Alle Urne Sei Torinesi su Dieci
La Gioia Dei Comitati,Da Oggi Da Oggi Sull' Acqua, Nulla Sarà Come Prima
Dalla Stampa di Martedì 14 Giugno 2011 - articolo di Alessandro Mondo
E’ stata come un’onda di piena, anche a Torino; così vigorosa da superare perfino gli ottimisti di domenica sera, quando l’ultima rivelazione sull’affluenza ai seggi faceva presagire il lieto fine della partita. Quattro referendum. Unanime la risposta dei torinesi, che dribblando la complessità dei quesiti, la confusione e la resistenza degli esponenti del Governo, attiva o passiva a seconda del caso, hanno decretato, con il loro voto una doppia vittoria. La prima riguarda la propensione a votare, e quindi l’affluenza ai 919 seggi in città: oltre il 60%. La seconda sancisce l’affermazione del “SI”: privatizzazione dell’acqua (95,45%), profitti dall’acqua (95,88%), nucleare (93,91%), legittimo impedimento (95,46%).
I risultati di un successo tutt’altro che scontato. E questo, nonostante i quesiti fossero stati caricati di un significato che andava al di la dei loro contenuti specifici, trasformandosi in un voto pro o contro Berlusconi e il suo esecutivo. Ne conviene anche Silvio Viale, Radicali, convinto sostenitore di referendum ma altrettanto convinto che la soglia del “Quorum” vada abbassata: “In una società matura, bisognerebbe persino abolirla”. E magari passare dai quesiti abrogativi a quelli propositivi.
Resta l’esultanza del fronte dei “SI” con particolare riferimento ai due referendum sull’acqua pubblica ecc...
( l’articolo continua)
Fine
Dite la vostra, ma prima lasciatemi dire la mia
Queste cose, mi fanno venire alla mente quello che ci diceva un Preside in occasione degli scrutini di fine anno: “E’ meglio mettersi d’accordo senza bisogno di arrivare alla votazione perché”, secondo lui, “la votazione altro non è che una “Dittatura della Maggioranza”…Questo è vero, ma è anche vero che è meglio una “Dittatura della Maggioranza” piuttosto che una “Dittatura della Minoranza”. Comunque certo è che in effetti, una legge che nasce democraticamente è già meglio di niente, ma non da ancora una certezza assoluta che quella (la procedura) sia la strada giusta al 100% anche perché tutti potrebbero impazzire e proporre leggi…pazzesche….e considerando l’enorme influenza che hanno i mas media, tale inconveniente non è da sottovalutare . Comunque, al di la di queste…come dire… sottigliezze, la vera democrazia in un Paese a mio avviso, si rileva molto di più in un Referendum che non nelle classiche elezioni di partiti o di politici anche perché questi, quando sono dietro le quinte, quello che fanno lo sanno solo loro. L’espressione tramite un referendum invece, è vera democrazia perché offre al popolo, la possibilità di un potere decisionale diretto.
E’ in quella circostanza che si esprime davvero la volontà popolare; è così che dovrebbe essere una vera società democratica…Dovrebbero essere ovviamente, piantati dei “paletti” al fine che le proposte del Referendum, sia abrogative che propositive, siano in sintonia con quello che è la coscienza comune e quello che sono i principi di base della nostra civiltà e cultura dopodichè, si darà completamente spazio alla volontà popolare… Come dice il proverbio: “Voce di popolo, voce di Dio”…. Trovo che mai, come in questo caso, tale proverbio sia così appropriato…Alla fine la gente, pur se distratta da mille problemi, pur se è superficiale per natura e ognuno è immerso nei problemi suoi, come direbbe Vasco Rossi, deve essere comunque lei, la gente, a fare politica ovvero, fare le sue scelte in quanto sa quello che vuole malgrado tutto. Anche se molti interpretano il risultato del referendum come un qualche cosa di politico, politico non è, ma semplicemente scelte della popolazione. Se insieme a quei quattro quesiti, dove hanno trionfato i “SI”, ce n’è fosse stato un altro ancora, tipo: “Vuoi tu che venga ripristinata la ronda notturna, al fine di garantire più sicurezza alla gente?” Credo sicuramente che i “SI” a trionfare sarebbero stati 5 e non 4
Io ricordo negli anni ’50, quando facevo le elementari, le maestre ed in seguito i professori quando facevo le medie, non smettevano mai di dirci che il “Votare”, era un “diritto - dovere” del cittadino e il sottrarsi a questo dovere, significava non avere il senso civico, non avere nessuna coscienza sociale e cose così ( In effetti, l’unica possibilità che abbiamo per dire un po’ la nostra, come fosse una flebo per la nostra democrazia, è quella di recarci alle Urne).
A seguito di questo, mi sono davvero stupito quando (se non ricordo male negli anni ‘80), c’è stato il referendum per i pesticidi. In quella occasione ho sentito più politici esortare gli italiani ad andare al mare oppure, molto democraticamente, ai monti (a loro scelta) anziché andare dietro alle urne, all’unico scopo di non raggiungere il quorum (metà più uno)… Io sono matematicamente sicuro che se si dovesse abolire (magari a seguito di un altro referendum) la legge del Quorum, non ci saranno più politici che esorteranno gli italiani ad andare al mare piuttosto che andare dietro alle urne…anzi. Tra l’altro, trovo questa legge sbagliata ( e mi sembra di non essere il solo, a giudicare dal tenore dell’articolo che sto commentando) nel senso che per invalidare un Referendum tutti, intendo dire veramente….tutti, si devono astenere dal votare ….Allora si, se nemmeno uno si presenta alle urne, il Referendum è invalidato, ma se anche un solo un cittadino avente diritto al voto si reca alle urne, il Referendum dovrebbe essere valido e il voto di quello, dovrebbe diventare legge. In fondo, quello che vota, essendo cittadino di una Repubblica, anche lui è un re (comproprietario di un regno indiviso) .
A titolo di cronaca dirò, se la memoria non mi inganna, che nel Referendum degli anni ’80, programmato per abolire i pesticidi, avrebbero vinto i contrari all’uso di questi veleni ovvero, i “SI” di allora….se non fosse che il Referendum è fallito perché non si è raggiunto il numero sufficiente. All’epoca sarei stato più contento se avessero vinto i NO attraverso una democratica votazione, che non una votazione svolta in quella maniera… Questo significa oltretutto, una assoluta mancanza di rispetto per chi ha una coscienza sociale e, invece di andarsene in montagna (o al mare) trova giusto, prima recarsi dietro alle urne per esprimere la sua opinione, poi andare al mare, oppure ai monti in una libera scelta (per carità) democratica.
A proposito di pesticidi, dalla Stampa, Cronaca di Torino del Mercoledì 13 Luglio 2011 prendiamo un altro articolo; il seguente:
LA PROTESTA. Sciopero della fame da 10 giorni “salvate le api dai pesticidi”
Il loro impiego sul mais è stato sospeso fino a Ottobre, ma i pesticidi che causavano la moria delle api, continuano ad essere usati sulla vite. E le api continuano a morire. A migliaia. Tanto che gli apicoltori Renato Bologna e Marisa Valente, marito e moglie, sono da 10 giorni in sciopero della fame. Avevano 250 arnie, gliene restano soltanto una decina. Non interromperanno la protesta finché la Regione non metterà al bando su tutte le coltivazioni i neonicotinoidi.
Da quando hanno iniziato lo sciopero, Renato e Marisa stazionano con un furgoncino in corso Stati Uniti davanti all’Assessorato dell’Agricoltura. Vogliono essere ricevuti da Presidente Cota e dall’Assessore Sacchetto, ma non hanno avuto ancora udienza. Se non si interviene, denunciano, saranno costretti a chiudere la loro azienda di Rocchetta Tanaro, nell’astigiano, specializzata nei prodotti per l’apiterapia nonostante abbia ordini per migliaia di euro. Potrebbero dare lavoro ad altre persone, e che invece sono sull’orlo del baratro per via della strage delle piccole operaie. Perché sono circondati da vigneti su cui vengono effettuati i trattamenti obbligatori contro la flavescenza dorata, per i quali sono stati autorizzati anche i neonicotinoidi. Dopo anni di proteste, lettere, denuncie, Renato e Marisa hanno scelto la protesta plateale. Esasperati, ma non più soli. Il loro appello sul Web. È stato sottoscritto da un milione e duecento mila persone. Pubblicando sul sito www.rfb.it/bastaveleni i risultati delle analisi sulle loro api hanno scoperto che centinaia di apicoltori in tutta Italia stanno vivendo lo stesso dramma, anche se prima della loro denuncia non si capivano le ragioni . “Sono pesticidi – spiegano – letali per le api, secondo alcuni studi, anche per gli uomini. In nome del principio di precauzione, chiediamo alla Regione di dire basta.
Dita la vostra ma prima, lasciatemi ancora dire la mia
Se penso a tutti i soldi spesi per indire il Referendum negli anni ’80 contro l’utilizzo dei pesticidi, che sono stati praticamente buttati al vento (considerando i continui tagli di qua e di la che si fa per recuperare sempre soldi) soltanto per un capriccioso cavillo burocratico, il quale sostiene che una qualunque riunione, piccola o grande, non ha valore legale se non supera la metà più uno (Quorum) mi viene quasi da ridere o magari da piangere….Allora chi è presente, chi ha fatto il suo dovere di cittadino, non conta proprio nulla? Per quale motivo uno che non si interessa, che non gliene frega niente, che non ne ha voglia, che si rifiuta di valorizzare un suo diritto tramite la possibilità del voto, il suo atteggiamento di menefreghista debba pesare così enormemente su tutte le altre decisioni, dettate dal buon senso, da persone che ci tengono a migliorare la società, che non pensano solo alla villeggiatura (anche a quella ma non solo)….Trovo giustissimo dire che il recente Referendum è stata una doppia vittoria; prima per il senso civico dimostrato dagli elettori e poi per il risultato in se stesso……Forse che la gente sta diventando più attenta e sensibile ai vari problemi sociali che, nel nostro piccolo, possiamo anche migliorare?....Io dico di SI
Fine
Prego dite pure….
Giulio...