La Musica Nel Nord Italia
Venezia e Le Sue Tradizioni Musicali
La città di Venezia nacque nel sec. VII in seguito all’esodo delle popolazioni costiere provocato dalle minacce dei Longobardi e degli Unni. Queste popolazioni quindi per sfuggire i barbari, si rifugiarono nell’arcipelago formato da una quantità di piccole isolette sulla laguna, dando così origine ad una città singolarissima e unica nel suo genere: la città di Venezia. Questa comunità si diede un governo affidato ad un magistrato; presto si rese indipendente da Bisanzio da cui era soggetta e rimase tale per più di mille anni finchè in seguito, passò sotto la dominazione austriaca col trattato di Campo Formio (1797) dopodiché, fu unita all’Italia. |
Origini
Nel corso della sua storia, Venezia ha avuto una grande varietà artistica sotto aspetti e forme diverse, ed una grande varietà di situazioni che hanno sollecitato e stimolato notevolmente quest’arte. La musica era, per l’intera laguna veneta, una tradizione antichissima. Aquileia come sede di massima autorità religiosa, aveva una vita artistica profonda. A causa delle continue invasioni barbariche, l’entroterra si andava sempre più spopolando ed impoverendo mentre l’Adriatico e Venezia, godendo della protezione dei bizantini, poteva tranquillamente sviluppare le arti e la musica. |
Gare di Canto e di Poesia
Il Palazzo Ducale era molto ricco di documentazione riguardante la musica, ma purtroppo tutto è andato distrutto da un incendio che arrecò un gravissimo danno non solo all’arte, ma anche a quello che poteva essere una preziosissima fonte di informazione. I pochi resti sono conservati nell’Archivio di Stato. Sappiamo che nella seconda metà del XIV secolo, ci fu una gara di poesie e di musica nella quale Petrarca vi partecipò come giudice e Giovanni Landino, fiorentino dell’Ars Nova all’epoca famosissimo, vi partecipò come concorrente. |
Punto Nevralgico Commerciale
Alcuni documenti attestano l’esistenza di un coro piuttosto numeroso (sec. XIV) sostenuto dalla “Procuratoria” di S. Marco. L’arte organara (le attività inerenti agli orgni da chiesa) in S. Marco era già assai attiva nel sec. XIV. In seguito l’arte vocale fu affidata a stranieri, fiamminghi e francesi; quella organara a italiani. Il periodo più aureo di Venezia, fu l’epoca del Rinascimento grazie soprattutto al fiorente commercio nell’Adriatico tramite il quale dal medio oriente, tutta l’Europa veniva alimentata e foraggiata da prodotti di ogni specie portati a Venezia e da li, diffusi per l'Europa. Ma già in detta epoca, appaiono i primi sintomi della decadenza; infatti la presenza dei turchi si fa sempre più sentire e sovente, le acque dell’Adriatico diventano scenari di grandi battaglie fra Ottomani e la Serenissima. |
Dalle Scuole di Canto Polifonico, All'Orchestra Strumentale
Questa è anche l’epoca della grande scuola polifonica veneziana di cui si è già parlato nella sezione di Storia, come pure dello sviluppo del melodramma che a Venezia, grazie a Monteverdi, raggiungerà le prime grandi vette artistiche di questo nuovo genere. Non troppo tempo dopo, sempre a Venezia la musica strumentale, debitrice alle conquiste polifoniche e agli studi condotti sull’organo da Andrea e Giovanni Gabrielli (i maggiori rappresentanti della scuola veneziana di canto corale), farà un notevole salto di qualità con Vivaldi, ideatore del Concerto Grosso il quale consiste in un dialogo musicale fra una piccola formazione d’archi e tutta l’orchestra. |
Considerando che di tutto questo già ne abbiamo parlato nella sezione di Storia, ora parleremo invece del teatro vero e proprio di cui Venezia tiene un primato invidiabile; infatti fu proprio a Venezia che venne costruito il primo teatro per ospitare rappresentazioni del nascente melodramma che da li a non molto, si diffonderà in tutto il mondo. Un teatro aperto al pubblico quindi, dove ogni cittadino, purché munito di biglietto a pagamento poteva assistere alla rappresentazione fu una cosa che per la prima volta, avvenne solo a Venezia. Infatti rappresentazioni pubbliche in passato si sono sempre fatte, sovente organizzate da nobili e ricchi mecenati, però il pubblico era formato da aristocratici, ricchi mercanti ecc, ovvero dalla crema della città, e potevano accedere alla Sala di rappresentazione, solo se provvisti non del biglietto a pagamento, ma del biglietto di invito.
Il primo teatro fu costruito nel 1637 e fu chiamato “S. Cassiano”, dal nome della parrocchia presso la quale fu edificato a Venezia. Fu inaugurato con “L’Andromeda su soggetto mitologico, la musica era di Francesco Manelli.
Due anni dopo, nel 1639, vennero inaugurati i seguenti teatri: “S.Mosè” e SS. Giovanni e Paolo”, a questi nel giro di poco tempo ne seguirono altri sedici.
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Concerto (Composizione Musicale)
Una Popolazione Molto Musicale
Per la loro edificazione furono gli stessi cittadini ad occuparsene dal punto di vista finanziario. Questo a dimostrare la grande passione per la musica dei veneziani e per le grandiose ed eleganti rappresentazioni nelle quali era innato il gusto per il raffinato. Dietro l’esempio di Venezia, alla quale bisogna riconoscere questo primato, altre città italiane ed in seguito anche straniere, costruirono teatri a pagamento aperti al pubblico. |
Curiosità
La canzone popolare più famosa, quella più tipica della città lagunare, non fu scritta da un veneziano, ma da un austriaco. Infatti nel secolo scorso (XIX), il maestro di Gaetano Donizetti, ovvero l’austriaco J. Mayer, innamorato di Venezia e del suo folklore, si ispirò a motivi tipici popolari e compose la famosa canzone “La biondina in gondoletta”. Inoltre sembra, non tutti i pareri sono concordi ovviamente, che la più tipica canzone napoletana: ”I te voglio bene assai”, sia stata scritta dall’allievo di Mayer ovvero Donizzetti…sarebbe davvero curioso il fatto, considerando le differenze culturali e di temperamento che esistono fra questi paesi…..Non si è sicuri, tuttavia a me piace pensare che: “I te voglio bene assaie”, sia di G. Donizzetti”….Insomma, un tedesco che scrive la più nota canzone popolare veneziana e il suo allievo, un bergamasco, che scrive la più nota canzone napoletana, sarebbe davvero una bella accoppiata….. una cosa curiosa e carina |
Johann Simon Mayr - La Biondina In Gondoleta
La Biondina In Gondoleta (Claudio Villa)
Cremona
Cremona fu un centro fondato dei Galli. Nel 222; fu assoggetata ai romani e nel 603 e dopo, passò sotto la dominazione dei Longobardi. In seguito la città venne gestita dai vescovi divenendo infine, un libero comune nel 1080. Negli “Statuta Canonicarum Cremomnensis Ecclesiae” del 1247, troviamo le prime notizie riguardanti la musica la quale era inserita nei riti celebrati nel Duomo (Le notizie del periodo precedente purtoppo, sono andate perdute). Libri, Corali della Cattedrale, fra questi i Codici Agostiniani, Francescani, il graduale, l’Antifonario del Tempo, l’Antifonario dei Santi, ecc. testmoniano l'attività musicale cremonese. |
Il duca di Milano G.M. Sforza da cui dipendeva Cremona, nel 1473, scrisse una lettera a Roma proponendo al papa, allo scopo di diffondere la musica in Italia, che i cantori delle città del suo ducato (compresa Cremona), potessero beneficiare fino a 300 ducati affinché si potesse istituire un coro stabile e valido. Nel sec. XV venne costruito l’organo della Cattedrale e nel XVI secolo ebbe grande fama M. A. Ingegneri nato a Verona, ma vissuto sempre a Cremona, il quale fra l’altro fu maestro di Monteverdi. |
La Liuteria di Cremona
La Città di Cremona è famosa anche per la rinomata scuola di liuteria ove venivano costruiti violini, viole, violoncelli e contrabbassi; il nome più famoso, fu quello di Antonio Stradivari Sec. XVIII i cui violini sono valutati con cifre enormi, ad esempio, un suo strumento (violino viola ecc.) può costare fino a 4 o 5 miliardi della vecchia lira.
Il violino Stradivari esposto nel Museo di Cremona, ha in effetti un suono dolcissimo e l’addetto alla sua manutenzione ogni giorno, sovente in presenza del pubblico che visita il museo, lo toglie dalla sua bacheca e lo suona per una decina di minuti affinché sia tenuto in costante esercizio.
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Curiosità
E’ interessante sapere che questo signore, addetto alla manutenzione del violino “Stradivari”, ci disse ai noi visitatori del museo, che un ricco petroliere americano aveva offerto al Comune di Cremona, più di venti miliardi di lire per avere quel violino (si parla di una trentina di anni fa), esposto nella bacheca del museo, ma il Comune aveva rifiutato per cui tali strumenti in fondo, non hanno prezzo ed è quasi impossibile stabilire con esattezza il loro valore. |
Aneddoti
Si è sempre pensato che la limpidezza e la delicatezza del suono degli strumenti di Stradivari, derivassero da particolari vernici le quali contribuissero a rendere il suono così accattivante; in realtà è sempre stato un segreto che Stradivari ha gelosamente tenuto per se, finché è vissuto. Probabilmente si trattava della stagionatura del legno. Il vero lavoro di Stradivari infatti, era quello di girare quasi tutto il giorno per i boschi per la scelta del legno adatto. Rientrando nel suo laboratorio, magari sporco e trafelato, consegnava le travi appena raccolte dal bosco e trascinate fino al laboratorio, ai suoi allievi - operai. Questi tronchi, che sicuramente teneva d’occhio e sotto controllo da chissà quanti giorni, li prendeva e li portava in laboratorio quando riteneva che ormai fossero pronti per la lavorazione e i suoi operai e allievi allo stesso tempo, facevano il lavoro; a lavora terminato dava o non dava il suo OK (il resto della giornata, Stradivari lo passava in Osteria a bere con gli amici).
Nel secolo precedente (1600) a Cremona ci fu un’altra rinomata famiglia di liutai; gli Amati. Anche i loro violini raggiungono cifre da capogiro. Un’altra città dove si sviluppò in modo notevole l’arte liutistica fu Brescia.
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Milano e La Sua Vita Musicale
La città di Mlano fu fondata dai Celti Insubri nel sec. V a.C. Nell’epoca romana veniva chiamata “Mediolanum” perché già da allora, esercitava su tutta la zona circostante, un ruolo preponderante. Infatti nel periodo dei Galli Insubri, era già capitale e fu capitale imperiale di Roma dalla fine del III secolo. Possiede un teatro ed anfiteatro che per il mondo romano, erano fra i più grandi. A Milano confluirono nel periodo imperiale, musicisti e mimi provenienti da ogni dove; sono rimasti storici i grandiosi festeggiamenti del console Flavio Manlio Teodoro nel 399 e nel 400 e quelli del console Silicone. |
L'Editto di Castantino
E’ da Milano che verrà emanato il famoso Editto nel 313, da parte di Costantino, con il quale verrà concessa libertà di culto ai cristiani. Questo Editto avrà notevoli ripercussioni nel mondo musicale. Nel periodo tardo imperiale, Milano acquista notevole importanza tanto che il vescovato ha la sua sede e alla fina del IV secolo, acquista una indiscussa autorità affermandola nelle lotte fra “ariani” e “atanasiani” ed acquistando una vera autonomia da Roma. |
Editti Di Costantino e Di Teodosio
Il Rito Ambrosiano
Il protagonista di queste lotte fu il proconsole Ambrogio che per finire, divenne vescovo della città. La giurisdizione milanese si affermò quindi su una vasta area del Nord Italia e questo soprattutto grazie alle direttive liturgico-culturali che contribuirono alla formazione del rito “Ambrosiano”. Famosi sono gli inni che insegnò al popolo quando era assediato dagli “ariani” nella Basilica Porziana; fondò inoltre una “schola cantorum” alla cui guida pose un “Magister chori puerorum” Questa scuola impartiva tra l’altro nozioni che Boezio ripartirà in “trivio” e “quatrivio” comprendendo il primo: “poesia” , “retorica” e “prosa”; il secondo: “geometria”, “aritmetica” ,”architettura” e la “musica” vista nel suo aspetto scientifico, come produzione di suoni tramite le vibrazioni dei corpi elastici. |
La Nascita Della Schola Palatinia - Il trivio e Il Quadrivio
Curiosità
A questo proposito mi permetto di fare una considerazione personale. Se la musica si sposa magnificamente con la letteratura e la poesia con il testo poetico, è di fatto, non soltanto un fenomeno scientifico di alto interesse se guardiamo la musica da una prospettiva scientifica intesa come produzione e divulgazione del fenomeno acustico, ma anche, e forse soprattutto, sotto l’aspetto poetico. Vediamo che la cosa calza alla perfezione, soprattutto quando la melodia si fonde in una casa sola, con il testo. A mio parere questa arte avrebbero dovuto collocarla in cima alla piramide, o come base e punto di partenza per tutte le altre discipline elencate.
Nel 452; il centro urbano devastato da Attila, fu portato a stringersi maggiormente attorno alla “schola cantorum” che all’epoca aveva "tre Magister chori puerorum”, dando a questa maggior prestigio.
Durante l’impero di Carlo Magno, la città perdette il suo potere e prestigio, ma il rito ambrosiano riuscì a resistere agli innumerevoli tentativi di distruzione, anche se venne limitato nei suoi territori ed assoggettato al rito romano. Nel periodo comunale la città riacquistò importanza, soprattutto da un punto di vista culturale. Nel sec. XI l’arcivescovo Alberto di Intimiano riorganizza la “schola cantorum”. Uno storico dell’epoca ci informa di 4 “Magister” stipendiati dall’arcivescovo, con l’incarico di istruire i fanciulli nel canto, nella filosofia e nella grammatica.
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Schola Gregoriana Mediolanensis
Tecum Principium In Die Virtutis Tue
Deus Creator Omnium - Inno Di Sant'ambrogio
Il Periodo Comunale
La Casa Ricordi
Nel periodo comunale i cronisti parlano di una intensa vita culturale; si è trovato un certo numero di Codici del canto Ambrosiano che potrebbe avvalorare la tesi di Bovesin de la Riva, il quale parla di una Milano con ben 1500 notai, 150 chirurgi, 70 maestri di scuola, 40 copisti e 14 dottori di canto ambrosiano. Dopo un periodo torbido, che non lascia spazio alla cultura e all’arte, si affermò la signoria dei Visconti, creandosi una stabilità che favorì un risveglio culturale ed artistico, nonché musicale. Fra le manifestazioni musicali presso la corte dei Visconti, vediamo un musicista dell’Ars Nova; Jacopo da Bologna sec. XIV
Nel 1389, si fecero delle rappresentazioni allegoriche e drammatiche nel sagrato di “S. Maria Avanti Le Porte” , allo scopo di raccogliere i fondi per la costruzione del Duomo. Dal 1742-45, vi soggiornò Gluk, e per Mozart fu una tappa continua dei suoi innumerevoli viaggi. Durante l’epoca napoleonica, vi fu una notevole vitalità culturale e musicale. In tutto il primo ‘800, fiorì moltissimo la musica da camera, adatta per i salotti di ambienti aristocratici e culturali, nei quali si esibivano i migliori maestri e anche semplici dilettanti, In codesti ritrovi non mancavano Rossini, Verdi e tanti altri.
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In seguito a questa grande attività musicale dilettantistica e professionale, a cavallo dei sue secoli XVIII e XIX, a Milano prese il via l’attività degli Editori Musicali i quali mantenevano contatti anche con il Conservatorio, ed organizzavano “Accademie” private di buon livello. Fra i tanti, la figura più eminente in questo campo, fu Giovanni Ricordi, ex violinista e copista, capostipite di una famiglia di Editori che dura tutt’oggi. Solo Francesco Lucca, Editore pure lui, riuscì ad ostacolare in parte, il grande potere editoriale di Ricordi. Il teatro più importante di Milano è la Scala dove si esibirono e si esibiscono, nomi famosi. |
Milano Romantica
Chi lo ha detto che per sentirsi innamorati, come si suol dire: “Sentire le campane e gli angeli suonare”, occorre la luna al tramonto e magari, stare in riva al mare o cose simili? Stando a quello che dice questa canzone, si può essere innamorati pazzi, anche in mezzo al centro cittadino, dove sferragliano i tram, vicino al traffico congestionato, clacson di automobilisti incaz…zati, fischi dei vigili urbani e altre cosette così; se non ci credete…chiedetelo a Remigi |
Popolari
Torino - La Sua Storia e La Sua Musica
La città di Torino fu fondata dai “taurini” (chiamati così perché i guerrieri di queste popolazioni usavano ornarsi gli elmi con le corna di toro). Si sviluppò attorno ad un piccolo centro commerciale, l’odierna via Garibaldi dove confluivano Liguri Celti, Illirici ecc, per vendere o comperare merci. Quel centro commerciale e residenziale divenne presto catalizzatore di interessi e di rivalità. Per finire, una popolazione che adorava il dio Sole e usava l’emblema del toro ovvero i “taurini” di cui si è detto, prese il sopravvento dando il loro nome al centro urbano in espansione. Divenne in seguito colonia romana con il nome “Julia Augusta Taurinorum” . Più avanti farà parte del “Regio XI Augusteo Traspadania” . Fu sede di un comando militare bizantino e dopo, ducato longobardo. Dopo alterne vicende passò l’autorità vescovile sviluppando nel frattempo, una autonomia comunale. Successivamente si alternarono diverse signorie tra le quali, quella di Carlo d’Angiò e del Marchese di Monferrato, infine passa definitivamente sotto i Savoia. |
La Musica
La storia musicale torinese è legata alla storia degli antichi stati Sabaudi, la città è uno dei tanti centri artistici della penisola. Dapprima fu il centro degli stati dei duca di Savoia, poi dei re di Sardegna. Per molto tempo la vita culturale ed artistica fu influenzata da Parigi per via di numerosi legami matrimoniali con la casa regnante francese. Grazie alla sua posizione geografica, l’incrocio con la Francia attraverso il Moncenisio e la Svizzera, attraverso il gran S. Bernardo, Torino fu centro di incontri con musicisti delle Fiandre, Germania, Ginevra, Parigi oppure di Firenze, Roma ecc. Nel periodo medioevale, la vita musicale gravitava soprattutto attorno alla cattedrale, sia nella vita religiosa che cittadina.
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Scuola di Musica Per Ragazzini
Secondo diversi storici in questo monumento, formato da S. Salvatore, San Giovanni Battista, già dal 997, era in funzione una scuola di canto per ragazzi diretta da un cantore. Questa scuola di canto “Pueri Cantori” nel XV secolo, sarà ufficialmente riunita in una istituzione quando il Vescovo di Torino, ispirandosi all’operato dei suoi confratelli di Losanna, Ginevra, Moutiers, Chambery formò il “Collegio degli Innocenti” con regole e statuti propri. Era formato da 6 a 8 ragazzini dai 5 ai 15 anni, con un maestro di grammatica e uno di musica. Questo collegio era disponibile per tutte le manifestazioni religiose e solenni. Uno dei primi insegnanti fu Giannetto de Rombies il quale insegnava latino, grammatica, composizione organo e canto. Per più di tre secoli, il Collegio degli Innocenti” restò legato alla Cappella della Cattedrale. Poiché a quell’epoca la capitale degli Stati Sabaudi era Chambery, le vita musicale torinese era più ridotta. |
La Scuola dei Menestrelli
A Chieri, vicino a Torino, esisteva una importante scuola di menestrelli. Molti menestrelli e compositori passavano per Torino, provenienti da Ginevra per Nizza e viceversa. Anche G. Dufay (fiammingo sec. XV) compì un viaggio a Torino in compagnia di 9 monaaci. A cavallo dei sec. XV XVI , Torino divenne una residenza secondaria dei duchi di Savoia. Quando il duca Emanuele Filiberto portò la capitale a Torino, quest’ultima acquistò nuovamente importanza e così la vita culturale nonché artistica e musicale, crebbe progressivamente. Questo sviluppo artistico a Torino raggiunse il culmine nel 1700 con la scuola violinistica piemontese . |
Somis Giovanni Battista - Mundi Splendidae Catene
Somis Giovanni Battista - Concerto For Violin
Dal 1562 in avanti ci sarà infatti un progressivo crescendo nelle attività artistiche in Piemonte. A fianco della Cattedrale, ci sarà anche la Cappella ducale la quale nel 1714 diverrà “Cappella Reale”; Emanuele Filiberto fu chiamato “Protettore dei Musicisti” e fu assecondato nelle sue iniziative dalla moglie Margherita di Francia.
Ci fu anche una evoluzione nelle feste di Corte. Si deve tenere presente tra l’altro, che l’inventore dei “Balet de Cour” francesi, fu Baltazarino Belgioioso di origine Piemontese.
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Balletti
Si svilupperà da questo periodo a Torino e Piemonte, tutta una tradizione che nulla avrà da invidiare a quelle delle corti francesi a partire dai “Balet de Cour” sul modello di quelli francesi, nonché tutta una infinità di manifestazioni, anche a livello popolare. L’Italia provvista di una antichissima e variegata tradizione folkloristica dovuta ai vari domini, con un loro sviluppo specifico, dovette subire una pianificazione forzata e artificiosa a livello culturale. La famosa frase: “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani” significa appunto, per la realizzazione di questo progetto, una completa pianificazione, soprattutto per gli usi, costumi, balli popolari, ecc.
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Canti Popolari
I Girasoli - Piemontesina Bella
Bessanaise (Piemontesina Bella)
La Monferrina - Canzone Popolare Piemontese
Gipo Farassino - Serenata Ciucatuna
Se Chanto - Coro Edelweiss Cai Di Torino
El Vej Suldà - Canto Piemontese - Quartetto Tamborini
Padus - Il Genovese - Aria del Genovese
Curiosità
Alcuni di questi canti testimoniano un grande senso di fedeltà verso lo Stato e verso chi lo rappresenta fino a subordinarvi tutto, compresi affetti personali e la vita stessa. Quello che non mi riesce tanto di capire è come mai, malgrado questi sentimenti elevati e nobili, di grande abnegazione nonché spirito di sacrificio, le guerre non sono mai mancate anzi….e la gente ha sempre sofferto |
La Tradizione Occitana
Nei luoghi più isolati, in certe vallate fuori mano, per fortuna tanti balli si sono conservati mantenendo intatta o quasi, la loro genuinità. Nel periodo medioevale tutte le vallate intorno Oulx (Pragelato, Bardonecchia, Blinis), si riunirono, in passato, in una corporazione di Mutuo Soccorso chiamata in modo ufficioso: “La Repubblica di Briancon” . Sovente i principi e signorotti della zona, più preoccupati a fare guerre, che assolvere ai problemi amministrativi delle varie contrade, indussero per finire, gli abitanti di queste contrade ad “arrangiarsi” ed organizzarsi da soli creando così, una corporazione di mutuo soccorso fra le varie vallate che facesse fronte ad eventuali incombenze collettive tipo; valanghe, incendi, inondazioni, creando così automaticamente, un altro governo, da quello ufficiale. |
Ostana - Balli Occitani In Valle Po - Piemonte
La Festa Occitana Al Santuario Di San Magno
Stage Di Danza Occitana Ad Andora
In seguito, il Duca di Savoia (1713) preoccupato di perdere il controllo della situazione, si fece premura di mettere fine a questa organizzazione. La ”Repubblica di Brianson” ebbe quindi termine ma i legami cementati da diversi secoli fra le diverse vallate, anche d’oltre Alpe, non si sono cancellati. Ancora oggi possiamo notare in questa “civiltà”, nata spontaneamente come Mutuo Soccorso, un repertorio folkloristico di notevole interesse che grazie alla sua posizione un po isolata rispetto ai grandi centri urbani, ha potuto conservarsi pressoché intatta o perlomeno, quasi. |
Lo studio antropologico, ha rilevato che le popolazioni del luogo sono di origine celtica. Lo studio della lingua di Blins, rileva una certa rassomiglianza con la lingua d’Oc provenzale (trovatori) chiamato “Nord Occitano delfinese” |
Quarna Di Sotto
Il Paese Degli Strumenti a Fiato
Prima di lasciare l’Italia, in questo curioso viaggio musicale il cui itinerario è appunto la musica, vorrei dare una sguardo ancora ad un Paese assai musicale. Infatti al centro di questo Paese, Quarna, nella piazza principale sul selciato è raffigurato un grande corno che sta a significare la sua lunga tradizione musicale. In tale paese esistono alcune fabbriche (spero ancora adesso) di saxsofoni, clarinetti, trombe e altri strumenti a fiato. Uno dei maggiori acquirenti di saxsofoni, fu niente di meno che Woody Allen e tanti altri re del jazz |
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