Articolo tratto da una raccolta di Post intitolata:
4 Vecchi in America inviatami dal Colonnello italo-americano;
Ezio Vecchi, a seguito dei suoi numerosi viaggi dentro e fuori dal territorio U.S.A.
Continuiamo il nostro viaggio all'interno delle scuole americane e parliamo di awards.
Come spesso ho detto, in USA si e' soliti premiare chi merita (veramente), in tutti i campi.
Chi non conosce gli Academy Awards (Oscar), i Grammy Awards, gli MTV Video Music Awards
Ma senza andare troppo in alto, per esempio nel mio ufficio americano, ogni mese si danno dei premi (in vile denaro, ma molto apprezzato), al miglior impiegato. E' una cerimonia semplice, nella quale il capo Ufficio espone i motivi per cui elargisce il premio, davanti a tutti gli altri impiegati. Nessuno storce il naso e non ho visto traccia di sindacalisti (per fortuna) che osteggiavano tali premiazione.
Tutto il contrario di quello che succede da noi, dove a mio avviso i sindacati hanno, nel corso degli anni, dato il peggio di loro stessi, appiattendo il settore del lavoro pubblico, rendendo la meritocrazia un sogno inarrivabile!
In Italia (e nel settore della pubblica amministrazione) bisogna dare tutto a tutti nella stessa misura. Non importa se uno lavora o meno, basta che gli equilibri delle tessere sindacali siano rispettate!!
In America non e' cosi per fortuna ed i ragazzi imparano a meritarsi un premio (award) sin da piccoli a scuola. Ieri mattina, alle 9.00 AM, i genitori del first and second grade della scuola di Paolo, sono stati invitati alla cerimonia degli awards della scuola. Io inizialmente avevo capito che era la graduation (cerimonia di fine anno, durante la quale i ragazzi festeggiano la promozione).
Invece una mamma mi ha spiegato che la graduation si fa solo alla fine della Kindergarden, alla fine dell'ottavo anno (fine scuole medie) ed alla fine dell'high school (liceo). Questa invece era una cerimonia, durante la quale si festeggiavano SOLO i ragazzi che avevano raggiunto dei traguardi, tali da essere premiati pubblicamente. Tutti gli studenti si erano raggruppati nella cafeteria, da un lato, ed i genitori dall'altro.
la cerimonia ha avuto inizio.
Una alla volta le maestre si sono avvicendate sul palco, ed hanno chiamato gli alunni che avevano ricevuto un premio.
I premi che i bambini ricevevano erano essenzialmente 6:- most As High Honor Roll (i bambini che hanno avuto tutte A sulla pagella, tutto l'anno);
- most As and Bs High Honor Roll (i bambini che hanno avuto tutte A e B sulla pagella, tutto l'anno);
- Principal Award (premio che conferisce il preside per meriti particolari);
- Perfect attendance (chi si e' comportato bene tutto l'anno)
- Citizenship awards (who daily demonstrate good citizenship both at school and at home)
- Most improved english (dedicato ai bambini che sono arrivati ad anno scolastico gia' iniziato, ed hanno migliorato moltissimo il loro inglese)
Il momento che la maestra di Paolo e' salita sul palco (pensando ancora in italiano) mi sono messo sotto il palco, (sicuro che il premio lo stavano per ricevere tutti i bambini della sua classe) per fare una bella foto al "core di papa"!
Ma non avevo capito che non tutti i bambini sarebbero stati chiamati per ricevere il premio! Per fortuna Paolo lo hanno chiamato, avendo meritato il Principal award!
Ma molti bambini, pur presenti nella cafeteria, non hanno ricevuto il becco di un premio.
Continuando a pensare in italiano, ci sono rimasto male per loro. Ma se penso in americano, la cosa non e' poi cosi' strana, anzi normale!
A cerimonia finita siamo andati in classe di Paolo, con la maestra che ha assegnato altri premi ad i bambini che avevano raggiunto un certo punteggio nella lettura.
Anche qui naturalmente non tutti hanno avuto il premio (circa la meta' dei ragazzi hanno avuto il premio, compreso il "core di papa'").
Ecco Paolo che si gusta il secchiello pieno di penne, matite, gomme, medaglie ...... che la maestra gli ha dato,
ha poi fatto vedere un breve video (con musica ed effetti di transizione semplici, ma carini) di tutte le attività svolte dai ragazzi durante l'anno (preparato da lei, con il suo laptop) scolastico.
Inoltre ha dato ad i genitori una faldone formato A2, con molti lavori fatti dai bambini, con tanto di fotografie attaccate.
Insomma proprio una bella cerimonia, che ha fatto felici i bambini (quelli premiati!) ed i genitori (tutti premiati e non!).
Io ho fatto 2 considerazioni, ditemi quanto sono lontano dalla realtà:
1) La cerimonia in cafeteria, alla scuola non e' costata il becco di un quattrino (l'unica spesa e' stata quella delle pergamene per i bambini, peraltro stampate in proprio con stampanti non professionali).
2) le cose che ha fatto la maestra in classe non sono costate quasi nulla (forse solo il DVD che la maestra ha dato ad ogni genitore, in ricordo dell'anno trascorso insieme), ma solo lavoro della maestra, che mi sembra averlo fatto con piacere.
Allora la domanda nasce spontanea (Lubrano docet!): ma perché una cosa così semplice, carina ed assolutamente poco costosa, non si riesce ad organizzare anche nelle nostre scuole ?????????????????
Non mi dite che non ci sono soldi, perchè il costo e' irrisorio.
Non mi dite che e' difficile da organizzare, perché di cerimonie così ne potrei organizzare una al giorno.
Non date la colpa al preside, perché non credo che nessun preside possa rifiutarsi di fare una cerimonia, che porterebbe solo elogi alla scuola (magari in USA!!).
Ma allora perché?
Perché la scuola italiana rifiuta la meritocrazia (eredità pesante del '68)?
Perché i professori (non tutti spero) hanno poca voglia di lavorare?
Perché i genitori italiani andrebbero su tutte le furie se il figlio non venisse premiato?
Perché i sindacalisti direbbero che e' un premio a cottimo?
Perché "quelli che la sanno lunga" (e non sanno mai niente) direbbero che chi e' premiato e' un raccomandato?
Perché il sociologo di turno potrebbe dire che i bambini non premiati rischiano uno shock psicologico??
Non so perché ma vorrei tanto che nelle scuole italiane ci fossero cerimonie di questo genere!!!
Dite la vostra ma prima…..lasciatemi dire la mia
Questo articolo mi ha coinvolto non poco. Forse perché insegno musica nella scuola dell’obbligo nell’Italia del Nord per cui, non potevo restare indifferente… Intanto devo subito chiarire che i “pelandroni” si possono trovare in qualunque categoria lavorativa, indipendentemente dal mondo scolastico ma, a parte questo, dove il fenomeno potrebbe essere del tutto casuale, quante volte ho visto insegnanti (ho la presunzione di mettermi fra quelli) con grandissima voglia di fare, muovere mari e monti pur di dare il massimo ai ragazzi, e per questo, godere della massima stima dei genitori e simpatia dei ragazzi, ad un certo punto, con loro sommo dispiacere, mollare tutto….lasciar perdere….malgrado l’impegno e gli sforzi esercitati per lungo tempo in quella direzione. Questo perché il polverone suscitato, a seguito delle loro iniziative, è stato tale da creare con il tempo, situazioni ingestibili, montagne invalicabili di problemi tanto da indurli, a dare forfait.
Ricordo di due professori che avevano organizzato incontri e scambi culturali con scuole del Sud in cui, grazie a loro e alla loro iniziativa, si erano formati solidi legami di amicizia e di collaborazione fra insegnati, ragazzi e genitori di queste scuole del Sud e del Nord, legate da tali gemellaggi convalidati nel tempo, tanto da divenire ormai una “tradizione” di incontri periodici gestiti da loro, subire attacchi personali, addirittura sulla loro vita privata…….allo scopo di destabilizzarli e indurli a desistere da queste iniziative……Praticamente furono organizzate delle riunioni (Collegi Docenti straordinari), convocati gli ignari colleghi con il solo fine di operare nei loro confronti, come dei linciaggi psicologici per demolirli, demolire le loro iniziative…pur di fermarli….e furono fermati. Questi insegnanti infatti, che ormai erano già in età pensionabile, immediatamente, davanti a scenate di quel genere, fecero domanda di pensione disimpegnandosi così da quei problemi che mai si sarebbero sognati di avere. A giudicare da quello che ho visto nella mia carriera scolastica il più delle volte, se qualcuno cercava di fare un qualche cosa in più del previsto, magari solo perché appassionato del suo lavoro, prima o poi poteva trovarsi delle “montagne” di difficoltà davanti e questo, lo dico per esperienze personale …..La passione di questi due colleghi, era quella di creare dei legami di amicizia fra ragazzi, genitori e colleghi nonché, scambi culturali fra il Sud e il Nord (l’Italia è un microcosmo di tante diverse culture locali). La mia passione invece, è la musica con la quale ho sempre cercato di coinvolgere i ragazzi/e al fine che la loro mente fosse occupata sempre da cose positive (quale è appunto la musica).
Dopo le prime grandi soddisfazioni però, sono arrivate montagne invalicabili di problemi… ma come dice il Vangelo, le ho superate con un bricciolino di fede e così…. ne sono arrivate altre (montagne intendo)… pure quelle superate nello stesso modo, così che, dovetti affrontarne altre ancora… Fu così che, tra una “montagna” e l’altra, non feci mente locale di essere ormai prossimo alla pensione al che, incominciai a vedere le cose da altre prospettive ovvero, di andarmene all’inglese, guardando con molto interesse la nuova era che mi si stava profilando innanzi.…..In fondo, malgrado le opposizioni che ho dovuto affrontare, le mie soddisfazioni professionali le avevo già raggiunte anche perché, nel mondo scolastico italiano (bisogna riconoscerlo), esistono pure di tanto in tanto (molto…di tanto in tanto) delle piccole oasi che, se uno ci sa fare, esattamente come fanno i gatti che riescono a percepire anche le più piccole particelle di luce in piena notte, riesci a combinare qualcosa. Ecco altri episodi dove, malgrado le “oasi” di cui dicevo, che si manifestano credo come legge naturale, quasi come una compensazione spontanea al fine di “equilibrare” un pochino le cose, rimane comunque evidente come questo “andazzo”, sia una costante. Ecco un altro episodio; all’inizio della mia carriera scolastica, avevo un ragazzino che era bravissimo con il piano forte. Per lui, anche se era un ragazzo, suonare Chopin, Liszt, Beethoven ecc. era davvero…. un gioco da ragazzi.
Per questo, quando ci furono gli esami orali ritenni che per lui sarebbe stato davvero banale fargli suonare un brano al flauto dolce, come per gli altri suoi compagni, per cui proposi all’intera Commissione, di trasferirci nell’Aula attigua dove stava il piano forte….Probabilmente, forse perché dopo l’esame gli operatori scolastici avrebbero dovuto riordinare i banchi (o chissà per quale altra ragione), gli stessi fecero una opposizione inaudita, davvero incredibile….Tuttavia alla fine, riuscii a spuntarla e quindi entrammo nella sala dove stava il piano, affinché il ragazzino potesse suonarlo….ma posso assicurare che fu veramente dura. In un’altra scuola dove, se ricordo bene, alcuni ragazzini non visti, erano usciti dall’edificio scolastico prima del suono della campanella, un collega, al fine di scongiurare nel futuro rischi di questo genere, propose al Collegio dei Docenti (tutti i professori riuniti), di riabituare i ragazzi a camminare per i corridoi della scuola, e all'uscita della stessa, in fila per due come era in uso una volta, al fine di poterli controllore meglio (non è facile controllare molti ragazzini che non stanno mai fermi e che vanno in tutte le direzioni), Senza una ragione precisa però durante la riunione, nel sentire la sua proposta, alcuni colleghi che io definirei: franchi tiratori, hanno fatto un casino tale (per usare una tipica espressione dei ragazzi) tanto da non lasciarlo nemmeno finire di esporre il suo piano che si era diligentemente preparato…altro che approvarlo…Bella democrazia davvero.
Comunque, il motivo di quella opposizione così accanita, nemmeno sono stati in grado di spiegarla…lo hanno bloccato e basta. Ho avuto una Preside molto sensibile ai problemi dei ragazzi, che sapeva stimolarli, entusiasmarli e sapeva, soprattutto, coinvolgere gli insegnanti disponibili a questo fine; allo scopo di dare il meglio alle nuove generazioni…Il periodo passato con questa Preside, è stato il periodo più collaborativo della mia carriera scolastica… Ma ecco…….guarda caso….arrivare per questa Preside, problemi su problemi (Cosa che non ho mai visto con altri Presidi), tanto da indurla alla fine, a fare domanda di trasferimento, per andare in altra scuola. Ancora un esempio e poi mi fermo, altrimenti non finirei più; un collega di matematica, appassionatissimo di informatica, praticamente il Web Master della scuola, teneva la gestione di tutti i Computer dell’istituto e per questo aveva un suo laboratorio in cui, fra una lezione e l’altra, li riparava, li aggiustava, li smontava ecc. Ecco che, quando subentra una certa Preside, la prima cosa che fa questa quì, a insaputa dell’interessato, cambia le chiavi della sala Computer allo scopo di impedirgli di entrare, con la seguente scusa: “ragioni di sicurezza”, quando ormai, erano anni che svolgeva tale attività e tutto era sempre filato liscio.
Chiaramente tale collega, leggermente offeso e indispettito, si dimette da questo incarico (che tra l’altro svolgeva gratuitamente). Risultato….da quel momento, quando i computer si bloccavano, restavano bloccati….Nel senso che non c’era più chi si occupava di questi… Se si voleva farli rifunzionare, si doveva chiamare qualche tecnico esterno, che sarebbe venuto quando avrebbe potuto, e che magari non era all’altezza del collega ecc….Insomma, dopo l’episodio, se i computer della scuola restavano in panne, in panne continuavano a stare con tutti gli svantaggi che ne potevano derivare…Non è facile capire il senso di tutto questo. E’ chiaro che nessuno vuole essere un Don Chisciotte che combatte i mulini a vento….quando un collega si rende conto che le cose stanno così, anche se non sa perché ma così è, che fa? Tira a campare fino all’arrivo della pensione che diventa alla fine, la sua meta principale.
Prego…..dite pure
Giulio...