La Musica Popolare e Dotta Del Centro Italia

 

Il Lazio e Roma

 

Anche se si è detto che i romani non davano importanza alla musica, è chiaro che comunque pure a Roma si è sempre fatto della musica, ma con uno spirito tutto diverso rispetto agli altri popoli e civiltà. Specialmente durante i banchetti, questa (la musica) veniva affidata agli schiavi e sovente aveva un aspetto volgare e di basso livello artistico. Aveva importanza invece, nel primo periodo, la musica etrusca. Questo accadeva nell’epoca antecedente ai primi contatti con la Grecia. Nel tempio di Ovidio ancora oggi esiste un “Collegium Tibicinum” con il nome ufficiale di “Subulones”, esistono ancora rappresentanti ufficila ed eredi di una millenaria tradizione etrusca.

 

Concetto Di Persona Nella Roma Repubblicana

 

Visto Con Gli Occhi Di…

 

Temi Musicali Nelle Monete Romane

 

 

La Tradizione Citarodica

 

L'Organo Idraulico

 

Dopo le guerre puniche, vengono introdotti gli strumenti a corda che daranno origine allo sviluppo della tradizione citarodica, divenendo preponderante in tutto il periodo imperiale. Dall’Asia e dall’Egitto infine, vennero introdotti rispettivamente l’uso degli strumenti a percussione e l’organo idraulico che ben si prestava ad accompagnare i giochi equestri prima dell’anno 54 a C.

 

Organo Idraulico

 

Curiosità Idrauliche

 

A Roma non esisteva un teatro stabile; anche gli edifici teatrali più solidi come quello eretto con grande spesa dall’edile Scauro ( 57 a C), al termine dei “Ludi” (cicli di spettacoli) venivano rasi al suolo. Questo perché ai rigidi conservatori del periodo repubblicano, sembrava che questo teatro inventato da stranieri (i greci), rendesse fiacco e molle l’animo rude e guerriero dei cittadini, allontanandoli dalle antiche virtù dei padri. Non potendo perciò ostacolare apertamente e in modo totale queste manifestazioni, si ingegnarono nel farlo in altro modo. Gradualmente però sotto l’influenza della cultura greca, la musica e gli spettacoli divennero sempre più graditi, tanto che ai tempi di Giulio Cesare un nobile cavaliere romano, autore di “mimi”, si esibì sul palcoscenico. Dopo un primo momento di grande scandalo fra la nobiltà romana a seguito di questo, anche i “Cesari” per finire si diedero alla musica, appassionandosi come Caligola, Tito e tanti altri.

 

Tiranno e Musicista

 

Soprattutto fu Nerone il vero musicista; senza voler tentare una riabilitazione del crudele sovrano egli fu pare, un vero musicista e compositore di talento. Le sue composizioni furono conservate ed ammirate a lungo. Si dice che avesse una voce roca e gutturale e che con pazienti esercizi, degni di uno scolaro modello, sotto la guida del celebre (per allora) citarrista Terseo, in quattro anni riuscì a migliorarla. In seguito essendosi accorto che Britannico e Paride, due valenti musicisti, avevano una voce migliore della sua, mandò i suoi sicari a far loro visita anche senza un invito. (In fondo Nerone, con o senza la musica, sempre Nerone rimane). Quando ritenne giunto il momento, convocò una ristretta cerchia di amici, per fare ascoltare loro un brano chiamato :”Le Baccanti”. Prima di iniziare, si chinò umilmente davanti a loro dicendo : “Signori, ascoltatemi con benevolenza”. Inutile dire che al termine della manifestazione, questi proruppero in manifestazioni tipo: “Oh bello…. Oh mirabile….. Oh Apollo redivivo… Oh la nuovissima voce ecc.

 

Dopo ancora cinque anni di studi serrati, Nerone decise di affrontare il pubblico vero e proprio cominciando da Napoli che come si è detto prima, era considerata la città più musicale del Sud. Durante il suo concerto a Napoli, un terremoto scosse il teatro e la sua città, ma lui non ci badò e proseguì imperterrito fino alla fine. Nell’età imperiale quindi, ci fu una intensa vita musicale anche se non raggiunse le raffinatezze di quella greca. Nel circo Massimo, si facevano giochi di gladiatori, corse ed audizioni musicali. Di ritorno dall’Accadia, Nerone vi celebrò il suo trionfo e Totila nel 549 organizzò l’ultimo spettacolo. Domiziano fece costruire l’Odeon, un teatro utilizzato al solo scopo di audizioni musicali.

 

Meno Male Che Allora C’era Nerone

 

Nel periodo medioevale, come sappiamo, il canto liturgico prenderà sempre più piede; “L’Ufficio delle Ore” era la manifestazione più importante prima della Riforma di Gregorio Magno, dopo questa Riforma sarà la “Messa” la manifestazione religiosa più importante.

 

Riforma Liturgica

 

 

Le tre Effe

 

 

Gradualmente la musica sacra soppianterà quella imperiale della quale, probabilmente alcuni frammenti sopravvivranno nel repertorio popolare. Nel periodo rinascimentale, la vita musicale è essenzialmente legata alle numerose “Cappelle”, veri laboratori di musica polifonica. Roma fu anche una grande palestra dove il melodramma, nato a Firenze, si sviluppò grandemente. Nelle feste di Carnevale, veniva coinvolta tutta la cittadinanza come anche durante eventi civili e religiosi di notevole importanza. La musica in queste occasioni, creava l’ambiente suggestivo adatto. In queste occasioni di festività, vediamo realizzata un’antica strategia di potere, quella delle tre “Effe”, ovvero: “farina” , “feste” e “forca” . Con questi tre elementi, si teneva tranquillo il popolino. Era consuetudine infatti, abbinare a queste feste condanne capitali che servissero da esempio ed intimidazione ed allo stesso tempo, come intrattenimento popolare.

 

Crudeli abitudini

 

Durante le feste di Carnevale quindi, in piazza Navona sovente il boia ed i suoi aiutanti, vestiti da pulcinella o da altre maschere famose, eseguivano le loro condanne a morte (povera umanità) a suon di musica, fra le risate e applausi della gente cosi che, quest’arte, che secondo alcuni teologi è considerata un dono di Dio e un mezzo per avvicinarsi a Lui, veniva utilizzata per manifestazioni così macabre, barbare, di grandissimo cattivo gusto. Con la rivoluzione francese e l’occupazione napoleonica, queste crudeli e violente usanze cessarono. In effetti la ghigliottina, per quanto orribile possa essere, al confronto di certe torture, era un giochetto….Si fa per dire...Decisamente l’arrivo dei francesi, per molti versi, fu un miglioramento sociale….anche se qualcuno dirà: “Non possiamo, non dobbiamo ecc. ecc.

 


 

Curiosità

 

Personalmente credo che Roma non abbia mai avuto, con la musica, un buon rapporto (già il fatto di abbinare alla musica, condanne capitali e pubbliche torture, lo trovo molto significativo…..) Infatti prima che la musica venisse presa in considerazione dagli antichi romani, addirittura veniva combattuta più o meno indirettamente, da come se ne parla all’inizio di questo esposto, con l’edile Scauro ad esempio. Quando poi questa (la musica) viene presa finalmente in considerazione, soprattutto con l’Imperatore Nerone, vediamo una politica molto personale, tutta di Nerone, per fermare (per sempre) i musicisti che erano veramente bravi, ossia quelli che gli facevano ombra quindi, sempre un’azione mirata a “fermare”, o in un modo o nell’altro, la musica. Con Papa Gregorio, da come si è visto nella sezione di Storia, la sua politica fu di fermare la musica sacra francese, spagnola e lombarda (a prescindere da: “se bella o brutta”) Anche con la Contro Riforma, ci furono dei veti e limiti piuttosto notevoli…Infatti i musicisti di allora, non potevano assolutamente scrivere musica polifonica ossia, a due, o più, linee melodiche…. Come se fare questo, fosse chissà quale brutta e cattiva azione. Però uno potrebbe anche dire che queste cose succedevano una volta, ora i tempi sono cambiati quindi….ecc….ecc….A si?...In questi ultimi tempi si sono chiusi, per sempre, i cori della R.A.I. del Nord Italia; Torino, Milano e altre importanti città …Per questo a me sembra di vedere nell’azione politica di Roma, un fine sempre mirato, comunque, a demolire la musica in un modo o nell’altro. Roma rimane per questo una città particolare….Ritengo di aver vissuto nel mio piccolo, queste esperienze negative infatti, è vero che siamo sempre nell Stato Italiano però come statale e non come comunale, sono sempre dipeso da Roma e non da altri enti quindi, anche se non a Roma ma a Torino (poichè era li abitavo) era come se lavorassi per Roma in diretta dipendenza romana nella scuola media statale (la scuola dell’obbligo) quindi come statale, di diretta dipendenza romana dove ho insegnato musica per tanti anni. Li ho trovato molti ostacoli nello svolgere il mio lavoro….a volte mi sono chiesto se tutto ciò non dipenda da questa cultura non troppo musicale di cui ho detto…..e meno male che l’Italia viene chiamato il Paese della musica

 

Canti Popolari

 

La Ciociaria

 

Come sovente succede nelle canzoni popolari delle grandi città o perlomeno vicino ai centri urbani, tali canti sono strutturati con il sistema tonale, invece nei luoghi più lontani ed isolati dai centri urbani, sopravvivono le scale modali risalenti al periodo medioevale del canto Gregoriano. Nella Ciociaria il gregoriano, stando a quello che dice il musicologo Luigi Colacicchi nel suo libro: “Canti Popolari Della Ciociaria” il gregoriano non solo è sopravvissuto alla grande, ma è rimasto praticamente invariato in quanto tale territorio, facente parte degli stati del Vaticano da epoche immemorabili, non subì altre influenze musicali, se non quelle della Chiesa Cattolica. Infatti per moltissimi anni, l’unica fonte ispirativa furono le scale dei modi gregoriani ideate da Flacco Alcuno, consigliere di Carlo Magno, utilizzati questa volta per melodie profane (non religiose). Non in tutti i territori delle campagne ovviamente, come spiega Luigi Colacicchi, le scale modali si sono mantenute così integre, senza contaminazioni da influenze esterne. Infatti ad esempio, nelle campagne dei dintorni di Roma, pur se nei canti si possono notare scale gregoriane quindi modali, la cosa risulta meno evidente e già si può notare come una sorta di contaminazione di stili e infiltrazioni delle moderne scale tonali. Nelle campagne romane infatti, sempre come afferma Colacicchi, troviamo anche influenze operistiche e melodrammatiche. Non dimentichiamo che è a Roma che il melodramma, pur se nato a Firenze, si svilupperà notevolmente portando la sua influenza nelle zone circostanti. L’uso delle fioriture melismatiche, ovvero di vocalizzi molto elaborati, anche quelli chiaramente, derivano dal gregoriano

 

roma

 

roma

 

roma

 

roma

 


 

Cultura Ciociara

 

La Ciociaria

 

Stornelli Ciociari

 

La Mamma Di Rosina

 

Ciociaria - Basilicata

 

Canti E Balli Del Mio Paese

 

Una forma poetico-musicale di carattere popolare, molto diffusa a Roma, è lo Stornello diffuso anche nelle campagne della Toscana. Ebbe origine dalle gare di poesia fra i vari villaggi. Viene improvvisato un elegante e semplice motivo su un testo poetico. L’argomento in genere è di carattere amoroso, ma sovente anche satirico.

 


 

 

La Musica a Firenze e Nella Toscana

 

Firenze fu un piccolo centro fondato dagli etruschi e in seguito, municipio romano. In età longobarda, fu sede di ducato e a partire dal XI sec. , divenne libero comune. Gli scritti di Dante ci offrono una preziosa fonte di informazioni circa la musica del ‘200 e ’300 .

 

Dante Alighieri

 

Gherardello Da Firenze - Tosto Che L'alba

 

Ghirardello - Tosto Che L'alba Del Bel Giorn' Appare

 

De Monarchia

 

Medio Evo

 

La Reverdie

 


 

Firenze e Arezzo

 

Ad Arezzo, città della Toscana, abbiamo la grande figura di Guido d’Arezzo che portò sostanziali innovazioni nella teoria musicale. Una forma musicale popolare di carattere sacro che abbiamo già visto nella sezione di Storia, è la Lauda con tutte le sue trasformazioni nel corso dei secoli. Sulla scia dell’Ars Nova del sec. XIV, sorsero diverse forme polifonico-popolari tipo la Villotta, Strambotto, Frottola ecc. Con Lorenzo il Magnifico, presero forma le feste popolari che coinvolgevano tutta la città. I canti utilizzati in dette manifestazioni, si chiamavano “Canti Carnascialeschi” ed erano di carattere popolare. Lorenzo il Magnifico, da quel lungimirante uomo politico qual’era, aveva dato l’occasione al popolo di potersi sfogare ed esprimersi introducendo come feste popolari nel 1480 l’uso dei carri e dei trionfi a partire da Calendimaggio (1° Maggio) a San Giovanni (24 Giugno)

 

 Il Quattrocento  

 

Gli "Arrabbiati" e i "Piagnoni"

 

In queste ricorrenze, carri adibiti a festa rappresentanti divinità mitologiche, addobbati in modo fastoso giravano per tutte le vie della città e Lorenzo in tali occasioni, dava prova della sua abilità di poeta, rimando ed intonando famose melodie. Morto Lorenzo il Magnifico nel 1482, ci fu un brusco cambiamento di abitudini nella città che si divise in due fazioni: gli “Arrabbiati” che continuavano imperterriti nell’abitudine dei “carri dei trionfi” rappresentanti della mitologia, e i “Piagnoni” contrari a Lorenzo, religiosi e seguaci di Savonarola. Questi ultimi, in modo provocatorio facevano processioni confessionali per tutta la città cantando inni liturgici. In seguito, queste manifestazioni si colorarono di tinte fosche e suggestive, al limite della superstizione.

 

I Piagnoni e Gli Arrabbiati Al Tempo Di Savonarola

 

 

Curiosità

 

Racconta uno storico che un carro enorme e nero trainato da bufali, con su dipinte ossa di morti e croci bianche, avanzava; sopra il carro vi era una “morte” enorme, con la falce in mano, al suono di una tromba roca, le “anime dei morti” uscivano dal carro e cantavano una melodia colma di melanconia. In questo clima di grande misticismo, ritornarono in auge le laude polifoniche e le “Sacre Rappresentazioni”. Si userà in questo periodo, comporre versi sacri su melodie usate in precedenza per canti profani, con testi magari scurrili ed osceni, quasi per essere perdonati ed allo stesso tempo, per esorcizzare dalla maledizione la melodia usata in precedenza per queste cose. Questa usanza veniva chiamata: “travestimento spirituale”. Firenze, oltre che essere stata la “culla” del melodramma, fu anche la culla degli intermezzi coetanei del melodramma che ebbero una grande ripercussione nei secoli successivi anche sulla musica leggera. L’origine degli intermezzi è da ricercarsi nelle sacre Rappresentazioni; la loro data di nascita si fa risalire in occasione delle nozze fra Cosimo I ed Eleonora di Toledo.

 

Camerata De' Bardi

 

Camerata Fiorentina o De' Bardi

 

Nella prima metà dell’800, non ci sono grandi nomi della musica, tuttavia abbiamo un notevole fermento musicale ed una grande attività in questo senso. A cavallo dei due secoli ricordiamo G. Puccini, lucchese e nella prima metà del ‘900, l’istituzione del “Maggio Musicale Fiorentino” e “L’Orchestra stabile “fiorentina

 

Carlo Buti - Stornelli Fiorentini

 

Narciso Parigi Canta Mattinata Fiorentina

 

Narciso Parigi - La Porti Un Bacione a Firenze

 

Maremma Amara - Caterina Bueno

 


 

L’Emilia Romagna e Bologna

 

La città di Bologna si presume sia stata fondata dagli etruschi, fu comunque sicuramente, per molto tempo, un centro etrusco. Fu occupata dai Galli ed in seguito nel 189 a C. divenne colonia romana; nel 114 diventò un libero comune. Alcuni documenti attestano che la musica nella vita sociale bolognese, ha sempre costituito un elemento importante, appassionando tutti i ceti sociali. La sua posizione geografica favorevole, facilitò contatti con altre scuole musicali, arricchendola culturalmente. Anche le sue numerose chiese (specialmente dal sec.XVI in avanti) giocarono sempre un ruolo fondamentale sulla vita musicale della città. Nel secolo XI fu fondata l’Università, la più antica d’Europa, la quale per secoli attirò studenti e studiosi di tutto il Continente. In questo ambiente la ricerca musicale era caratterizzata da un lato, fare tesoro delle passate esperienze, dall’altro, il desiderio della discussione e dalla sperimentazione di nuove tecniche. Nel secolo XVII, ricordiamo G. Artusi di Bologna che si trovò al centro di un’aspra polemica con Monteverdi che lo distinse come un irriducibile conservatore della polifonia. Ancora oggi il nome di Artusi è divenuto sinonimo di “cavilloso” “complicato” e “polemico”

 

Giovanni Artusi

 

San Petronio

 

Jacopo Da Bologna - Uccel' Di Dio

 

Tra il XV e il XVI secolo (1400 1500), la vita musicale è assai attiva in tutte le cappelle e chiese della città. Fra tutte emerge quella di S. Petronio, istituita nel 136 da papa Eugenio IV che divenne ben presto famosa in tutta Italia, come centro di musica vocale e strumentale. L’amministrazione di queste istituzioni era affidata alla “Fabbriceria”, una Commissione formata da 5 laici, membri tra l’altro del Senato Bolognese. Dal XVII sec. questa Commissione ebbe pure l’incarico di selezionare gli aspiranti agli incarichi nelle Cappelle. Il fatto che questa Commissione fosse formata da laici, dimostra l’interesse dei bolognesi per le attività musicali nella città, al di la della vocazione religiosa. Il primo maestro di questa Cappella (di S. Petronio) fu Giovanni Spataro.

 

Fabbriceria

 


 

Padova e La Sua Università

 

La città di Padova fu fondata dai romani e come tale, era provvista di un’Arena e di un Campo Marzio che era l’attuale “Prato della Valle”, nel quale sorgeva un teatro dello “Zairo”. Per avere documentazioni sulla vita musicale di questa città, bisogna risalire al Medio Evo . In questa città la musica si sviluppò nel “Prato della Valle” mediante le sacre rappresentazioni. Alla prima, nel 1243, durante la festa di Pasqua, seguirono tante altre per tutto il periodo medioevale. Molto seguite quelle dell’Annunciazione, dell’Epifania, di Erode, della S. Cena, dei discepoli di Emmaus, ecc. La musica era generalmente di derivazione gregoriana, ma sovente anche popolare. Anche la fondazione dell’Università, nel 1222, contribuì ad esercitare un’influenza notevole sullo sviluppo musicale della città la quale divenne culla di arte, cultura e civiltà. Infatti non a torto si dirà: “Preumanesimo Padovano”. Inoltre la fertile inventiva dei padovani venne alimentata dal grande flusso di studenti provenienti da ogni dove, creando così un ambiente particolarmente gaio, vivace e stimolante. Come Firenze vanta un patrimonio musicale invidiabile, anche Padova può vantare parecchi nomi che alimetarono una corrente musicale assai nutrita e di notevole qualità; fra questi ricordiamo Marchetto da Padova, grande teorico e musicista il quale può essere considerato il primo trattatista che utilizza le innovazioni teoriche dell’Ars Nova francese ad uso e consumo dell’ambiente italiano, più pratico ed intuitivo. Fra le sue opere ricordiamo: “Lucidarum in arte musicae planae” (1318) e “Pomerium in arte musicae mensuralae” (1326).

 

Le Langage Musical De l'Europe Occidentale

 

Il matematico ed astronomo Prosdocimo de Beldemandis, docente universitario padovano, afferma la superiorità della notazione musicale italiana nel trattato “Tractatus pratice cantus ad modum italicorum” (1412). Si dimostra un severo critico nei confronti del suo concittadino Marchetto con il trattato “Opusculum contra theoricam partem sive speculativam Lucidarii Marchetto Patavini” (1425). Inoltre, ricordiamo la figura del giurista e grammatico Antonio da Tempo, autore di “Summa artis ritmici vulgari dictamini” (1332) interessante testimonianza delle prime forme polifoniche in Italia

 

Prosdocimo De Beldemandis

 

Read The Ebook - Geschichte

 

Grazie al mecenatismo dei Carraresi, signori di Padova, la città si arricchì di valenti musicisti come Grazioso e Bertolino. Quest’ultimo, dopo la scomparsa di Giovanni Landino (toscano) viene considerato la più grande personalità del periodo arsnovistico (Ars Nova); il suo stile risente maggiormente delle influenze francesi. All’inizio del sec. XV, ricordiamo il fiammingo Johannes Ciconia che tra l’altro dedicò alla città che lo ospitò (Padova) , un Mottetto dal titolo: “O Padua, sidus praeclarum”

 

O Padua Sidus Preclarum - Ciconia

 

Johannes Ciconia - Latin Motets

 

La polifonia cinquecentesca trova un fertile terreno anche negli ambienti religiosi. Fra i numerosissimi nomi illustri rileviamo Annibale Padovano, autore di canzoni e madrigali, grazie al quale verrà sviluppata a Padova, la musica strumentale. Sempre nel ‘500 sorgono numerose Accademie di musica. Infiammati, Elevati, Rinascenti, ecc. In seguito sorse quella dei Costanti che per finire divenne la più autorevole; il suo direttore fu Francesco Portinari. L’ambiente quindi era molto attivo e si presume non fosse inferiore a quello ad esempio, della Camerata Fiorentina quando diede vita al Melodramma.

 


 

L’Arena Di Verona

 

La città di Verona (Veneto), è di origini antichissime tanto che non è possibile stabilire con certezza le sue origini. Nell’83 a C. fu colonia romana. La famosa arena, testimonia ancora oggi un’intensa vita musicale. Nel periodo della Roma imperiale, venivano rappresentati “mimi”, “danze” e audizioni musicali. Il cristianesimo si oppose alla musica profana fin dall’inizio. I centri di diffusione del canto cristiano nell’Italia settentrionale furono Aquileia , dalla quale dipendeva Verona, e Milano da cui giunsero (sempre a Verona) molte melodie ambrosiane.

 

Comunque vi erano solidi rapporti liturgici con Roma per cui le direttive di Gregorio Magno ed in seguito di Carlo Magno, fecero si che Verona uniformasse il suo canto liturgico con quello gregoriano. Del repertorio pagano, ammesso che ancora vi sia rimasto qualcosa, si potrà percepire la presenza nel folklore popolare. Alla città di Verona va il merito di aver contribuito a far si che il canto popolare venisse scritto e non più tramandato oralmente ossia, che acquistasse una forma compositiva ben definita, come ad esempio la “Frottola” (Prima di allora, queste forme, Frottola, Villota ecc. non venivano scritte ma si imparavano ad orecchio. I musicisti che primeggiavano in questo settore furono: Bartolomeo Trambancino, Marchetto Casa (attivo anche a Mantova) Michele Pesenti e tanti altri. Le loro composizioni appaiono nelle raccolte e stampe di Petrucci, pubblicate nel 1504 e 1514

 


 

Commenta La Storia...

 

Mappa Del Sito

 

 

 

Italia la Sua musica
Italia Meridionale
La Sicilia e Palermo
La Puglia e Bari
Calabria e Sardegna
Pagina 1
Pagina 2
Pagina 3
Pagina 4
Pagina 5
         
Musica Centro Italia
Musica Nord Italia
Europa Occidentale
Gran Bretagna
Centro Europa
Pagina 6
Pagina 7
Pagina 8
Pagina 9
Pagina 10
         
Europa Orientale
Paesi Islamici
L’Africa Nera
Islamici sull'Oceano
L’india Misteriosa
Pagina 11
Pagina 12
Pagina 13
Pagina 14
Pagina 15
         
Il Sud Est Asiatico
Estremo Oriente
Continente Americano
L’America Latina
L' Oceania
Pagina 16
Pagina 17

 

Valid HTML 4.01 Transitional

 

Indice

 

Home