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Dal giornale “Repubblica” del 15 Dicembre 2009, ecco un articolo interessante di Enrico Francescani

 

Dal Carbone alle auto Elettriche

Vita Nuova Per La Verde Newcastle

 

Newcastle Più nera di Manchester e scolpita nel carbone: J.B. Priestley, commediografo e scrittore inglese della prima metà del Novecento, la descrive così. Con il primo ponte ferroviario costruito al mondo, con gli altri ponti sul fiume Tyne dietro cui spuntavano i cantieri navali più vecchi d’Inghilterra, con una foresta di ciminiere che oscuravano il cielo con una fitta coltre di nebbia e fuliggine, Newcastle è stata a lungo uno dei centri industriali più prolifici ma anche socialmente più deprimenti della Gran Bretagna.

 

Culla della rivoluzione industriale insieme a Manchester nell’Ottocento, sorge su estesi giacimenti di carbone, una città di minatori e fabbriche, grigia e dura, soffocata dall’inquinamento e priva di attrattive culturali. Una piccola città operaia di duecentomila abitanti, con una sola vera ragione d’orgoglio: il Newcastle United. La squadra di calcio locale, le cui maglie bianco-nere hanno conquistato titoli nazionali e coppe in anni lontani, creando il mito di un club simile al panorama urbano circostante: tenace, privo di fronzoli, essenziale. Scolpito anche quello nel carbone, si sarebbe potuto dire parafrasando Priestley

 

Se lo scrittore redivivo tornasse oggi a visitare Newcasle, tuttavia, non la riconoscerebbe. Sparite fabbriche e ciminiere, modernizzati i vecchi ponti sul Tyne con l’aiuto di architetti designer di fama internazionale; restaurati i cantieri navali in disuso, trasformati in un vivace quartiere di caffè, ristoranti, musei, locali-notturni. E soprattutto ripuliti il cielo e l’aria dalle nubi e di gas nocivi che l’avvelenava; trasporti pubblici a bassa emissione di Co2, la più grande rete di automobili elettriche in Europa, piste ciclabili, energia sostenibile, risparmio energetico, nuove tecnologie.

 

Mescolate tutte insieme e si capisce perché Newcastle, la pecora nera (nera come il carbone naturalmente) nazionale dal punto di vista dell’effetto serra, è stata nominata quest’anno, la città più verde del Regno Unito. Dall’Inferno del declino industriale al Paradiso ecologico in poco più di un decennio: nel 2007, la città sul Tyne era salita dal sedicesimo all’ottavo posto nella graduatoria annuale dell’inquinamento urbano, lo scorso anno è continuato a salire fino a raggiungere il quarto posto e nel 2009 ha ottenuto il primato, assegnatole un mese fa da una giunta di esperti.

 

Le città con un pesante retroterra industriale fanno più fatica a voltare pagina, ma il successo di Newcaslte dimostra che è possibile superare il retaggio del passato, speriamo che ispiri altre città in condizioni simili, in Gran Bretagna e altrove a moltiplicare gli sforzi per fare altrettanto, dice Peter Madden, presidente del Forum for the future l’associazione che pubblica ogni anno la classifica  delle città più green del regno. Non è casuale che un gruppo simile sia nato proprio qui: la rivoluzione industriale cominciò in Inghilterra, portando dapprima prodigiosi progressi ma col tempo, anche devastanti conseguenza per l’ambiente e lo sviluppo urbano.

 

Quando, negli anni settanta l’industria siderurgica e meccanica è andata in crisi, a Newcastle, come a Manchester e in altre città del nord industriale inglese, sono rimasti solo i problemi senza più benefici; cantieri navali fatiscenti, fabbriche spente, disoccupazione e degrado. Ma proprio quando è caduta più in basso, la città ha trovato la forza di riprendersi. Sono stati investiti milioni di sterline, sono stati fatti sacrifici, si è guardato al futuro e ai vantaggi a lungo termine. Ed ora si vedono i risultati. Ottima la qualità dell’aria, biodiversità, molti parchi pubblici, il miglior salmone di tutti i fiumi inglesi, una posizione d’avanguardia nella raccolta e nel riciclaggio dei rifiuti, un calo precipitoso delle emissioni nocive e in più, ospedali ben funzionanti, due università, un numero della aspettativa media di vita, la più eccitante vita notturna di tutta l’Inghilterra (Gli stags and hens parties), le più scatenate feste di addio al celibato  e al nubilato si fanno nei suoi puh, discoteche, night-clubs.

 

La vittoria di Newcastle dimostra che si può avere una crescita economica senza farla pagare all’ambiente, nota Madden, perché nel frattempo la città è rinata come centro di servizi e commerci.
Rimane solo una macchia: la retrocessione lo scorso anno del Newcastle nella serie B inglese. Ma attualmente il Club è in testa al campionato di seconda divisione con dieci punti di vantaggio sulle inseguitrici e sembra probabile che tornerà presto alle sfide con Chelsea, Manchester, United, e Arsenal

 

 

Dite la vostra ma prima lasciatemi dire la mia  

 

Secondo me questo è vero giornalismo che significa dare delle informazioni; informare la gente. Tra l’altro queste informazioni le trovo bellissime, oltremodo stimolanti ed ottimistiche. Perchè l’informazione deve sempre essere legata a fatti schifosi e orribili? Purtroppo ci sono anche quelli, ma non è detto che quelli ci debbano essere sempre, qualche volta la notizia può anche essere positiva come questa…Una notizia come questa, mi fa venire in mente alcune canzoni di Celentano  come ad esempio Un albero di trenta piani oppure il ragazzo della via Gluk
Quello che spero davvero, visto che in quella città hanno dimostrato che la cosa è possibile, che tantissime altre città seguano il suo esempio e che le industrie automobilistiche, costruiscano su vasta scala, solo macchine elettriche.

Prego dite pure….

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Giulio...

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