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Da: “Giornale di Sicilia” (Trapani) del 6 agosto 2011, prendiamo il seguente articolo

Precari, 67 mila assunzioni, ma è bufera sulla graduatorie, di Alessandra Turrisi....

 

 

Guerra tra i precari del nord e del sud. La Uil “Finalmente tanti precari avranno un posto". La Cgil “Intollerabili favoritismi per chi vive al nord”

 

Le immissioni in ruolo nella scuola ci saranno, ma è guerra tra i precari del Nord e del Sud. Le 67 mila assunzioni definitive negli Istituti di tutta Italia, stabilite dal decreto firmato dai ministri Gelmini, Brunetta e Tremonti, sono state ratificate dal contratto sottoscritto all’Aran da Cisl, Uil, Snals e Gilda, contraria la Cgil. Ma la decisione del governo di assegnare un terzo dei posti di docente con le vecchie graduatorie, che vedevano i precari meridionali inseriti in coda al nord e poi bocciata dalla Corte costituzionale, sta scatenando una rivolta.

 

I numeri delle assunzioni, infatti, sono consistenti, soprattutto nel centro-nord, e rappresentano una boccata dì ossigeno dopo i tagli inflitti dalle ultime finanziarie. Non si conoscono i dettagli relativi alle varie regioni, ma la ripartizione nazionale prevede l’immissione in ruolo di 30.308 docenti di cui 6.280 all’infanzia, 3.825 alla primaria, 7.277 alla media, 5.931 alle superiori, 6.887 al sostegno, 108 per gli educatori. Mentre per il personale Ausiliare, tecnico e amministrativo, entro il 31 agosto, verranno effettuate 36 mila nomine.

 

Ma Sull’ Uso Delle Vecchie Liste Si Annuncia Una Pioggia Di Ricorsi

 

Alla Sicilia, però, arriveranno poche briciole, “I numeri delle immissioni in ruolo dipendono dai posti vacanti e nell’isola non sono molti” precisa il nuovo direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte. La ripartizione dei posti si conoscerà solo la prossima settimana, ma la Cisl scuola regionale ha ipotizzato una stima che assegnerebbe “circa 1950 immissioni di docenti, di cui nessuno alla scuola primaria, e oltre 2100 di personale Ata, di cui l’80%, collaboratori scolastici” afferma Raffaele Zarbo, della segreteria regionale.

 

Ma rischia di scatenarsi la guerra dei ricorsi sulla decisione del governo di assegnare 10 mila dei trentamila posti di docente attraverso le vecchie graduatorie del 2009-2010, dichiarate incostituzionali. Queste liste inserivano in coda nelle province settentrionali, i nominativi dei precari provenienti dal sud, anche se avevano punteggi maggiori. La Corte costituzionale ha disposto che l’inserimento avvenisse “a pettine”, ossia in ordine di punteggio, e questo ha provocato la rivolta di migliaia di precari del nord scavalcati dai colleghi meridionali, con molti più anni di servizio sulle spalle. Da qui la richiesta della Lega, che è stata accolta e contro cui si scaglia al Flc Cgil “si tratta di una scelta immorale voluta dai politicanti e dalle lobby trasversali dei partiti-afferma Giusto Scozzaro, segretario regionale della Flc Cgil.

 

E’ intollerabile, se le notizie fossero confermate, che la quantità dei contingenti che si stanno decidendo per ordine di scuola, dipendono dalla presenza o meno di precari meridionali nelle diverse graduatorie.
Una vicenda sulla quale esprimono la propria contrarietà anche i parlamentari del Pd Alessandra Siragusa, Tonino Russo, Angelo Capodicasa, Marilena Samperi e Daniela Cardinalesche parlano di “antimeridionalismo del governo Berlusconi”. Ma i sindacati che hanno condiviso il contratto gettano acqua sul fuoco . “L’obbiettivo era ottenere il massimo possibile ed è quello che abbiamo fatto” – replica Enzo Granato, segretario regionale della Uil scuola-“
Finalmente migliaia di precari avranno un posto di lavoro fisso e non andranno più raminghi per l’Italia per una supplenza. Il ministero dell’istruzione ha dato una risposta alla richiesta che veniva dal mondo della scuola. Adesso chiediamo che il metodo delle immissioni in ruolo venga messo a regime ogni anno.

Fine

 

 

Dite la vostra, ma prima ... lasciatemi dire la mia

Premetto che sono del Nord e quando vado in vacanza nel Sud, preferisco leggere quotidiani del Sud al fine di sentirmi più in sintonia con la gente e la mentalità del posto, altrimenti cosa ci andrei a fare da quelle parti? Sono un insegnante di musica presso la scuola media per cui sono attratto da articoli che parlano di scuola e, se il contenuto del presente articolo, è davvero quello che credo di aver inteso, devo dire che sono molto perplesso e molto sorpreso; mi sembra davvero incredibile che, oggi come oggi, possa ancora “sopravvivere” questa mentalità che non mi riesce, per quanto ci possa provare, assolutamente di capire. I soprusi li capisco…purtroppo...ma non capisco la pretesa di farli passare come cosa giusta e normale e quindi, in coscienza, sentirsi perfettamente “a posto” malgrado questi. E pensare che l’Inno di Mameli, canzone simbolo della nostra Nazione, dal noto titolo: “Fratelli d’Italia”, dovrebbe indurci appunto alla fratellanza, soprattutto quando dice: ”Stringiamoci a coorte, siamo pronti alla morte”…addirittura? ….Va beh...…

 

In occasione dei festeggiamenti dell’Unità, si sono bloccate intere città creando disagi innumerevoli. Probabilmente, forse, immagino per dare ad intendere l’importanza di tali festeggiamenti in quanto ora (da un secolo e mezzo ormai), gli italiani sono tutti uniti….sotto un unico e benevolo “tetto paterno” (e quindi tutti fratelli…ma che beeelloooo….) e poi troviamo cosa naturale che gli abitanti di una zona dell’Italia (il Nord), stando a quello che ho compreso del presente articolo, non rispettino la fila e passino avanti a gente che ha un punteggio superiore (e quindi più esperienze sulle spalle), solo perché vive in un'altra zona dello stato italiano (nel Sud per esempio)….e magari, da come è detto nell’articolo, si incaz….zino pure se questa prassi non è più agevolata come lo era un tempo…( Io mi baso solo da quello che leggo).

 

Anche se sono del Nord, trovo assolutamente sbagliato che alcuni con un punteggio più basso, passino tranquillamente davanti a gente che ha un punteggio più alto, solo perché quelli non sono del Nord e loro si….certo è che se la presunta superiorità nordica (che non mi riesce tanto di vedere), si riduce ad una incapacità di fare “la fila”….difetto con il quale, nel Nord si identifica tra l’altro, un tipico e caratteristico atteggiamento meridionale, siamo davvero messi non tanto bene. Ma io credo che questa superiorità nordica, derivi dall’immaginario popolare in quanto la carta geografica presenta la penisola con le Alpi in alto e il meridione in basso…così, certo è che chi vive al Nord (stando alla cartina) si troverà più in alto di chi non viva al Sud e di conseguenza….possa cadere più dall’alto…Stesso discorso per le popolazioni del Nord Europa, verso le quali gli italiani, che stanno più a Sud, hanno una sorta di complesso di inferiorità in quanto sentono il “peso” della loro superiorità….soprattutto geografica. Certamente ho detto una minch…iata….ma non so fino a che punto.

 

Una volta tanto che vengono fatte le cose giuste (il che non succede spesso), che finalmente si apre uno sbocco nel mondo lavorativo scolastico, ancora non va bene perché qualcuno avrebbe quella pretesa di, “molto civilmente ed educatamente” passare davanti ad altri solo perché sono meridionali.

 

Tutto questo mi fa venire alla mente uno spot pubblicitario riguardante una crociera viaggi in cui è illustrato, in modo più che palese, la libertà di usare anche “colpi bassi” ed estremamente scorretti, pur di non lasciarsi passare davanti nessuno in quanto, fare quella crociera…a quanto pare… ”è troppo bello”….Io credo che per il soggetto privo di una sua vera personalità, di facile suggestionabilità, tale spot potrebbe diventare “Maestro” di un cattivo e scorretto stile di “vita quotidiana”.

 

Eppure non è molto difficile da capire; è per questo motivo che si fanno i concorsi ed in seguito le graduatorie. Per stabilire una giusta scaletta di precedenze, sulla base delle capacità ed esperienze di ognuno, per stabilire una fila attraverso la quale, dovranno a turno essere sistemati tutti gli insegnanti secondo l’ordine prestabilito…Comunque, a parte queste palesi ingiustizie che generano solo stress, malumore ed inutili tensioni, tali problemi comunque, sono soltanto artificiali, generati da un sistema artificiale e oltre tutto…completamente sbagliato, che sta a monte della nostra organizzazione sociale….Sarebbe sufficiente, secondo me, cambiare queste regole e il problema della disoccupazione, non solo della scuola ma di qualunque settore, non ci sarebbe più. Come diceva Gesù Cristo: “Se vivono gli uccellini dei campi, le rondini del cielo, e se i gigli sono così magnificamente “vestiti”, perché anche voi, che siete molto più importanti che non i fiori, rondini o passeri, non dovreste avere tutto quello che vi è necessario per vivere in modo decoroso?”….

 

La materia di religione viene insegnata nella scuola, vengono stanziati pure dei soldi per quella, quindi una mentalità di fratellanza dovrebbe alla fine formarsi (almeno un poco) nella nostra società…. Pretendere di realizzare questo, equivale soltanto a fare come faceva Don Chisciotte quando combatteva i mulini a vento? Io non credo. Sarebbe sufficiente, secondo me, precettare tutti i disoccupati ed inquadrarli, con orari lavorativi ottimali, magari dalle otto del mattino fino alle 16 del pomeriggio (oppure in orari notturni…dipende), in organizzazioni e strutture che offrano alla popolazione quello che occorre per vivere. Magari coltivare e rendere produttivi tutti i territori demaniali inutilizzati, con cereali, fagioli, ortaggi, grano ecc. da distribuire, secondo un preciso criterio, ai disoccupati che non lo sarebbero più, se venissero precettati per fare questi lavori.

 

Questo tipo di esercito (molto pacifico) integrerebbe magnificamente la circolazione del denaro per gli scambi commerciali, compresi quelli alimentari. Parlando sempre del mondo della scuola ma non solo, quando un tizio, dopo aver superato un impegnativo concorso che lo dovrebbe immettere nel ruolo, e aspetta ansiosamente il grande momento che non vuole arrivare, potrebbe mettersi a disposizione dello stato per eventuali chiamate di eventuali supplenze, ma sia che…sia (curioso questo gioco di parole) a disposizione, oppure in servizio in qualche scuola come supplente, riceverà sempre e regolarmente comunque dallo Stato, il quale a volte ci chiede pure i “sacrifici”, il suo salario oppure, la possibilità di mangiare (questo inderogabile diritto dell’essere umano, se si sta in un paese civile), attingendo negli spacci commerciali dello Stato, i quali saranno riforniti dalla produzione agricola proveniente dai terreni demaniali grazie ai disoccupati precettati e messi a disposizione di chi ne avesse bisogno.

 

Lo Stato, almeno per quello, non andrà in bancarotta, anche se ci saranno dei momenti in cui lo stipendio verrà versato quando il soggetto è solo a disposizione e non in attività, perché ci sarebbe tutto il lavoro della produzione alimentare, risultato delle coltivazioni dei terreni demaniali, ad opera dei disoccupati precettati dallo Stato e che, grazie a questa precettazione, disoccupati non sono più. Tale produzione alimentare potrà soddisfare le necessità di tutti coloro che ne avranno bisogno in attesa dell’inserimento in ruolo, questo, a scongiurare l’inevitabile stress e paura di rimanere senza lavoro e magari…di morire di fame…spauracchio che, da che mondo è mondo, ha sempre tormentato la gente, malgrado si abbia sempre avuto la pretesa di vivere in società “civili”.

 

 

Mi viene bene fare sempre riferimento al mondo scolastico perché essendo insegnante nella scuola media, ragiono in questo ordine di idee, ma è chiaro che questo concetto si potrà adattare per qualsiasi altro tipo di lavoro. Il disoccupato non dovrebbe esistere, ma solo “il cittadino che è a disposizione della Stato” (quando non c’è lavoro) e per questo, essendo che è a disposizione, è in qualche modo impegnato e dovrebbe così percepire salario o almeno beneficiare delle derrate alimentari prodotte dai terreni del demanio di cui si è parlato...Io sono assolutamente convinto che la parola “disoccupato”, se non fosse che rappresenta una situazione drammatica, dovrebbe soltanto far ridere, se si considerano tutte le cose che si dovrebbero e si potrebbero fare per rendere la vita della gente più di qualità.

Prego…..dite pure

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Giulio...

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