Dal Giornale di Sicilia, Giovedì, 9 Agosto 2012, prendiamo il presente articolo
Debito pubblico, in arrivo altri tagli Di Renato Giglio Cacioppo
Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini ieri da Mario Monti per fare il punto della situazione politica prima delle ferie estive ma anche per parlare del piano per ridurre il debito pubblico che il Governo intende mettere in campo da Settembre. Il segretario del Pdl ha anche messo una pietra sopra allo scontro divampato con il premier a a causa delle sue affermazioni circa un rischio spread a 1200 punti se al Governo fosse rimasto Berlusconi. “Siamo gente positiva -ha detto Alfano al termine dell’incontro- che pensa all’interesse del Paese e con la telefonata di Monti a Silvio Berlusconi per noi si è chiusa la vicenda” Poi, ha presentato al premier il progetto sul debito elaborato dal Pdl, a proposito del quale, una nota di Palazzo Chigi, ha ricordato che nel condividere le finalità della proposta di abbattere il debito, il premier Mario Monti e il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli esprimono apprezzamento per la volontà del partito di collaborare per esaminare il programma di dismissioni pubbliche”. Oltre a quella di Alfano, si esaminerà la proposta di riduzione del debito di Franco Bassanini e Giuliano Amato inviata nei giorni scorsi a Palazzo Chigi.
Il piano Alfano
Il progetto presentato dal segretario Pdl la scorsa settimana e illustrato ieri al premier, punta a ridurre di ben 400 miliardi di euro il debito pubblico entro i prossimi 5 anni, grazie alla creazione di un fondo che dovrà occuparsi della vendita del patrimonio pubblico e che potrà emettere obbligazioni garantite dallo stesso patrimonio dello Stato e dunque ad alto rating. Dalla vendita saranno esclusi gli asset strategici ma saranno comprese, tra l’altro, caserme, case popolari, aziende municipali.
La Proposta Amato Bassani.
L’obiettivo è abbattere in 5 anni il debito pubblico di 178 miliardi ( e di altri 150 nei successivi) attraverso privatizzazioni, tasse sui capitali all’estero e acquisto obbligatorio di titoli pubblici da parte delle casse previdenziali. Il piano otterrebbe un calo di 2,3 punti percentuali del debito ogni dodici mesi attraverso sei mosse: vendita di immobili, pubblici, statali, regionali, comunali, e caserme, per circa 72 miliardi; valorizzazione delle concessioni come le lotterie per altri 30 miliardi; cessione delle partecipazioni quotate (come Enel, Eni, Finmeccanica,) e non quotate (come Poste italiane) per 40 miliardi; aumento della quota obbligatoria di investimenti in titoli di Stato per gli enti previdenziali degli ordini professionali , per gli altri 15 miliardi, tassazione (una tantum) del 25% e a regime del 20% dei capitali illegalmente tenuti in Svizzera, per altri 16 miliardi; e infine 5 miliardi incentivi e disincentivi fiscali volti all’allungamento delle scadenze e alla riduzione del costo medio del debito pubblico.
Fine
Dite la vostra, ma prima lasciatemi dire la mia
Non sono un politico e nemmeno mi occupo di politica però quando mi capita di leggere un articolo come questo, mi viene naturale fare una mia considerazione al riguardo, e siccome l’Italia è una Repubblica da: “Re-pubblica” (una regalità distribuita a tutto il pubblico, o popolo italiano), anche io mi sento un Re di un regno a proprietà indivisa in quanto insieme a me, come detto, ci sono tanto altri Re (tutti i cittadini italiani che hanno diritto al voto). Ora un Re che si rispetti, deve avere qualche idea per affrontare i vari problemi che si possono presentare in una società e io qualche idea, che non voglio tenere per me ma possibilmente esternare, ce l’ho. Cosi che si possa vedere, assieme ai miei altri colleghi reali (la popolazione italiana) la strada più semplice onde trovare la soluzione, quella più giusta ed idonea al fine di risolvere e, considerando che siamo nell’era dell’informatica e della comunicazione a distanza, esprimerò il mio punto di vista in questo modo….sono certo che avrò più probabilità di essere ascoltato che non il naufrago, che mette il suo messaggio in una bottiglia per poi gettarla in mare, sperando che qualcuno la raccolga… Però anche se sono un Re (nelle modalità sopra descritte) non so fino a che punto le mie idee potranno avere un peso nella nostra vita sociale; intanto però le esterno, comunque. Così facendo, potrò sentirmi decisamente meglio….E’ già qualche cosa.
Poiché le idee che ho al riguardo non sono poche, vedrò di esporle con un certo ordine, in modo organico e preciso nonché, nel modo più semplice possibile. Cominciamo con la libera imprenditoria. Un mio amico italo-americano (con entrambe le cittadinanze, americana e italiana) mi disse che in America, se un libero imprenditore decide di aprire un esercizio tipo Bar, Ristorante, Parrucchiere o altro, dopo un breve periodo di tempo, si vedrà arrivare nel locale lo sceriffo (l’equivalente dei nostri vigili urbani) per rompergli le…cosiddette… ma in che modo? Ecco in che modo; lo sceriffo gli dirà più o meno qualcosa del genere: “Bravo, tutto bene, è quasi perfetto, ma non va ancora bene come dovrebbe. Se tu mi metti l’insegna del tuo negozio un po’ più avanti, dove sta quell’incrocio, è molto meglio; le macchine provenendo da ogni direzione, la potranno notare molto prima e così il tutto farà più pubblicità e, considerando che anche un po’ più avanti sta un altro incrocio, se tu mi metti l’insegna anche li, vedrai quanti clienti in più avrai. Anche l’insegna davanti al tuo negozio non va bene, dovrebbe essere molto più grande ecc…..Magari l’altro risponderà (quasi sempre) dicendo: “Si però quanto mi verrebbe a costare tutta questa pubblicità? Ancora non me la posso permettere. Ed ecco la risposta che per qualunque commerciante italiano, di qualunque articolo, potrebbe davvero suonare come musica…addirittura celestiale…..”Non ti costerà assolutamente nulla….A tutte le spese elettriche, che saranno fuori dal tuo locale, ci penseremo noi; tu dovrai occuparti solo della luce che consumerai all’interno del tuo locale e non solo, per un breve periodo, il tempo di “ingranare” commercialmente, sarai esentato dalle tasse…Ci rifaremo vivi quando il tuo locale lavorerà a pieno ritmo. Che gran bella rottura di balle….qui da noi, questo tipo di rottura se le sognano.
Ed ora ecco il giusto rovescio della medaglia (in fondo, ogni cosa non può procedere a senso unico). Ben lontano dall’essere “fessi” (parlo degli americani), dopo un certo periodo di tempo, quando rimane evidente che l’esercizio ha ingranato alla grande, ecco ritornare, non più lo sceriffo (o chi per lui) ma chi? L'agente delle tasse naturalmente….a riscuoterle; piuttosto salate, con gli interessi, tanto da recuperare anche le spese per il “lancio” dell’esercizio….ma il commerciante è contento e soddisfatto; grazie all’aiuto dello Stato, ha potuto inquadrare il suo lavoro, farsi i clienti, lavorare bene e guadagnare ancora meglio. Questo Stato ovvero, lo zio Sam, che mi sembra un pochino più furbo di tanti altri zii (di cui nemmeno conosco i nomi) che stanno in Europa, moltiplicando questo suo operato per i milioni di abitanti che stanno nel Paese, avrà tasse sicure e garantite ovvero, soldi che entreranno nelle sue casse. Questi Stato, lo zio Sam, in un certo senso si propone alla popolazione come menager imprenditoriale ossia: “investi e poi raccogli”. Infatti tu puoi tassare solo gente che ha i soldi, ma non chi di soldi non ne ha più…..
Quello che non mi è mai riuscito di capire, è come fanno alcuni capi di Governo a non capire (ingarbuglio di parole) che se tu massacri di tasse un imprenditore prima che sia riuscito a combinare qualche cosa, questo si troverà in condizioni di non poter più lavorare, licenziando anche gli operai per questo motivo, chiudendo così l’attività e cercando di sopravvivere in qualche modo. A loro volta, i dipendenti licenziati unicamente per questo motivo (perché il padrone non potendo più pagare le tasse, chiude), per sopravvivere dovranno fare economia e se faranno economia, ridurranno drasticamente gli acquisti, e se non andranno più a comperare, chi avrebbe potuto vendere loro qualche cosa non guadagna più e avrà sempre più difficoltà a comperare a sua volta nonché…. a pagare le tasse perchè chi chiude per fallimento, non può certo pagare le tasse anche se gli pignori la roba. Tra l’altro il pignoramento dei beni, crea si disperazione, ma non risolve i problemi. Conosco una detto o barzelletta popolare che illustra perfettamente questa situazione, eccola: “ Un tale molto avaro aveva un mulo…Ad un certo momento, per risparmiare, pensò di abituare il mulo a mangiare sempre meno, naturalmente facendolo lavorare come al solito. Così ridusse la razione alla bestia….il giorno dopo la ridusse ancora e ancora il giorno dopo a quello….ormai il mulo lavorava mangiando praticamente niente…il padrone era soddisfatto, ma di li a poco ecco che il mulo morì. Allora il contadino avaro si disse: “Come sono sfortunato…proprio adesso che il mulo aveva imparato a lavorare senza mangiare, muore….chissà perché?…..Ih ih ih carina vero? A me ha fatto ridere, comunque è chiaro che questa barzelletta nasconde in se, una profonda lezione di vita; spero soltanto che quello che è successo al mulo, non succeda anche a qualche Paese europeo. Una circolazione non deve mai essere a senso unico altrimenti qualcosa, prima o poi si incepperà e non funzionerà più.
Sembra quindi un paradosso, ma io sono convinto che se più la gente spende soldi, più si creano le basi per un vero benessere perché spendendo, tu fai lavorare qualcuno (quello che ti vende la roba) il quale anche lui dovrà pagare le tasse. Quando poi lo Stato (a volte succede pure) dovesse davvero utilizzare i soldi per migliorare le strutture pubbliche (si spera), sarebbe davvero il massimo. Se invece si è obbligati a risparmiare in quanto si è oberati di tasse prima ancora di poter crescere economicamente, questa circolazione economica si arresta e il fisco avrà sempre più difficoltà a recuperare i soldi che vorrebbe. Se si dovesse fallire e finire sotto i ponti, moltiplicando la cosa per gli abitanti dello Stato, come è ben facile immaginare, nessuno più pagherebbe e nessuno più riscuoterebbe. In questo caso però, nessuno ci guadagna, neppure lo Stato. Tempo fa, parlando con un “barbone” (clochard), mi raccontò che la sua vita non era sempre stata così. Infatti la ditta presso la quale era titolare, oberata di tasse, concorrenza e tante altre cose così, non ce l’ha più fatta ed è fallita. Morale: tu metti in condizioni l’esercizio di lavorare, se necessario aiutarlo anche, e alla fine potrai riscuotere le tue tasse ( un Gran Kan, discendente di Gengis Kan, quando nel suo regno una fattoria veniva colpita da carestia, non solo non le faceva pagare la tassa per quell’anno, ma l’aiutava economicamente). Oltre a quanto detto, è importante non esagerare con la burocrazia, solo lo stretto necessario e dopo, quando quello incomincia a guadagnare, lo tassi per bene lasciandogli comunque sempre la possibilità di guadagnare ancora, il giusto….al fine di poterlo nuovamente tassare nel futuro. Il tassato, sicuramente, sarà il più contento di tutti, ne sono certo.
Terreni Demaniali
Un’altra idea, che mi sembra possa essere una dei punti cardine per la soluzione del problema, e che mi rende incomprensibili emergenze tipo inflazione, bancarotta, ecc. è quella che fra poco illustrerò. A me tale problema sembra non esistere perché la soluzione mi sembra di una semplicità addirittura disarmante. Forse la mia ignoranza in materia è tale, da non poter nemmeno essere in grado di inquadrare a fondo il problema….forse. Però io sono sicuro (forse sarò anche un po’ testardo) che invece è possibilissimo evitare tutte queste crisi; quindi ecco la soluzione che ora esporrò, prima di chiudere il mio commentino al presente articolo.
1) Fare una bella mappa di tutti i terreni demaniali dello Stato (ovviamente, negli Uffici demaniali già c’è)
2) Fare una selezione di tutti questi terreni demaniali, fra quelli improduttivi e quelli produttivi.
3) Fare un censimento di tutte le persone disoccupate che stanno nel Paese
4) Fare di questi, un’altra selezione; quella di coloro che sono abili al lavoro nonché, la loro specializzazione.
5) Precettare queste persone disoccupate, e farle lavorare nei terreni coltivabili del Demanio.
6) Prima di tutto questo però, è necessaria una legge che renda il “disoccupato” suscettibile di precettazione; ovviamente non esercitata con le stesse modalità usate in tempi di guerra, ma che comunque, entro i limiti di modalità civili, ben definite, che ci sia una vera precettazione.
7) Praticamente fare in modo che un disoccupato precettato nelle modalità convenute (da stabilire), non possa rifiutare; si parla ovviamente della fascia giovanile e soprattutto...che siano disoccupati.
8) Istituire nei terreni del Demanio (le zone non coltivabili) delle fabbriche come dire….demaniali, che producano non a scopo di lucro ma a seconda delle esigenze della società.
9) Istituire in tutto il territorio dello Stato, degli spacci alimentari e non, dove gli addetti alla produzione demaniale, potranno servirsi gratuitamente secondo procedure stabilite.
Così facendo, tu risolvi i problemi di tutta quella gente ex disoccupata (ora occupata perché precettata) che potrà vivere di quello che verrà prodotto in questi terreni o fabbriche demaniali e così, una buona parte di “allarmismo” verrà a dissiparsi come neve al sole. Sicuramente si potrà anche vendere alla popolazione che non fa parte di questo “Corpo di Operai Precettati”, così che potranno entrare altri soldi nelle casse dello Stato. Questa struttura (gli operai precettati) potrà anche essere utilizzata come una forza viva al servizio della popolazione, in mille altri modi, in base alle circostanze e necessità.
Con questo principio e questa filosofia, gradualmente si potrà eliminare tutto il debito pubblico, questa è la mia opinione. Comunque, dato che il problema esiste, e considerando quello che disse un certo console romano alla plebe che si era ribellata, ovvero che la testa (il Governo o i patrizi) e il corpo (la popolazione, i plebei) non possono vivere l’uno senza l’altro, ritengo sia interesse anche da parte del Governo trovare una soluzione intelligente e pertanto, almeno, considerare quanto sopra è esposto.
Un caloroso saluto a tutti coloro che leggeranno il presente esposto…Ciao
Prego…dite pure