S’ode
S'ode in lontananza la voce di un violino.
China sul davanzale, con il guardo volto
allo sbiadito paesaggio d’autunno
nell’occaso tenue che tutto involve,
delle sue soavi note io mi inebrio.
Tu suoni oh violino e con le tue corde
in chi t’ascolta trasfondi mille emozioni;
le tue melodie, or facete, or tristi
diffondono ilarità e mestizia negli animi.
Le tue note sono lacrime per un’umanità inferma,
perpetuamente in cerca di farmaci
sul suo giaciglio esistenziale,
ove l’esserci è palese, non certo l’essenza.
S’ode in lontananza la voce di un violino.
Un mendicante dal passo incerto va per la via,
elemosinando non solo denari,
soprattutto speranza, in questa vita
dalle vane mille materialità.
Tu suoni oh violino e con la tua musica
accompagni il cammino dei viandanti,
offrendo un sorriso a chi nel quotidiano immerso,
non si interroga sul senso dell’umana finalità.
Le tue melodie sono come canti,
impressioni sulla tela di un pittore,
versi sparsi di un poeta, aneliti di anime smarrite
in un mondo manifesto solo in apparenza.
S’ode in lontananza la voce di un violino
Commento della Casa editrice...
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