I Numeri Della Deepwater Horizon
Scritto Dal Sito 4 Vecchi In America
Abbiamo visto, nel precedente post, cosa e’ successo al largo delle coste della Louisiana.
Oggi proviamo invece a quantificare, con numeri e non chiacchiere, quanto greggio e’ uscito, fino ad oggi!!
Inoltre cerchiamo di inserire questa catastrofe ambientale in una tristissima top ten delle catastrofi dovute a petrolio, petroliere.
Devo dirvi innanzi tutto che capire bene quanto petrolio esca dalle due rimanenti falle e’ difficile, dato che i dati a disposizione di noi comuni mortali sono tanti, non concordanti e poco attendibili!
Proprio ieri sera guardavo l’intervista con un boss della BP (sulla CNN) ed a domanda precisa del giornalista (quanto greggio sta uscendo ogni giorno), la risposta e’ stato quanto di piu’ evasivo si potesse sentire!!
Il giornalista ha incalzato il maneger, piu’ volte con domande sempre piu’ precise e ficcanti, ma lui (bravo come pochi, nelle public relation) ha detto tutto e niente!!
Se vogliamo sintetizzare lui afferma che la perdita di barili al giorno non e’ maggiore di 5000 barili!! E tale perdita, a suo dire, sta diminuendo!!
Allora ho pensato di fare dei calcoli di matematica elementare, per capire quanto greggio sia uscito fino ad oggi!
Per prima cosa bisogna capire quanto pesa, in litri e Kg, un barile di petrolio.
Partiamo da questo dato: un barile di petrolio pesa 159 litri, che corrispondono a 135 Kg!
Conosciuto questo dato, tutto diventa matematica elementare (ma se volessimo fare i conti bene non basterebbero 10 ingegneri!).
Facciamo per semplicita' due ipotesi:
1) Perdita 5000 barili/giorno (come dice la BP);
2) Perdita 50.000 barili/giorno (come sostengono molti scienziati. Addirittura oggi alcuni scienziati americani hanno ipotizzato una perdita di 70.000 barili al giorno:
"Many scientists dismiss an original 5,000 bpd estimate of the total leaking oil -- often defended by BP utives -- as ridiculously low and say it could be as high as 70,000 barrels (2.9 million gallons/11 million liters) per day or more.").Nel caso della prima ipotesi (quella piu’ ottimistica) dal 20 Aprile (data dell’incidente) fino ad oggi, facendo una operazione ardita di moltiplicazione (30 giorni x 5000 barili), sono fuoriusciti dalle viscere della terra, per riversarsi in mare, almeno 150.000 barili.
Che sono pari a circa 25 milioni di litri di greggio, che equivalgono a 20.500 tonnellate!!
Nel caso della seconda ipotesi (quella piu’ pessimistica, ma per molti piu’ vicina alla realta’) sono fuoriusciti almeno 1.500.000 barili.
Che sono pari a circa 245 milioni di litri di greggio, che equivalgono a 205.000 tonnellate!!
Spesso quando si leggono queste cifre non si capisce bene quanto grosse siano. Aiutiamoci con degli esempi.
Prendiamo una piscina olimpionica, dalle misure standard: 50 m x 25 m x 2 m.
Una piscina cosi’ dimensionata contiene 2500 metri cubi di acqua, che sono 2.500.000 litri.
Consideriamo il petrolio come l’acqua (anche se si fanno degli errori di calcolo, ma e’ solo per dare un’idea) e vediamo che nella prima ipotesi i circa 25 milioni di litri di greggio finiti nel mare, corrispondono a circa 10 piscine olimpioniche, alte 2 metri piene di petrolio, mentre nella seconda equivalgono a 100 piscine olimpioniche!!!
Non vi basta?
Una piscine olimpionica ha un’area di 1250 metri quadrati. E se si moltiplicano le 10 piscine olimpioniche di petrolio (alte 2 m!) per 1250 metri quadrati, si ottiene la superficie che occupano le 10 piscine: circa 12.500 metri quadrati, che sono 125 case, da 100 metri quadrati!!
Nel secondo caso basta moltiplicare per 10: 125.000 metri quadrati, pari a 1250 case, da 100 metri quadrati!!
Ma purtroppo questa e’ matematica elementare, che non tiente conto di decine di altri fattori, e le cose vanno ben diversamente.
Infatti la macchia di greggio sembra che abbia raggiunto una estensione, non continua, di 5600 miglia quadrate (pari a circa 12.000 Km quadrati, una fetta di mare larga 100 Km e lunga 120 Km)!!!
Questo se la fuoriuscita si fermasse oggi, ma purtoppo non e’ cosi!!!!
Guardiamo ora dove si andrebbe a collocare questo disastro nella classifica dei disastri ecologici, dovuti a petrolio e petroliere!!
Abbiamo fatto due ipotesi, nella prima fino ad oggi sono fuoriusciti 20.500 tonnellate di greggio, nella seconda 10 volte tanto e cioe’ 205.000 tonnellate!
Se facciamo una media potremmo dire di essere vicini alla realta’.
Quindi diciamo che ne sono uscite “SOLO” 100.000 tonnellate!
Guardando la classifica di sotto (SEMPRE SE TUTTO SI FERMASSE AD OGGI, COSA IMPOSSIBILE) il disastro della Deepwater Horizon non entrerebbe in classifica e sarebbe sotto il 10 posto, molto vicino ad entrare in classifica.
1. Ixtoc 1: 476,000 tonnes Bay of Campeche, Gulf of Mexico
2. Atlantic Empress: 287,000 tonnes Off Tobago, West Indies
3. Nowruz Oil Field: 272, 000 tonnes Persian Gulf
4. ABT Summer: 260,000 tonnes 700 nautical miles off Angola
5. Castillo de Bellver: 252,000 tonnes Off Saldanha Bay, South Africa
6. Amoco Cadiz: 223,000 tonnes off Brittany, France
7. Haven: 144,000 tonnes Genoa, Italy
8. Odyssey: 132,000 tonnes 700 nautical miles off Nova Scotia, Canada
9. Torrey Canyon: 119,000 tonnes Scilly Isles, UK
10. Sea Star: 115,000 tonnes Gulf of Oman
11. Exxon Valdez: 37,000 tonnes Prince William Sound, Alaska, US
Ma dato che la perdita sembra ad ora non stoppabile, presto entrera’ in classifica, e probabilmente nei primi tre posti!!Dalla classifica di sotto, poco differente da quella di sopra, si nota che e' inarrivabile e’ il disastro che gli
Irakeni hanno compiuto nel 1991, quando hanno gettato intenzionalmente in mare 1.500.000 barili di petrolio!!!1) Gulf War oil spill Persian Gulf January 21, 1991 1,360,000–1,500,000
2) Ixtoc 1 Gulf of Mexico June 3, 1979–March 23, 1980 454,000–480,000 (3,328,000–3,518,000 barrels)
3) Atlantic Empress / Aegean Captain Trinidad and Tobago July 19, 1979 287,000 (2,104,000 barrels)
4) Fergana Valley Uzbekistan March 2, 1992 285,000 (2,089,000 barrels)
5) Nowruz oil field Persian Gulf February 1983 260,000 (1,906,000 barrels) 6) ABT Summer 700 nautical miles (1,300 km) off Angola 1991 260,000 (1,906,000 barrels)
7) Castillo de Bellver Saldanha Bay, South Africa August 6, 1983 252,000 (1,847,000 barrels)
8) Amoco Cadiz Brittany, France March 16, 1978 223,000 (1,635,000 barrels)
9) Amoco Haven tanker disaster Mediterranean Sea near Genoa,Italy1991 144,000(1,056,000 barrels)
Gli americani si contentano pensando che ancora le tonnellate di greggio non sono arrivate a quelle disperse dalla Valdez (sempre pensando al dato piu’ ottimistico, altrimenti la ha passata e di parecchio!!!), ma non pensano che in un incidente simile (Ixtoc 1 Gulf of Mexico June 3, 1979–March 23, 1980) ci sono voluti 9 mesi per fermare le falle!!!
NOVE MESI!!
Non voglio fare altri calcoli ma e’ facile capire quanto sarebbero devastanti altri 8 mesi di sversamento a questo ritmo, nel Golfo del Messico!!Andrebbe direttamente in seconda posizione!!Vi faccio notare solo altre due cose:
La prima che solo un incidente di quelli in classifica e’ stato causato da piattaforme di perforazioni offshore (Ixtoc 1, oltre a quello della Deepwater Horizon, che non e’ per fortuna entrata in classifica!).
La seconda che al settimo (o nono se si guarda la seconda classifica) posto, c’e’ un incidente avvenuto in Italia nei pressi di Genova!! In quella occasione sono stati disperse nel nostro bel mare 144.00 tonnellate di greggio!!
Ho guardato su Wikipedia la storia della Haven ed ora l’idea di mangiarmi un bel piatto di pesce fresco, provenienti da quelle zone, mi esalta proprio poco!!!!
La Amoco Milford Haven, ribattezzata Haven è il nome di una superpetroliera VLCC cipriota da 250.000 tonnellate varata nel 1973 di proprietà della multinazionale Amoco, ceduta nel 1988 all'armatore cipriota Loucas Ioannou e affondata nel 1991 nel golfo di Genova su un fondale di circa 80 m nelle acque antistanti Arenzano.
Si tratta del più grande relitto visitabile da subacquei del Mediterraneo e uno dei più grandi al mondo.
Nel 1988, fu colpita nel golfo Persico da un missile missile Exocet sparato da una nave da guerra iraniana riportando gravi danni allo scafo. Fu riparata tra il 1988 e il 1990 a Singapore.
Dopo le riparazioni, la nave fece un solo viaggio, giungendo a Genova, 6 miglia al largo del Porto Petroli di Multedo dove rimase alcuni giorni scaricando parte del greggio. L'11 aprile 1991 alle 12:30, durante il travaso del carico da prua a centro nave, forse per il malfunzionamento di una pompa, si verificò un'esplosione che fece saltare cento metri di coperta nella parte prodiera, in un braccio di mare di 94 metri davanti a Voltri ( 44°22'09,23?N 08°45'01,71?E ). L' incendio durò 3 giorni e la nave affondò nel mattino del 14 aprile 1991.
Nell'incidente morirono quattro membri dell'equipaggio e il comandante. Durante la notte la nave in fiamme si spostò al largo di Savona, il giorno successivo fu trainata tra Cogoleto e Arenzano su un fondale di 80 metri; durante l'inizio dell'operazione si staccò la parte di prora interessata dall'esplosione lunga 95 metri che si adagiò a 470 metri di profondità ( 44°16'22,42?N
Il mattino del 13 aprile altre esplosioni scossero il relitto, esplosioni dovute probabilmente al surriscaldamento delle cisterne non ancora interessate all'incendio. Una debole brezza da settentrione limitò lo spiaggiamento del greggio nei primi giorni del disastro, e impedì al fumo di raggiungere i centri abitati sulla costa.
Alle 9:30 del 14 aprile la petroliera concluse la sua agonia con un'ennesima esplosione ad un miglio e mezzo dal porto di Arenzano, tra Arenzano e Cogoleto, su un fondale di 80 metri ( 44°22'25,75?N 08°41'59.58?E ). Nei giorni seguenti l'incidente nonostante l'intervento di una eterogenea flotta di mezzi navali in missione anti-inquinamento, dai caccia della marina ai mezzi del porto di Genova, un debole scirocco travolgeva le barriere che inumerosi volontari avevano sistemato lungo i litorali più esposti, causando importanti spiaggiamenti di greggio da Arenzano a Albissola Marina.
Fu il più grave disastro ecologico nel mar Mediterraneo. Bruciarono circa 90.000 tonnellate di petrolio greggio delle 144.000 presenti al momento dell'incidente oltre alle circa 1.000 tonnellate di carburante.
Una parte del carico, stimata in una quantità compresa tra 10.000 e 50.000 tonnellate, inquina tuttora gli alti fondali tra Genova e Savona.
Il relitto giace oggi a 80 metri di profondità; la coperta è a quota 54 metri e il castello di poppa si eleva fino ad una profondità di 36 metri, che corrisponde circa al livello a cui è stato tagliato il fumaiolo, che rappresentava un pericolo per la navigazione.Dal 2001 una Commissione istituita presso l'assessorato ambiente della Regione Liguria è incaricata di realizzare interventi e sperimentazioni di bonifica anche del relitto. Le due bonifiche di rilievo sono state quella del 2003 e quella del maggio 2008, attualmente classificata come "definitiva", comprendente il monitoraggio complessivo dello stato del relitto e il pompaggio di idrocarburi residui dai locali interni della nave.
Concludo dicendo che l'impatto del greggio sull'ecosistema non puo' essere misurato solamente con le tonnellate di greggio rilasciate o dalla chiazza che si e' creata. Ci sono anche altri parametri da considerare quali le condizioni del tempo, il tipo di greggio (questo sembra molto gassoso ed e' un bene!), la capacità di arrivare in superficie.
Fine
Dite la vostra, ma prima…lasciatemi dire la mia
C’è una cosa che non riesco tanto bene a capire; come ci siano a volte tanti impedimenti a trovare fonti di energia pulita….di quelle che permettano di vivere in completa armonia, o simbiosi con la natura. Ad esempio, quando ero ragazzino, ricordo che la mia maestra ci raccontava della vita delle api; esse non solo sono utili alla natura, ma sono addirittura parte integrante di essa. Infatti la Natura, le ha concepite con il preciso scopo di consentire lo sviluppo delle piante e delle vegetazione in genere, ovvero l’impollinazione dei fiori dai quali verrà fuori la frutta che noi mangiamo. Anche il vento ha questo compito, nel grande scenario che è tutto il sistema della vita che sta sulla terra…Perfino gli escrementi degli animali, sono utilizzati dalla natura per fare crescere la frutta o altri vegetali indispensabili alla nostra vita
Un altro esempio sono i tassi, che scavando nel sottosuolo piccole gallerie, arieggiano il terreno consentendogli di produrre la vegetazione. E’ solo l’uomo che, malgrado sia l’animale più progredito e intelligente (bella intelligenza) del pianeta, combina solo disastri…..Davvero un bel paradosso. Allora dove è tutta questa sua superiorità sul l’animale?
Non la vedo. Ragionando su questo ordine di idee, sembrerebbe che se si dovesse rispettare la natura, altra strada non c’è che quella di tornare ai tempi della pietra e, stando a quello che diceva Quasimodo, non siamo tanto lontani da questo, anche se siamo tecnologizzati …
Abbiamo scoperto l’elettricità (dalla quale si basa al 100%, tutta la nostra tecnologia) e poi, storciamo il naso solo a considerare la possibilità di viaggiare con mezzi a propulsione elettrica, la quale la si può ottenere con sistemi che ritengo del tutto naturali e non inquinanti. Come ad esempio l’energia eolica, ricavata dai mulini a vento o quella fotovoltaitica, ricavata dal sole. Si può anche ottenere energia, facendo fermentare (marcire) i vegetali. I gas che producono (simili a quelli del nostro intestino e che a volte, se siamo soprapensiero fuoriusciamo, con grande ilarità dei presenti), possono essere raccolti e utilizzati come energia per le macchine, e qualunque altro mezzo.Vediamo a questo punto, come l’alta tecnologia può essere un tutt’uno con la natura e noi, esseri umani, potremmo trovare finalmente il nostro posto nel grande contesto della vita (della natura) la quale, da come si può notare, è formata da tante piccole cose collegate fra loro. Sono sicuro che questo mezzo di propulsione, quello non inquinante, debba essere ancora perfezionato e sviluppato, ma credo che quella ormai sia l’unica strada che si debba seguire. In tal caso, il petrolio perderebbe molta della sua importanza, non ci sarebbe più bisogno di trasferirlo da un luogo all’altro della terra e, conseguentemente, non ci sarebbero rischi di inquinare il pianeta perché, un incidente può sempre capitare, e quando capita ad una petroliera…sono davvero c…..i amari.
E’ anche vero che ci sono molti interessi legati al consumo del petrolio, ma io credo che tale problema lo si possa risolvere creando come fosse una specie di piantina di interessi dei monopoli legati alle fonti energetiche inquinanti, e trasferirli alle fonti energetiche pulite, rispettando sempre lo stesso equilibrio di interessi simili a dei monopoli, da trasferirsi e divedersi fra le sette sorelle, mantenendo però, sempre lo stesso equilibrio di interessi fra loro.
Trasferendo così questi interessi, ora legati al petrolio, a quelli del consumo di energia pulita, non ci dovrebbero essere problemi per nessuno…Uno va a fare rifornimento da un distributore di benzina, ma invece di caricare benzina, ci mette del gas (metano) oppure, se la sua macchina è a elettricità, cambia la pila, da quella vecchia e mette quella nuova, paga e se ne và. Credo che ai grandi industriali legati al consumo del petrolio, quello che conta in fondo, sia solo salvaguardare i loro guadagni e interessi….Bisogna soltanto, studiare bene questa transazione di interessi e naturalmente, perfezionare e pontenziare sempre di più, tutte le risorse energetiche non inquinanti.
Prego…..dite pure
Giulio...