le scuole di Musica per eccellenza, in riferimento all’iscrizione dei nuovi aspiranti (la bocciatura di Giuseppe Verdi al Conservatorio di Milano, ne è un tipico esempio). Infatti, per entrare nel Conservatorio ed intraprendere gli studi musicali, si deve procedere agli esami attitudinali nei quali, il futuro allievo dimostrerà davanti ad una Commissione, che è idoneo ad intrapprendere lo studio della musica (se la musica tranquillizza il neonato quando piange, credo che a questa lo siano tutti). Quello che voglio dire quindi, è che se a uno piace la musica e la vuole studiare, non può iscriversi al Conservatorio così … prima deve fare questo esame attitudinale per dimostrare che lui (lei) è un prescelto dal destino per lo studio di questa arte.
Gli esami attitudinali presso il Conservatorio
Ecco come avviene il cosi detto esame delle attitudini musicali…e quando ci penso, non so se devo mettermi a ridere o a piangere…. diciamo che mi metterei a piangere, se non fosse che mi scappa da ridere…siete pronti dunque? Inizia lo spettacolo: il Maestro batte alcuni colpi sul tavolo, magari uno lungo e gli altri due corti (tipo alfabeto morse) e l’allievo deve ripetere tale e quale, quello che ha fatto il Maestro.
A questo punto ecco il …punto: se il candidato rientra nella rosa dei prescelti, o privilegiati, o beniamini dei baronetti, non ci sono problemi, ma se non è così, il discorso cambia; se non è un prescelto (magari che so…i loro genitori non hanno dimostrato quella sufficiente deferenza nei confronti degli insegnanti o cose simili), questo esame non lo supererà mai e magari, a dispetto di tutti, se l’alunno riesce ugualmente a superare la prima prova, allora si insisterà con altre sequenze di colpi sul tavolo, più complesse; un battito lungo, altri due veloci, un altro lungo, ma un po’ meno del primo, altri quattro veloci ma non proprio veloci come i primi due…soltanto un pochino meno …poi altri due o tre lenti, ma l’ultimo, più lento ancora….e avanti cosi per diversi minuti finché tutti non si ritrovano come sommersi in un mare di colpi lunghi, corti, semi corti, semi lunghi, lunghissimi...tanto che lo stesso insegnante, protagonista di queste esibizioni, non si perderà pure lui fra tutti questi colpi ma in fondo che importa?
Il suo scopo, se si è proprio deciso di incastrare il ragazzino, sarà di emettere una valutazione sfavorevole e il suo giudizio sarà insindacabile, perché lui (il Maestro) è un prescelto dalla dea Musica (e chi si osa affermare il contrario?), quindi potrà dire: “Hai sbagliato, non era così…era il secondo più lungo del primo e non il terzo più lungo del secondo…. il secondo era meno lungo del primo, ma solo un pochino, e più corto del terzo, invece il terzo era ancora più corto del quarto il quale, a sua volte, lo era un po’ meno del terzultimo e non come lo hai fatto tu, ma un po’ meno rispetto al quinto… e via dicendo …non hai il senso ritmico e quindi non sei idoneo…???" Il bello è che a questa manifestazione, viene data una immagine di grande professionalità….
A volte mi chiedo: chissà a quanti potenziali G. Verdi sono state tagliate le gambe (o le ali) in questo modo…..Ho saputo di un ragazzino che voleva iscriversi; suo fratello maggiore era già iscritto ma ahimé, tale fratello maggiore si era messo in urto con gli insegnanti. Inutile dire che il fratellino, che già aveva imparato per i fatti suoi a suonare la chitarra e il basso tuba, anche se non aveva nessuna responsabilità dei rapporti negativi che il fratello maggiore aveva instaurato con gli insegnanti, ne pagò le conseguenze; infatti non fu ammesso grazie a questi curiosi giochetti.
Tra l’altro la pagliacciata ( a questo punto è il caso di chiamarla così) durò parecchio in quanto il ragazzo ripeteva in modo corretto e in modo molto evidente, le manifestazioni ritmiche proposte dall’insegnante al che, questi sempre più irritato, continuava con altre manifestazioni ancora più complesse (come per i giochetti dei computer al bar che quando vinci, gli stessi vengono riproposti in modo più difficile) tanto da creare alla fine, un grandissimo imbarazzo e grandissima tensione fra tutti i presenti, perfino fra gli stessi professori che assistevano in quanto, le vere intenzioni di quell’insegnante diventavano sempre più palesi ed evidenti…Che dire di tutto questo? Io non ho le parole giuste. Posso solo affermare che chi ha agito così, malgrado sia insegnante di musica (di violino per la precisione), si è dimostrato un grandissimo nemico della musica stessa, come sovente lo è anche la scuola (e parlo per esperienza), concepita per trasmettere cultura e che tra l’altro, vive grazie ai soldi dei contribuenti.
Oltre tutto fare questi esami per verificare le attitudini musicali, quando il ragazzo non ha ancora intrapreso questi studi e quindi della musica deve ancora imparare tutto, è un qualche cosa che davvero non ha senso, come mettere il carro davanti ai buoi. Non sarebbe meglio invece, eliminare questi stranissimi esami e lasciare che l’alunno faccia vedere, nel corso dell’anno, cosa è capace di fare e in seguito, valutare? Non è la musicalità che deve essere valutata nei nuovi iscritti, ma la loro reale voglia di intraprendere questi studi che sicuramente sono non poco impegnativi, nei quali per riuscire, bisogna mettere questa attività al di sopra delle altre e impegnarsi nei vari esercizi tecnici, a volte complessi, per ottenere la piena padronanza dello strumento; è sufficiente vedere il virtuosismo tecnico di alcuni concertisti, per avere una pallida idea di quello che voglio dire. Se qualcuno avesse una musicalità come quella di Mozart, ma con interessi diversi da quelli musicali, ai quali dovrebbe dare invece la priorità assoluta, a mio avviso tale persona, anche se è molto musicale, non è idonea per intraprendere questi studi nel Conservatorio.
Dalle stelle alle stalle
Ora mi voglio divertire ad illustrare altre “stranezze” vissute in altro tipo di scuola, sempre in riferimento però alla musica ovvero, la scuola dell’obbligo…Come si dice: dalle stelle alle stalle. Stalle considerando innanzi tutto le scritte oscene sui muri, che sono diventate una costante e che fanno ormai parte integrante del tipico paesaggio scolastico di quartiere…nonché gli edifici stessi, oltremodo squallidi, deprimenti, decisamente brutti anzi…bruttissimi dove, nel migliore dei casi, sembrano a delle caserme o a delle prigioni, che esprimono in pieno questo "piattume" ambientale….molto brutto; simbolo della cultura o meglio, sottocultura metropolitana. Questi bruttissimi edifici quindi, sono considerati ufficialmente come luoghi adatti e idonei (praticamente il meglio) per la trasmissione della cultura e dei valori, alle nuove generazioni…per la continuazione della nostra civiltà nei secoli futuri….
A prescindere da qualunque corrente di pensiero, chi ama veramente la cultura in genere, ama anche l’educazione (è una cosa che viene da se), ossia uno stile di vita più alto, che non quello che si può trovare in ambienti volgari… Diciamo che in un ambiente educato e civile, tu vivi meglio che non diversamente; tale ambiente sarebbe più a misura d’uomo che non a misura di bestie…(alcuni sostengono addirittura che paragonare l’uomo alla bestia, è un’offesa per la bestia). Anche e soprattutto in tal modo, potrebbe essere intesa la scuola. Se tali strutture scolastiche devono trasmettere Cultura e Valori, l’accoppiamento con la maleducazione e la volgarità (che regnano sovrane come una costante in tali luoghi), la vedo come una cosa molto ibrida ed innaturale ma purtroppo, tale accoppiamento c’è…altro bel paradosso.
In codesti luoghi, può avvenire che la presunzione umana (non sempre, fortunatamente) abbia altri sviluppi e altre dinamiche in quanto il contesto è diverso ma creando comunque, sempre, problemi su problemi; ecco alcune di queste dinamiche.
Nell’immaginario della gente e dei genitori soprattutto (ma solo nell’immaginario), le materie più importanti sono: matematica e italiano. Non vorrei scandalizzare nessuno, ma riferendomi a quelle persone (la maggioranza) che entrano subito nel mondo del lavoro, senza continuare tutte le fasi, fino all’Università, l’apprendimento di queste due materie, già avvenuto quando frequentavano le elementari, rimane più che sufficiente per cui, di fatto, dove è tutta questa importanza? Io non la vedo; certamente comunque, tali materie non sono più importanti della musica o di altre discipline.
Se una deposizione scritta da qualcuno, dovesse contenere errori grammaticali, l’autore di tale deposizione sarà comunque ritenuto responsabile di quanto ha scritto, anche con gli errori e se uno va al mercato, per pagare non deve certo fare calcoli di algebra o sapere come si fanno i logaritmi. Non voglio certo dire che intendo sostenere l’ignoranza; per chi vuole davvero acculturarsi, ci saranno le scuole superiori con i vari indirizzi, e la scuola media offrirebbe, in questo caso, soltanto una cultura di base (media) di tutte le materie in modo che il discente possa fare in seguito le sue scelte pertanto, tutte le materie sono di pari importanza ma di fatto….non è così.
Non è così …e non soltanto nell’immaginario dei genitori, ma anche di alcuni insegnanti di queste materie (non di tutti, ci tengo a dirlo); per loro, quella che insegnano è la materia più importante in assoluto e di conseguenza, cosa ci sta a fare lì la materia di Musica? Fra le materie erroneamente considerate non importanti, la musica la trovo più fragile fra tutte. Loro hanno studiato, sono stati all’Università (e quelli di Musica, al Conservatorio) e ora devono accettare che quelli di musica, alla fine dell’anno presentino pure dei concerti scolastici, prendendosi così soddisfazioni che esempio un insegnante di matematica non si potrà mai prendere; infatti non si potrà mai fare un concerto di…matematica.
Ecco che in questi casi, si vede la maturità dell’insegnante in questione, oltre che il suo vero livello culturale. Se questo eventuale insegnante di matematica, sa fare bene il suo lavoro, ha un rapporto "giusto" con i ragazzi; ossia non da "amicone" ma da vero insegnante (ne ho conosciuti parecchi così), non gli interessa più di tanto se il suo collega di musica farà con i ragazzi dei concerti scolastici, prendendosi anche qualche onore, anche perché egli (o ella) svolgendo bene il suo lavoro, avrà già le sue soddisfazioni e gratificazioni, ma anzi...ne sarà lieto e a modo suo, collaborerà con lui e comunque, non si sentirà certamente defraudato perché nel suo inconscio, sa già di valere; per lui/lei, suscettibilità di questo genere non esistono. Questo lo possiamo notare anche nel film francese (la Francia è maestra di neo-realismo): Les Choristes, in cui il collega di matematica, collabora con il coro perché si divertiva anche lui a fare musica.
E’ normale che la musica sia portatrice di buon umore e coinvolga le persone come dire…che sono nella "norma". Anche gli insegnati di lettere e lingua straniera possono collaborare con la musica in modo veramente egregio, per passare un bel momento tutti insieme fra genitori, alunni e professori realizzando un ambiente, più che "ridanciano", direi collaborativo. In passato ho avuto molti colleghi di questo genere, che hanno dimostrato una mentalità aperta e lungimirante ma ahimé, mi sono anche trovato con colleghi con una mentalità di ben altro tipo, molto diversa da quella; per tali colleghi, il "buon umore" non viene dalla musica, ma dalla "risata" e dalla "sghignazzata" esercitata in modo assolutamente sfrenato (Ho perfino conosciuto un circolo culturale il quale sostiene che la prossima tappa evolutiva umana sarà: da homo "sapiens" a homo "ridancianus"; io aggiungerei "stolticus" o "scioccus"). Sicuramente tali colleghi, nel loro registro mentale facevano una fatica incredibile a catalogare la mia attività, come una normale lezione scolastica in quanto, più che fare esercizi alla lavagna (la tipica figura dell’insegnante davanti alla lavagna con il gesso in mano) i ragazzi in classe, suonavano con me lo strumento musicale e questo per loro, non faceva più tanto scuola così che, nel loro immaginario, rimanevano oltremodo spiazzati/e e destabilizzati/e.
Non parliamo poi degli esami orali….a causa di questa mentalità, ho visto di tutto con tali colleghi... Esempio: quando per il discente veniva il momento di suonare con il suo strumentino un brano musicale come è prassi in questi casi, forse perché in tal modo, con la musica si metteva fine a quel momento magico, solenne e soprattutto teso, tipico ambiente che si crea durante gli esami e tanto caro a questi professori/esse, nel quale essi si compiacciono, si danno un tono, sono di scena, conducendo tutto l’andazzo ora in modo "serio", ora in modo faceto ma comunque, sempre con loro come protagonisti/te, la cosa dava un po’ fastidio in quanto non sapevano più che atteggiamento assumere (sarebbe bastato starsene li, tranquille, in attesa che il ragazzo/a finisse la sua prova musicale).
Infatti ho notato in questi casi che se l’attenzione dei presenti viene catalizzata da altri eventi, come appunto l’alunno che suona, questi colleghi non possono più avere in quel momento una parte di primo piano, una parte attiva e di rilievo nella manifestazione, in quanto di musica non ci capiscono niente, rimanendo escluse da ogni eventuale commento, malcelando un evidente imbarazzo e reagendo per questo, in modo decisamente ridicolo, magari alzandosi e "sculettando" per assecondare, a modo loro, la ritmica della melodia suonata, ridicolizzando così le attività strumentali ovvero il flauto, tanto da far si che il ragazzino si vergognasse addirittura di saperlo suonare bene….nelle mie esperienze scolastiche, ho visto anche questo….soprattutto verso la fine della mia carriera. Ecco che nuovamente la scuola si dimostra, ancora una volta, nemica della cultura e della musica…Fortuna che ho imparato a vivere in mezzo ai paradossi…Anzi, grazie a questi, ho acquisito sicuramente delle "marcie in più"; come se avessi ricevuto stimoli per fare cose che in passato mi sarei mai sognato di fare.
Nella mie esperienze quindi, ho notato che la Scuola, o per un motivo o per l’altro, il più delle volte si dimostra ostile e nemica di questa arte, la musica….da un lato si esagera ad enfatizzarla, fino a farla apparire come un qualcosa di non accessibile a tutti e dall’altra, la si abbassa a livelli terra-terra, come se la si volesse "affogare" nello squallore "sottoculturale" metropolitano diffuso, così che questa arte, viene sempre più come sommersa in un mare di cose decisamente ostili…..
A volte mi viene da chiedere….ma la scuola a cosa serve?
Giulio...