I Paesi Islamici Del Mediterraneo
Siria
Le informazioni circa la musica siriana sono talmente scarse, che non è possibile fare un quadro soddisfacente. Sappiamo che il primo nome illustre fu Bardesane che visse fra il II e III sec. d C a Edessa. Compose 150 inni sacri e il figlio Harmonium, ne compose molti di più. Con il divulgarsi di questi inni si diffuse la dottrina “gnostica” alla quale erano legati. Sempre a Edessa (o Odessa), S. Efrem, poeta e dottore, oppose i suoi canti, legati invece alla chiesa Cattolica, a quelli di Bardesane; tutto questo costituisce la più autorevole fonte di informazione sulla musica siriana. |
L'Inno Al Vestimento Di Gloria
Nel secolo VIII, Balai di Gelita fondò una sessantina di scuole di canto che diresse egli stesso. Le ultime informazioni musicali siriache, ci sono pervenute da Bar Hebreo (? 1286) grande storico, grammatico, letterato e personalità significativa dei sio-giacobini d’Oriente. |
Libano
Il filone musicale più notevole del Libano, è quello legato alla chiesa “Maronita” la quale è un ramo della chiesa orientale (ortodossa-bizzantina) fondata da Marone nel sec. IV. In seguito a pressioni di varia natura, i membri di questa corrente si rifugiarono in Libano abbandonando la Siria. Attualmente, la maggioranza della popolazione del Libano è di religione maronita. Il repertorio musicale della liturgia maronita, è assai eterogeneo e viene diviso in 4 gruppi: canto siro-maronita, canto siro-maronita arabo, melodie personali e melodia straniere |
Israele ieri
La musica israelita (quella liturgica) ebbe, come quella greca, un grande peso sullo sviluppo musicale dotto europeo. Infatti tramite la predicazione del Vangelo, vennero diffuse le usanze musicali ebraiche in quanto il cristianesimo nasce in Israele per cui, anche se non si è sicuri al 100% di tutto questo, rimane molto facile presumere che il canto gregoriano romano (di papa Gregorio Magno), sia di derivazione ebraica. In seguito, come si è detto nella sezione di Storia, vennero fondate in tutta Europa numerose scuole di canto (schole cantorun) da dove ebbe origine, soprattutto nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, tutta la tradizione della musica dotta europea. |
Israele oggi
La musica nel nuovo stato di Israele ha un carattere cosmopolita, data l’eterogeneità della sua popolazione. Malgrado lo stile ibrido creatosi, ci sono alcuni filoni abbastanza definiti ovvero, l’antico folklore riportato in Israele, proveniente da quasi tutto il mondo, il nuovo canto d’ispirazione popolare formatosi in questi ultimi sessant’anni e la musica colta moderna, che ha come scopo, una sintesi fra elementi orientali e le tecniche polifoniche occidentali |
L’Africa Del Nord
Tutti i Paesi africani che danno sul Mediterraneo, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, hanno come matrice comune la colonizzazione araba e di conseguenza, la sua cultura. Tale colonizzazione iniziò qualche secolo prima dell’anno 1000 e di questa, ancora oggi ci sono evidentissime tracce. Questi Paesi sono indicati con il termine di: “Magreb” i quali, prima della conquista araba, avevano tutta un’altra fisionomia |
L’Egitto
La Sua Storia e La Sua Musica
L’Egitto è terra di antichissime tradizioni e civiltà che a causa delle dominazioni straniere, ebbe aspetti diversi nel corso dei secoli. Il periodo classico dell’Egitto, quello dei faraoni e delle piramidi, risale ad alcuni millenni prima di Cristo. Le fonti informative circa la musica dell’antico Egitto, ci provengono da strumenti, pitture, statuette, e testi letterari sia egiziani, sia greci (Erodoto, Plutarco, Platone) . Da tutto ciò possiamo avere un quadro abbastanza vasto del mondo musicale di allora, nonché sulle funzioni della musica, per quanto riguarda l’antica musica egiziana. I documenti iconografici (pitture, statuette, ecc,) riguardanti la musica egiziana e sono conservati nei musei di Berlino, Cairo, Londra, New York, Torino (Museo Egizio) e Parigi (Louvre). |
La musica era quasi tutta vocale e di origine “mitica”. La sua invenzione era attribuita ad alcune divinità; essa era assai importante nei rituali religiosi dei templi ed era eseguita da sacerdoti-cantori. Nel "Nuovo Regno" invece, da donne musiciste appartenenti a nobili famiglie. Dal periodo del Nuovo Regno, ci sono pervenuti alcuni canti dedicati ad Ammon (purtroppo solo il testo) molto belli tra i quali, il seguente: |
"Io canto a te, ebbro della tua bellezza -
Con le mani sull’arpa del cantore -
Io insegno ai fanciulli dei cantori -
A celebrare la bellezza del tuo volto. (trad. di Sergio Donadoni..tratto dalla U.T.E.T. nella voce: Egitto) |
Nel tempio vi erano danzatori e danzatrici sovente stranieri, come lo dimostra una lettera del sec. XXIV a C del re Nefkarà dove manda a dire ad un suo generale di mandargli dell’Etiopia un danzatore nano, affinché danzasse per il dio Sachs. Nel tempio per il rituale, erano usate le castagnette, tamburelli, arpe, liuti e sistri. Il flauto era dedicato al culto di Ammon e la tromba, al culto di Osiride. L’essenza della cultura egizia è basata sul culto dei morti e di conseguenza anche l’arte e la musica sono legate a manifestazioni funebri e quindi, religiose. Come è facile immaginare, melodie vere e proprie non ci sono pervenute perché andate perdute in quanto non venivano scritte, ma tramandate oralmente. |
Il Canto Copto
Il termine Copto, indica gli egiziani cristiani che sono sotto il patriarcato di Alessandria. La musica Copta quindi, è il canto liturgico legato a questa corrente e a questo patriarcato. Secondo H. Hickmann, le melodie in voga durante l’epoca greco-romana, formarono le basi per i primi canti cristiani che apparvero in tali luoghi; in seguito, dopo la fusione del canto ebraico e greco con questo, nasce il “canto copto-bizantino” . Secondo J.Muyser invece, le origini del canto copto sono da ricercarsi nel repertorio dell’epoca faraonica. Certo è che non esistendoci documenti in merito, si possono fare solo supposizioni. Il canto copto comunque è ricco di elementi di provenienza varia; quella araba e bizantina sono quelli che appaiono più evidenti degli altri probabilmente, perché il rito copto ha avuto origine ad Alessandria. Molti brani ancora oggi, sono cantati in greco. |
Il Gregoriano ? Viene Dall'Egitto
Il Concilio Di Calcedonia
Con il Concilio di Calcedonia 451 d C. viene allontanato lo stile bizantino ed incrementato quello egiziano anche se, ovviamente, nello stile egiziano (copto), qualche traccia di elementi bizantini resteranno comunque, come pure quelli ebraici.. Molti egittologi sostengono che sulla base del movimento melodico dei canti, sopravvivano tracce di antichi canti egizi. |
La Musica Di Matrice Araba
L’Egitto è i cuore del mondo arabo perché si trova tra l’Asia, il Mediterraneo e il mare Rosso. Esso è stato, dal sec. XI, ininterrottamente il centro artistico nonché culturale, del mondo arabo. Infatti fu sempre alimentato della progressiva civilizzazione africana, araba e mediterranea. La musica di impronta araba si è delineata in base allo stile di vita e abitudini della popolazione, sia nei centri abitati che nelle campagne, lungo la grande valle del Nilo. Essa è ricca di una grande varietà di inflessioni vocali, dove c’è largo spazio per le improvvisazioni. Ciò conferisce al tutto, una grande finezza di sfumature e grande espressività. Tutto è mirato a trarre dalla voce o dallo strumento, il massimo delle sue possibilità espressive e far così apparire il tutto, come una tavolozza ricca di stili e di generi |
La musica colta in Egitto (soprattutto araba) trovò sempre grande spazio. I Califfi ne facevano continuamente la loro delizia, specialmente i Fatamiti (69-1171), gli Ayubiti (1171-1250) e i Mamelucchi. L’esercizio della musica era da loro efficacemente protetto.
I cantori, autori, e teorici furono numerosi e famosi, fra i tanti ricordiamo Ibu al-Hayrham (? - 1038) Ibu Yunis (?-1009), al-Hasan al-Magribi (?-1027), al-Mushhabi (?-1029), Ibu Tabbian (sec. X). Con la conquista turca da parte di Selim I (1516-17), tutto il mondo arabo, compreso l’Egitto, si riduceva a provincia dell’impero Ottomano e tutte le attività artistico-culturali, si fermarono in una fase di stallo fino al sec. XIX . Da qui comincerà un periodo detto “Rinascimento” (Nahda), sollecitato da due fattori: la liberazione dai turchi e il confronto con l’Occidente. Questi fattori scuoteranno il mondo arabo da una statica contemplazione delle glorie passate.
Il Cairo quindi, dopo essere stato un punto di confluenze culturali dei Paesi del Magreb orientale, delle antiche tradizioni di Damasco ed in seguito turche, elabora un’arte originale che gli consente di guidare il movimento musicale stimolato, oltre tutto, dalla nascita di un sentimento nazionale. Anche in queste terre infatti, lo spirito romantico (l’amore per la propria terra) si fa sentire. |
Libia
La Libia fu soggetta a varie influenze, soprattutto quella araba ma prima di questa, ci fu quella romana. Essa, la Libia, è formata da tre regioni: la Tripolitania, la Cirenaica e il Fezzan. La popolazione pur essendo quasi interamente mussulmana, comprende anche altri gruppi etnici come i berberi, arabo-berberi e i barnu a Nord della Nigeria. Il genere musicale libico ha quindi una grande varietà grazie a queste differenze etniche; è inoltre arricchita dall’influenza beduina che si manifesterà in modo accentuato, dopo il XI sec. con l’invasione delle tribù hilaliane. Anche i turchi portarono la loro influenza poiché soggiornarono a lungo in quel Paese.
La musica libica colta, gravita attorno a Bendasi e Tripoli e fa parte del raffinato repertorio chiamato “Maluf” i cui brani si succedono in modo prestabilito e secondo un determinato criterio. Praticamente il “Maluf” lo si potrebbe intendere come una raccolta di brani che si susseguono l’uno dopo l’altro, ma che ognuno fa parte di una struttura musicale più complessa in quanto i brani, sono disposti fra loro in modo armonioso atto a evidenzirsi l’uno con l’altro. Ragionando all’europea, potrebbe essere paragonato alla suite barocca (da cui nascerà, in seguito la Forma Sonata) in cui i brani si succedono con un preciso ordine; l’uno mette in risalto l’altro, ma tutti hanno una cosa in comune ovvero la tonalità. Invece nel Maluf, i modi cambiano di volta in volta, ma secondo un criterio preciso anche in relazione alle ore del giorno; il tutto potrebbe durare anche una mezza giornata. Il “Maluf” libico tra l’altro, possiede un suo stile che si differenzia dagli altri Paesi del Magreb; la sua fioritura, tipica del canto arabo, è più moderata e più lineare. La musica in Libia, sia popolare che dotta, possiede elementi profani che religiosi intimamente legati fra loro |
Tunisia
In Tunisia si sono sovrapposte molte civiltà che si sono mescolate fra loro. Queste popolazioni sono attratte dalle “novità”, tanto da essere accessibili ai vari influssi proveniente da fuori. L’impronta preminente della sua musica è arabo-mussulmana. Anche se vi sono tracce di dialetto berbero, non troviamo musica o canti di questa lingua. Il genere dotto e profano, sono fusi fra loro e diventano un elemento molto importante nella vita sociale. Il genere classico è rappresentato del Maluuf; esso si è sviluppato in seno a quasi tutta la civiltà arabo-mussulmana del Magreb. Il Maluuf tradizionale comprende una serie di “nawha” (sezioni) le quali a loro volta, comprendono una serie di brani vocali e strumentali. Il “nawha” comprende il “muharra” (introduzione), “nashid” (recitazione), “lo amal” (canto e ritmo pesante), lo “zia” (il lirico) |
Algeria
Come sappiamo, l’Algeria è il Paese più centrale del Magreb. Grazie al suo passato ricco di avvenimenti e di storia, nonché della differenza climatica, è fiorito e sviluppato un patrimonio musicale ricco e vario. La vita musicale è intensa in tutti gli ambienti della società. La musica colta, è strutturata in modo sapiente; in tale società, la musica non ha mai cessato di svilupparsi e perfezionarsi. Anche qui il patrimonio musicale è costruito su diversi “nawha” (sezioni) le quali, a loro volta, secondo un ordine prestabilito comprendono una serie di brani vocali o strumentali. Praticamente non è solo arte la disposizione delle note che formano la melodia, ma è anche arte (e forse ancora di più), la disposizione delle varie melodie legate fra loro in modo sapiente, elegante ed armonioso. Come anche in altri paesi dell’Africa del Nord, il genere colto, popolare e religioso, sono riuniti fra loro. |
Fête Mariage - Constantine Algerie
Durante il periodo coloniale, la musica occidentale si fonde forzatamente con quella locale, dando vita ad un filone ibrido incoraggiato dai coloni europei; si facevano addirittura “rimare parole” arabe con parole italiane, francesi e spagnole ecc. In questa modo, il patrimonio musicale autoctono ha avuto difficoltà a mantenersi intatto. Dopo l’indipendenza, il repertorio autoctono viene riesaminato da musicisti locali competenti e consapevoli della ricchezza del loro folklore, che si attivarono in questo senso, perseguendo il duplice scopo di liberarlo (il repertorio) da influssi stranieri e allo stesso tempo, inserirlo in modo armonioso nel contesto musicale del mondo di oggi. |
La Tradizione Musicale Algerina
Marocco
Il Marocco occupa una posizione un po’ particolare. Infatti è un Paese di passaggio fra due Continenti, pertanto il suo folklore apre una vasta quantità di forme e stili i quali sono continuamente arricchiti dalla fantasia ed immaginazione della popolazione, sempre pronta ed attenta ad ogni fatto nuovo che avviene. Anche in questo Paese (come negli altri del Magreb) la religione e la politica si confondono e la musica ha un ruolo sociale nei vari aspetti della vita quotidiana. La musica classica, come nei Paesi già visti, è strutturata nella forma del Maaluf; si è sviluppata soprattutto nei grandi centri: Fes, Markech, Rabat, Solè, Tètomam, conservando tutta la sua originalità. La musica popolare marocchina è inseparabile dalle quotidiane manifestazioni sociali, e comprende tre elementi saldamente uniti: musica, poesia e danza |
Arabic Music Moroccan Hot Dance
|
|
|||
|
|
|
||
L’America Latina |
L' Oceania |
|||