Le Riunioni scolastiche (Riflessioni di un docente di Ed. Musicale)
Sono un insegnante di Ed. Musicale e sovente mi sento giudicato dai colleghi non molto bene per il fatto che non partecipo alle Riunioni Scolastiche ovvero, partecipo fisicamente (infatti firmo sempre la presenza) ma non partecipo nello spirito. E’ forse colpa mia se non partecipo nello spirito a tali riunioni? Io credo proprio di no. Perché ritengo che non è colpa mia se non partecipo nello spirito a tali riunioni ossia, sono presente fisicamente ma la mia mente è altrove? Per il semplice fatto che le riunioni scolastiche, soprattutto il Collegio dei Docenti, vengono condotte molto, ma molto peggio di quelle condominiali dove è diventata quasi una prassi parlarsi sopra l’uno con l’altro.
Nelle riunioni del palazzo ove abito io in fondo, credo che il tutto sia condotto in modo più serio, professionale e soprattutto più civile; infatti quelle tre o quattro persone che stanno di fronte al pubblico, hanno un microfono fisso e un altro microfono diciamo…mobile. Tale microfono mobile lo tiene in mano un inserviente il quale ha, tra l’altro, il compito di tenere il conteggio di chi alza la mano per il suo intervento orale. Se il fondo cassa non ha i mezzi per comperare due microfoni (sappiamo che le strutture dello Stato sono carenti di fondi e di… infrastrutture), se ne userà uno soltanto, l’importante è che chi parla, abbia un microfono in mano e che possa farsi sentire in modo che assolutamente nessuno lo interrompa.
Praticamente chi vuole dire la sua, dovrebbe soltanto alzare la mano in silenzio in modo tale da essere inserito nella lista d’attesa e quando viene il suo turno, l’inserviente o bidello o collega che si presta per questo, gli si avvicina, gli porge il microfono e quello potrà parlare senza sgolarsi, sovrastare più facilmente chi, maleducatamente, lo vuole interrompere in modo che quello che dice, possa essere sentito da tutti.
Ecco il senso delle riunioni collegiali dove l'insegnante è obbligato a presenziare ma che, allo stesso tempo, gli viene impedito di ascoltare quello che si dice…Difficile capire il senso di tutto questo. Infatti non ha alcun senso obbligare il Docente a presenziare quando il tutto sembra (ho detto solo sembra) predisposto allo scopo di impedirgli di capire realmente qualche cosa.
A parte che è già una tipica caratteristica, tutta italiana, quella di parlarsi sopra l’uno con l’altro; siamo presi in giro da mezzo mondo proprio per questo. Quando tutti stanno in silenzio, nessuno parla, ma se solo a qualcuno viene in mente di dire qualche cosa, ecco che agli altri, sembra giunto il momento di dire la loro, dando vita così, ad una manifestazione di coro parlato. (Meglio un coro cantato)
Mi auguro sinceramente che nella scuola dell’obbligo ci sia un cambio di mentalità atta a dare soprattutto più dignità al nostro lavoro incluso soprattutto l’obbligo, praticamente fine a se stesso, di presenziare quando per i motivi detti, il tutto rimane assolutamente inutile, massacrante, dequalificante, stressante ecc. Dopotutto in un clima di libertà e democrazia, uno deve sentirsi libero di presenziare (se ci sono le condizioni di cui si è detto) oppure no; il vero lavoro dell’insegnante è quello di insegnare qualche cosa e non quello di presenziare a riunioni in cui è impossibile capire quello che viene detto. Il docente che si sarà rifiutato di presenziare ad un Collegio, avrà rinunciato ad esprimere un suo punto di vista e tutto finisce li.
Per quanto mi riguarda, se tutta la scuola dovesse indire un Collegio dei Docenti e dovesse convocare tutti tranne il sottoscritto, escludendomi per questo, non mi sentirei affatto offeso anzi… magari fosse.
Giulio...