So che nessuno mi crede,
per questo mi diverto a scrivere.
Chi dice che non ho senno,
ed io li guardo a stento.
Chi dice che se scrivo
Vuol dire che sono ispirata.
Ed io che debbo dire?
È Dio che mi ha mandata.
Non so per quale strada
mi debbo presentare;
quando la penna prendo
non so che debbo dire.
Ma l’angelo mi tiene
Il foglio bianco,
ed io traccio Iddio
che amo tanto.
E la mattina
quando canta il gallo
mi avvio lesta lesta
al focolare.
La zuppa io preparo
per i miei cari,
che ancora stanno a letto
a riposare.
Anche per loro
c’è da faticare.
Le sette stanno appena
per suonare.
La femminuccia
io faccio alzare;
chi va a scuola
e chi a lavorare.
Il maschietto
oggi sta un po’ male,
e penso che a scuola
non potrà andare.
Ne provo un grande dispiacere
ma più di me si dispera lui,
e quindi faccio finta
di non pensare;
e prego Dio
che non stia più male.
Finché la sera, quasi all’imbrunire,
siam tutti dentro il casolare.
Per oggi ho finito
di lavorare.
Guardo il mio sposo
che altrettanto dice:
- Il giorno se n’è andato
moglie cara
e a noi rimane la gioia
d’aspettare,
che ogni giorno
giunga l’imbrunire.
Ci sarà il giorno
che non giunge mai;
e com’è triste
per i figli miei.
Ma io soli
non vi lascio mai.
La mamma che vi mando
a voi vicina,
è la Madonna
Santa e Divina.
Altrettanto farete voi.
È come una catena;
siamo legati
con la stessa fune.
Perciò vi prego:
siate sempre buoni,
che in Dio troverete
consolazione.
10 Novembre 1959
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