La Musica Nella Gran Bretagna

 

 

Inghilterra Galles Scozia e Irlanda

 

Inghilterra

 

La musica popolare inglese ha un comune denominatore con quella gallese, scozzese ed irlandese, soprattutto quella strutturata sulle scale modali. Lo studio di questa geografia, un po’ particolare dove, più che riferirsi ai confini politici, oltretutto suscettibili di continui cambiamenti, ci si riferisce a confini più naturali; confini che circoscrivono aree territoriali dove ci sono comuni denominatori di tradizioni musicali, gastronomicche, usanze ecc. Può succedere cosi che nell’ambito di una stessa nazione, dai confini ben definiti, convivano più culture e così, nello studio un po’ "sui generis"della nostra geografia, tale nazione sarà come suddivisa in tante altre più piccole. Al contrario, può anche succedere che più Paesi confinanti, abbiano una stessa matrice culturale così che tale zona, la si vedrà come una cosa unica.

 

Il Folklore Sopravvive Nelle Campagne

 

Questo lo possiamo notare in alcune canzoni tipicamente inglesi che hanno una certa origine irlandese. Grazie all’isolamento geografico e culturale dal Continente, i sistemi modali si sono mantenuti più a lungo e più intatti anche se nel Galles ci sono state evoluzioni diverse. Il vero folklore inglese è legato alla vita contadina, agreste quando ancora non c’era la “Rivoluzione Industriale” ed il suo processo non si era ancora consolidato. Diversamente fu per le sedi urbane che ovviamente subirono, nel folklore musicale, una metamorfosi pressoché continua. Gli autentici canti inglesi quindi, ci sono pervenuti dalle campagne.

 

inghilterra

 

Galles

 

Le testimonianze musicali del Galles invece, sono da ricercarsi in antichi documenti e naturalmente, come sempre succede andando a ritroso nel tempo, vedremo la storia confondersi con la leggenda. Ancora oggi esistono gare di “Arpa Gallese” in memoria di quelle fatte in tempi molto antichi. Esistono documenti in merito, che risalgono ai tempi di Carlo I.

 

Cécile Monsinjon - Extrait Solo De Harpe

 

Celtic Music - Keltische Muziek

 

Irish Folk Music- Celtic Guitar

 

Ireland

 

Ireland - Land Of Green

 

Ireland - a Tribute In Music End Pictures

 

Beautiful Music - Ireland

 

Ireland

 

Dans Les Pas D'Arthur - L'Histoire Rejoint La Légende

 

galles

 

Comunque non è possibile stabilire con certezza il livello di antichità della musica gallese pure se, come vuole le tradizione, è antichissima. La musica popolare in Gran Bretagna in linea di massima, era modale (una linea melodica); nel Galles, stando a quello che afferma Giraldus Cambrensis (sec. XII) invece, sembra fosse polifonica (due o più linee melodiche). Si presume pertanto che tale usanza sia stata introdotta dagli invasori provenienti dalla Scandinavia. Questa sovrapposizione di usanze e culture scandirono in parte, nel Galles, gli antichi impianti tradizionali delle scale modali. Nelle altra regioni della Gran Bretagna, i sistemi modali mantennero più intatte le loro caratteristiche.

 

Una Curiosa Ma Simpatica Abitudine

 

A Diodoro Siculo, risalgono le prime informazioni circa le espressioni musicali di tutta l’area britannica (Irlanda, Scozia, Gallese Inghilterra) dove vengono menzionati nelle zone celtiche, i “Druidi” i quali suonavano la “crota” ed in seguito “l’arpa gallese”. I poeti e musicisti del Galles venivano chiamati “Bardi”e erano testimoni di una antichissima tradizione musicale nell’arcipelago britannico. La tipica struttura della canzone gallese popolare, è la predilezione per una melodia molto sviluppata ed articolata; la canzone gallese si inserisce magnificamente nelle riunioni domestiche chiamate “Nosen Lawen”(Serate Divertenti) in esse, gli invitati raccontano le loro esperienze cantando....simpatico...

 

I Gallesi, a differenza degli inglesi (differenti anche etnicamente), diedero sempre grande importanza ai rapporti umani, tanto da sembrare sentimentalisti. In realtà questo atteggiamento rappresenta un loro modo di essere legato alla natura stessa. Per un gallese, la musica è come parte integrante della sua lingua; quando un gallese parla inglese, si fa subito riconoscere per tutti gli accenti e cadenze con cui sente il bisogno di “condire” la lingua che non è di sua appartenenza. Con la rivoluzione industriale (XIX secolo) la lingua inglese, diversissima da quella gallese, si diffuse nel Galless. Anche dal punto di vista fonetico provocherà il suo decadimento ed impoverimento. Attualmente gli odierni raduni flkloristici gallesi, cercano di ripristinare le antiche tradizioni musicali e poetiche di quelle terre (del Galles) che rischiano di sparire per sempre.

 

Gorge Thonson, dilettante musicista e grande appassionato, alla fine del sec XVIII fece pubblicare raccolte di canzoni scozzesi riuscendo tra l’altro, a convincere Beethoven, Haydn, Kummel (allievo di Mozart) a trascrivere molti di questi canti, con un accompagnamento strumentale. Per quanto queste trascrizioni sono ancora lontane da quello che sono attualmente i criteri della moderna etnomusicologia, comunque costituiscono una documentazione interessante, inoltre mettono in rilievo le profonde differenze con il folklore del continente europeo.

 

Scozia

 

Nelle Highlands, lo stile è meno vario ma più ricco di elementi primitivi in quanto le zone dell’estremo Nord della Gran Bretagna, essendo più isolate, mantennero intatta la genuinità delle loro melodie. La Scozia è senz’altro una terra interessante e caratteristica nonché ricca di fascino; montagne imponenti, misteriosi castelli, antiche abbazie e brugherie battute dal vento. Sono numerose le leggende popolari come pure le storie che raccontano di vendette fra “clans”. Per alcuni, la Scozia è terra di predicatori e di poeti dove l’amore per la patria, per la natura e per la musica, si esprimono in una cosa sola. Nei “Pubs”, dove la gente si intrattiene al ritmo di antiche ballate, si può cogliere un’atmosfera intima, caratteristica e ricca di fascino

 

Irlanda

 

Di tutta l’area britannica sicuramente, il folklore scozzese è il più antico. L’Irlanda divide con la Scozia alcune analogie e può vantare anche lei un folklore assai ricco, documentato da diverse raccolte come quelle di “Fitzuilliam Virginal Book” e “Petrie Collection” che contengono una infinità di canzoni popolari. Nel periodo elisabettiano le canzoni irlandesi si diffusero anche nelle corti; Shakespeare ne cita alcune in una sua opera. Anche in Irlanda è tipico l’uso dell’arpa come nel Galles; anzi è credenza comune ritenere che furono gli irlandesi a diffondere nel Galles tale usanza: Rispetto alle altre comunità celtiche dell’area britannica, la struttura della canzone irlandese ha una scorrevolezza assai maggiore

 

Fitzwilliam Virginal Book

 

Fitzwilliam Virginal Book - Tregian

 

The Complete Collection of Irish Music

 

Ancient Music of Ireland

 

Una Canzone Ricca di Fascino

 

Una delle melodie più famose di questo genere, è “The londonderry Air” considerata da alcuni, la melodia più bella del mondo (affermazione magari un po’ esagerata ma certo…molto comprensibile perché è davvero bella) . In questa canzone, per come è strutturata, alcuni musicisti hanno voluto intravedere, a livello microscopico, una anticipazione della “Forma Sonata”; che è una forma musicale che darà la sua impronta al periodo “classico”. La capitale Belfast, sviluppatasi attorno ad un castello medioevale nel sec XII, divenne un centro musicale importante nel sec XIX grazie all’attività dell’organista William Ware (1756 1826) ed altri che contribuirono alla nascita di diverse associazioni musicali come il “Belfast Club”, “La Società Anacreontica” ed in seguito con Hanry Stihl la “Società Filarmonica”.

 

Danny Boy - Londonderry Air

 

Fritz Kreisler Plays Londonderry Air

 

Londonderry Air - Danny Boy

 

O Danny Boy

 

O Danny Boy - Londonderry Air

 

Danny Boy - The Gothard Sisters

 

Danny Boy

 

Charlotte Church - Danny Boy

 

Musica Da Irlanda e Scozia

 

Irlanda On The Road - Il Viaggio Nella Magia

 

irlanda

 

irlanda

 


 

Le origini di Londra

 

La città di Londra fu fondata dai romani nel 43 d. C. con il nome di “Lundinium” (la civiltà europea o occidentale, è una derivazione e sviluppo della civiltà romana a seguito delle sue conquiste) Nel sec. VII divenne capitale del regno Sassone con il nome di “Landen” e da allora divenne il centro urbano più importante di tutta l’isola e questo, anche dal punto di vista musicale. Dalla “Chapel Royal” in Westminster Abby e da altre cattedrali, si diffuse la musica sacra. La musica profana (dotta e non) invece ebbe i suoi punti di partenza dalla corte; dalle taverne ed in sale da concerto, oltre che da luoghi privati gestiti da ricchi cittadini appassionati. La città di Londra ha dimostrato fin dall’inizio, una fortissima passione per la musica che espresse in modi diversi.

 

Westminster Abbey For Free

 

Nel XIV secolo Londra ormai capitale di tutta l’isola, diventa anche un centro e punto di riferimento per tutti i musicisti d’Inghilterra. Nel 1553 un decreto vietò i musicisti non londinesi, di suonare e cantare in qualsiasi sala, taverna o birreria, allo scopo di proteggere il lavoro dei musicisti residenti nella città. Quando la famiglia reale si stabilì a Westminster, tutte le attività musicali passarono sotto il controllo del “Ciambellano di corte”. In seguito, un “Maestro di cerimonia” ebbe l’incarico di mantenere l’ordine fra i numerosi musicisti alle dipendenze di Enrico VIII. In effetti una attività musicale così intensa, richiedeva una organizzazione efficiente con precise regole. Curioso aneddoto, in seguito ad una petizione con 1500 firme inviate al “Consiglio cittadino”, venne concessa una “Carta” nella quale venivano elencati i diritti e doveri dei musicisti. La “Musicans Company” si occupava sia della qualità delle esecuzioni, che del mantenimento della disciplina fra gli aderenti, con facoltà di emanare punizioni in caso di trasgressioni. A titolo di curiosità diremo che i ragazzi del coro londinese, si esibirono per la prima volta in pubblico nel Natale del 1378.

 

L'Importanza Della Musica a Oxford

 

Altra città importante legata al mondo della musica è Oxford, famosa nel mondo per la sua Università che fu fondata nel XII secolo. Si hanno le prime notizie di questa città nel 912 Nel periodo medioevale la musica fu una delle discipline più importanti degli studi oxfordiani. Era preoccupazione dei vari “Colleges” la formazione dei coristi e l’esecuzione della musica liturgica. I laureandi in lettere dovevano portare agli esami il “De Musica” di Boezio, inoltre venivano studiati della musica, gli aspetti filosofici e matematici oltre a ciò, i laureandi dovevano conoscere i principi della composizione. In seguito con i “decreti landiani” fu obbligatoria (sempre per i laureandi) la composizione di un intero brano

 

Medio Evo

 

Nell’Inghilterra del periodo Barocco ‘600, abbiamo la grande figura di E. Purcell e più avanti ancora, quella di Haendell, tedesco ma di adozione inglese. In tempi assai recenti (dipende da quali punti di vista) nella musica leggera, come una meteora, appare il quartetto dei “Beatles” i quali raggiunsero un notevole successo negli anni ’60 con le loro originalissime canzoni, alimentate sicuramente dal repertorio popolare autoctono inglese

 

Music For Queen Mary II Di Henry Pourcel

 

Henry Purcell - Funeral March

 

Handel - Water Music

 

Händel Wassermusik

 

Beatles- Let It Be

 

The Beatles - Let It Be

 

The Beatles - Yesterday

 

John Lennon - Imagine

 


 

Il Folklore Scandinavo

 

Norvegia

 

All’epoca del Romanticismo, come in tanti altri Paesi d’Europa, in Norvegia nasce l’interesse per la musica folkloristica che come sappiamo, costituisce una delle caratteristiche principali di questa corrente ossia, l’amore per la propria terra, la ricerca delle proprie origini, del proprio folklore musicale e così via. Prima di questo periodo, la Norvegia era unita alla Danimarca fino al 1814 e la cultura musicale era dominata da quella dotta di Copenaghen. La musica popolare era completamente ignorata alle classi colte in quanto ritenuta di basso livello artistico. Verso il secolo XIX, inizia l’interesse per il folklore norvegese di cui il maggiore esponente sarà Grieg.

 

Grieg - Edvard Hagerup

 

norvegia

 

Edvard Grieg - March Of The Dwarfs

 

Grieg - March Of The Dwarfs

 

Grieg - Nell'antro Del Re Della Montagna

 

Grieg - Suite - Peer Gynt

 

Edvard Grieg - In Der Halle Des Bergkonigs

 

Rivalutazione del folklore

 

La raccolta del materiale circa la tradizione popolare, inizia nella seconda metà del secolo ( ‘800) e la prima metà del secolo successivo (‘900). Un altro illustre esponente di questo periodo fu L. M. Lindeman, compositore di musica religiosa. Iniziò la sua opera di ricerca nel 1848 ed annotò 1.500 melodie popolari.

 

Alla ricerca delle proprie origini

 

All’inizio del ‘900, altri musicisti e ricercatori si riunirono a queste iniziative di ricerche: O. Sande, C. Elling, E Eggen. Dopo il 1945 si intensificarono le registrazioni sonore grazie all’introduzione di moderni mezzi tecnici. Vennero inoltre creati archivi specializzati ad opera della “Compagnia Radiofonica Norvegese” ed in seguito, della “Narsk Folkemusikkinstitutt” (oggi, Norsk Folkemusickksamling dell’Università di Oslo). L’archivio del museo di Tromso racchiude il folklore del Nord, incluse le regioni dei “lapponi” A quanto pare il ricchissimo folklore norvegese stava già scomparendo proprio quando si cominciò a sentire la necessità del recupero dello stesso per cui, quello che è stato salvato, non rappresenta che una piccolissima parte di quello che era un tempo. Naturalmente come è facile immaginare, le melodie non rientrano nel sistema tonale delle scale maggiori e minori, ma sono essenzialmente costruite su scale modali.

 

Tradizione vocale in Norvegia

 

Ninna-nanna

 

norvegia

 

Le ninne nanne e i canti da gioco dei bambini hanno frequenti variazioni ritmiche e il nucleo melodico si basa su intervalli di terza. Le grida, i richiami, i canti tipici dei pastori con l’ultima generazione, sono caduti in disuso anche se qualcosa si è riusciti a recuperare. Questi canti presentano melodie molto ornate e sovente si muovono in senso discendente; il ritmo è assai libero. Nella conta del bestiame che veniva fatta cantando, a tratti appaiono parti molto melismatiche, ovvero con molti vocalizzi. Questo indusse molti studiosi a ritenere che vi fosse un qualche rapporto con il canto liturgico esempio il “Kirie” e “l’Alleluia” che erano anteriori alla Riforma di Gregorio Magno. Questa ipotesi però, fu presto abbandonata.

 

Antichi Strumenti Musicali

 

Dall’antichità ci è pervenuto uno strumento risalente al periodo che va dal 1500 al 500 e fa parte della cultura nordica dell’età del bronzo. Questo strumento si chiama “Lur” ed è appunto in bronzo. La sua forma ricorda quella del trombone ed è probabile che il nome di questo strumento, nel norvegese arcaico, significasse: “corno”. Nella zona di Bergen fu ritrovato un flauto d’osso antichissimo. Il suo stato di conservazione gli consente di essere utilizzato ancora oggi. Con questo flauto, si possono ottenere una scala maggiore, una modale e una cromatica (tutti gli intervalli di un semitono) Con l’introduzione del cristianesimo nell’anno 1000 circa, si introduce pure il canto gregoriano. In seguito con il dilagare della Riforma Protestante, una gran parte di libri cattolici andò perduta. Verso la fine del sec. XIII dell’Europa giunsero le ballate e le melodie trovadoriche e trovieriche che diventeranno assai famose in quelle terre, misero radici e si trasformarono arricchendo notevolmente il repertorio popolare .

 

Musica a Oslo

 

La città di Oslo fu fondata nel 1050 e divenne capitale agli inizi del sec. XIV sotto il regno di Manakon V. Nel periodo che va dal 1624 al 1925, il suo nome era Christiania. Le notizie riguardanti la musica medioevale gravitano attorno alla chiesa Sank Hollvard provvista di un monastero e di una scuola. Da questo ambiente è pervenuta una sequenza trasmessa in un manoscritto islandese del 1400 conservato a Copenaghen. Nel periodo della Riforma protestante, il repertorio sacro aumenta notevolmente (anche se non più cattolico). Nelle scuole abbinate alle chiese, si insegnava il canto romano anche dopo la Riforma e gli antichi centri liturgici prenderanno il nome di “Scuole Latine” .

 

Musicisti delle campagne e delle città

 

I musici della città di Oslo acquistarono notevole importanza e prestigio. Infatti con lo sviluppo delle scuole abbinate alle varie chiese della città, si allargò la cerchia di interessi artistico-culturali facendo si che ad un certo punto si istituisse, mediante una nomina comunale, un organico orchestrale permanente con diritto di monopolio su tutta la città e zone circostanti. I più antichi decreti di nomina dei musici della città giunti fino a noi, risalgono al XVII secolo. E’ pure conservata una lettera “patente” per i musici comunali de Bergen del 20/11/1620. Dai protocolli giuridici, risulta che sovente sorgevano dispute fra i musici della città (comunali) e quelli delle campagne in cui veniva evidenziato che il motivo della diatriba, era generato dal fatto che i musicisti delle campagne, coltivavano una musica più antica, popolare e senz’altro, più genuina. I musicisti delle città invece coltivavano una musica più dotta, ma sovente di importazione. Per finire quelli delle città, sostenuti dalla legge, ebbero il sopravvento anche se molto spesso si trattava di musicisti stranieri (questo naturalmente prima del propagarsi della corrente romantica che valorizza l’amore per la propria terra e i canti popolari)

 

L’organizzazione dei musici si sciolse nel 1800; Peter Thusen, l’ultimo dei musici di Oslo morì nel 1842. Come sappiamo con il radicarsi dello spirito romantico e la scuola nazionale, il più importante musicista di questa corrente sarà Grieg che già si è visto nella sezione di Storia.

 


 

Svezia

 

Le fonti che riguardano il folklolre musicale della Svezia nel periodo antecedente il sec. XIX, sono purtroppo assai scarse e per giunta, di dubbia autenticità. Nell’Opera del vescovo Olans Magnus (esiliato in quelle terre) “Historia de gentibus septentrionalibus” 1555, non vengono riportate notizie riguardanti la musica; tuttavia si è giunti in possesso di alcune melodie appartenenti a ballate del ‘600 e di alcune danze del ‘700. In coincidenza con la Riforma agraria, iniziata nel sec. XIX e con le idee del Romanticismo provenienti dalla Germania, nasce l’interesse per la musica dei contadini e di conseguenza, del folklore popolare. Le prime raccolte sono: “Svenka folkevisor” (1814) “Svenka folkesanger” (1818) “Svenka fornsanger” (1834 42) “Tradizioner of svenkafolkdanser (1812 ) condotte rispettivamente da A.A Afzelius, dal magistrato R. Dybeok, dal finlandese A. I.arwidsson e da Ollof Ahlstrn, in collaborazione con A.A. Afzelius. Questo fu un primo tentativo di analisi a di classificazione fatta su basi scientifiche. Nella seconda metà del sec. XIX, sotto la guida del docente Otto Anderson, si passa ad una raccolta fatta su vasta scala anche nella Finlandia svedese. Il lavoro fu pianificato da Nila Anderson e nel secolo successivo fu proseguito da Olaf Anderson, il quale trascrisse pure numerosi canti corali.

 

svezia

 

svezia

 


 

Finlandia

 

Il quadro fokloristico della Finlandia si presenta in modo abbastanza variegato con notevoli differenze fra le zone occidentali e quella orientali. Nelle zone occidentali è evidente l’influsso del folklore svedese sia nella struttura delle melodie che nella strumentazione. Nelle zone orientali invece, si notano influenza slave, nel Sud e influenze lapponi nel Nord. Le prime notizie folkloristiche musicali finlandesi risalgono alla seconda metà del XVIII secolo ed inizio del XIX con “De Poesie Fenniche” 1768 /78 di Henrik Gabriel Parthan ed alcuni appunti del viaggiatore italiano Giuseppe Acerbi che in seguito furono stampati in inglese. Sono di grande interesse alcuni canti lapponi che rislagono a circa 2000 anni fa sopravvissuti e tramandati oralmente di generazione in generazione. Questi canti antichi influenzarono notevolmente la musica finlandese. I musicisti e studiosi del periodo romantico ampliarono la loro attività di ricerca oltre che alla popolazione finnica, anche alle comunità di lingua svedese in Finlandia ed alle comunità finniche residenti in Russia.

 

Alla fine del sec. XIX si sono rilevate opere importanti al riguardo, molto documentate come “Soumer Kanson Savelmia” (melodie della nazione finnica) che fu pubblicata dalla “Società di Letteratura finnica) che iniziò nel 1888 e fu completata alla fine degli anni ’50 (sec. XX) Oggi i vari Istituti sono riforniti di moltissimo materiale folkloristico. Tra i più importanti, oltre quello già citato: “L’Istituto di folklore di Tampere”, “L’Istituto di Letteratura e Cultura Folkloristica Svedese” di Helsinki , “Il Museo Sbelius” di Turka, del Dipartimento musicale della radio finlandese di Helsinki ed altri. Sovente succede che le attuali formazioni orchestrali che propongono brani folkloristici, li eseguano rimaneggiando il tutto adattandoli al “gusto moderno” introducendo fra l’altro, il tono maggiore e minore, tuttavia alcuni gruppi, più legati alla tradizione, rispettano fino in fondo la prassi esecutiva dello stile folklristico incluso anche (e soprattutto) il rispetto delle scali modali

 

La musica dotta

 

Il periodo della musica dotta più antica è legato alle tradizioni della chiesa cattolica romana ed in seguito, di quella protestante che dimostrano i rapporti con la Francia del Nord e con la Renania. Nel 1582, in pena Riforma protestante, venne stampata la prima edizione di raccolte di Schulliedere: “Le Pise Cnationes” apparvero in seguito, in Germania grazie a Theodoricus Petri Ruuth. Questa raccolta comprende brani scritti fra il 1350 e il 1450 oltre che alcune corali protestanti. Anche se all’epoca molti passaggi sono stati “modernizzati”, mantengono sempre la struttura medioevale. Non dimentichiamo che prima dell’età romantica, il fascino per ”l’antico” non era ancora sentito come lo sarà nel XIX secolo e oltre. Durante il periodo dell’Illuminismo (seconda metà del XVIII sec.) si sviluppò una tradizione musicale “urbana” soprattutto a Turko; in tale città nel XVII sec. vi era già una corporazione di musicisti e nel 1640 fu fondata l’Università dove la musica e i musicisti, ebbero una parte preponderante nella vita cittadina. Nacque pertanto la “Società musicale di Turko “ che ebbe una grande attività. Il primo musicista di un certa importanza fu Tulindberg nel XVIII secolo. Le tendenze nazionalistiche finlandesi si manifestano gradualmente quando si staccò dal regno svedese divenendo granducato della Russia nel 1809, incoraggiata anche dal progressivo diffondersi del romanticismo

 

Classical Age In Finland

 

Erik Tulindberg

 

Vähäkyrö Erik Tulindberg

 

From Winter To Spring Talvesta Kevääseen

 

Nel 1835, con la pubblicazione dell’epopea finlandese Kaleyala” di Elias Lomrot, venne risvegliato l’interesse per il foklore finlandese. Caso curioso, il musicista che gettò le basi per la realizzazione di quella che sarà successivamente la scuola nazionale finlandese con Sibelius, (Il massimo rappresentante) fu uno straniero; Pacius di Amsterdam. In seguito troviamo Sibelius che fu senz’altro il più grande musicista di questa Nazione. Di lui si è già parlato nella sezione di Storia; ora presentiamo un’altra sua composizione e alcuni brani popolari di questa Nazione e poi passeremo all’Islanda per, infine, lasciare i Paesi del Nord Europa.

 

finlandia

 

finlandia

 

finlandia

 


 

Islanda

 

Prima di lasciare i paesi europei dell’estremo nord, diamo una rapida occhiata all’Islanda. Quest’isola ebbe i suoi primi insediamenti umani nel VIII e IX sec. d. C. La musica vocale, anche se sono statI trovati strumenti musicali, è l’unica eredità lasciataci dal periodo medioevale e coincide con il processo di cristianizzazione dell’isola iniziato verso il 1.000 dal vescovo Isleifur Gissurarson e dal suo allievo Jan Ognundsson. Le scuole ammesse alle diocesi di questi vescovi, oltre che centri religiosi, divennero centri di studio e di diffusione di canto.

 

Ísleifur Gissurarson

 

Sempre in epoca medioevale, nel campo profano sono famose le ballate sulla mitica strega “Gryla” che erano simili alle ballate della Scandinavia . In epoca protestante i canti gregoriani sono sostituiti dai corali protestanti raccolti in graduali. Nel XVII secolo, il vescovo Dorlaksson elaborò il primo trattato musicale islandese, abbinato ai cantici per la lettura delle note. J.B. Labarde, nel suo “Essai sur le musique ancienne et moderne” nel 1780, riporta 5 melodie islandesi che sono il primo documento di musica popolare. A questa raccolta, ne seguiranno altre. Nel secolo scorso un autore islandese di rilievo fu Jones Helgason (1839-1903) compositore, pedagogo, che lasciò tracce profonde sulla vita musicale islandese. Ebbe tra l’altro il merito di riuscire a far introdurre nella scuola dell’obbligo, l’insegnamento musicale. Pubblicò inoltre, diversi libri di canzoni islandesi.

 


 

 

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